30 Maggio 2017

Dal 9 all’11 giugno l’undicesima edizione del Festival delle Culture: Diritto al Futuro

Torna il Festival delle Culture di Ravenna, giunto alla XI edizione, che si terrà il 9, 10, 11 di giugno nella Darsena di città. La kermesse, promossa dall’assessorato alle Politiche per l’immigrazione del Comune di Ravenna, vedrà alternarsi concerti di etno e world music, danze popolari, rappresentazioni di teatro-danza che avranno come scena le Artificerie Almagià, mentre la zona circostante, compresa la banchina del canale Candiano, sarà animata da dibattiti, mostre, istallazioni, laboratori, mercatino, con la possibilità di cenare in uno dei 7 punti ristoro con cucina dai diversi continenti.

L’appuntamento è stato presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa in municipio alla presenza, tra gli altri, dell’assessora alle Politiche per l’immigrazione Valentina Morigi, di rappresentanti della Casa delle Culture e dell’ufficio Politiche per l’immigrazione e il mediatore culturale Franck Viderot.

“Questo festival è ormai diventato un appuntamento tradizionale per la città – ha detto Morigi – e ogni edizione è diversa e più ricca rispetto alle precedenti, anche se il filo conduttore rimane sempre lo stesso: quello della partecipazione. Nel corso dei mesi lavorano insieme alla programmazione del festival, con l’assessorato e la Casa delle Culture, le associazioni di cittadini migranti e italiani, culturali e di volontariato, i soggetti gestori dei centri di accoglienza, cioè tutta quella comunità variegata di chi a vario titolo si occupa di intercultura e ha a cuore il presente e il futuro della nostra città. Un altro dei fili conduttori è la sede del festival: siamo sempre in Darsena, che è un quartiere con una vocazione aggregativa davvero peculiare. Ci saranno tanti momenti dedicati allo stare insieme e alla conoscenza reciproca, ma anche tanti dibattiti con esperti che si occupano del tema dell’accoglienza e in particolare del diritto al futuro articolato in tutte le sue sfaccettature”.

Tra gli obiettivi che il Festival si pone ci sono quelli di praticare l’intercultura, valorizzare il pluralismo culturale, favorire il protagonismo e la partecipazione dei migranti, sensibilizzare la cittadinanza sui temi dell’accoglienza e dell’antirazzismo. In questo senso è centrale il processo che ha portato all’organizzazione della manifestazione, in cui è stato confermato il metodo della progettazione partecipata in cui decine di volontari, autoctoni e immigrati, membri di associazioni e singoli cittadini, hanno lavorato insieme sin dal mese di novembre. Il tema portante, quanto mai di attualità, su cui ha lavorato il gruppo è quello dell’accoglienza, in un’epoca storica che impone grandi responsabilità, in cui occorre lottare contro la paura del diverso, per i diritti umani e per promuovere una diffusa cultura dell’accoglienza che investa tutta la società. In linea col tema è stato scelto il titolo del Festival: Diritto al Futuro.

Tra i momenti di riflessione è molto importante il convegno che si terrà a Palazzo Rasponi sabato mattina, “Il diritto d’asilo nell’arcipelago Europa”, con diversi interventi tra cui quello di Cecilé Kyenge e Domenico Manzione (Sottosegretario del Ministero dell’Interno).

Tra i diversi spettacoli sul palco dell’Almagià due prevedono la presenza di ospiti che provengono dall’estero: i Saodaj’, gruppo dell’Isola Reunion con musica sofisticata derivante dalla tradizionale Maloya creola (venerdì 9 giugno ore 22.30), e l’Eyo’nlé Brass Band, una fanfara originaria del Benin (domenica 11 giugno ore 23.00).

PROGRAMMA (Qui trovate la versione scaricabile in PDF)

Il Festival delle Culture si apre come di consueto con la Fiumana (Atto VIII). VENERDÌ 9 GIUGNO alle ore 17.00, in Piazza San Francesco, dopo i saluti di Valentina Morigi, Assessora all’immigrazione del Comune di Ravenna, avrà il via la parata inaugurale con la lunga e multicolore bandiera del mondo che scorrerà fino alle Artificerie Almagià attraverso via Corrado Ricci, via Mariani, via Diaz e viale Farini. La parata si apre con “SENZA CONFINI. Azione per l’accoglienza”: performance di teatro di strada di attori e non attori con il Teatro due mondi di Faenza. Seguono il parkour di Ravenna Shine, le danze egiziane di Saidi Danza, la capoeira del gruppo Coquinho Baiano, azione teatrale di strada a cura degli studenti del Liceo Classico di Ravenna, il coro ucraino dell’Associazione Malva. Con l’accompagnamento musicale del FurgoDisco con DJ Aldivas.

Una volta giunti all’Almagià, alle ore 19.30 ci sarà “La differenza e l’accoglienza s’imparano a scuola”, ovvero la proiezione del “Brutto anatroccolo”, video-animazione realizzata dagli alunni/e delle classi prime delle scuole primarie Pasini e Garibaldi nei laboratori di didattica interculturale della Casa delle Culture condotti da Elena Aime e dalle mediatrici culturali di Terra mia.

Segue “Suono, quindi sono”, performance di musica con il corpo, dal laboratorio didattico “Che musica” condotto da Franck Viderot nella scuola A. Torre con gli alunni/e di 16 classi.

Sul palco, insieme ai bambini/e: i mediatori di Terra mia, le insegnanti e le dirigenti scolastiche dell’Istituto Darsena e San Biagio con le autorità del Comune di Ravenna.

A seguire, sempre all’Amagià, alle ore 20.00, verrà presentata la “grande rete dell’accoglienza”: scenografia ad opera compartecipata: sul palco Abra Degli Esposti, artista e presidente dell’associazione Ribellarti, con gli autori dell’installazione Festival 2017 che si potrà ammirare all’esterno dell’Almagià: uomini e donne richiedenti asilo e minori ospiti di Cooperativa sociale Persone in Movimento, Cooperativa sociale società Dolce e Romania Mare, minori non accompagnati ospiti del Villaggio del Fanciullo, l’Associazione Donne Mozambicane.

Rimanendo all’Almagià alle 20.30 sarà l’ora della capoeira, la danza-lotta brasiliana nata nelle piantagioni fra gli schiavi di origine africana, accompagnate dalla musica dal vivo del berimbao e delle percussioni.

A cura della scuola Coquinho Baiano di Ravenna.

Spazio ai dibattiti alle ore 20.45, nello spazio allestito all’esterno dei locali Dock 61 e Tabeerna. Si incomincia con “Corridoi umanitari e fortezza europa”. Partecipano: Mouhamed Ba (scrittore, attore e regista), Alessandra Ballerini (avvocata difensore della famiglia Regeni), Stefano Bleggi (Progetto Melting Pot Europa), Federica Brizi (Mediterranean Hope (MH) – Federazione delle Chiese Evangeliche). Interviene l’Assessora alle Politiche per l’Immigrazione Valentina Morigi.

Alle ore 21.30, all’Almagià, ci sarà la rappresentazione teatrale “C’era una volta un re”, in cui assistere a una cerimonia tradizionale di incoronazione di un capo villaggio africano frutto di un laboratorio di narrazione con le seconde generazioni condotto dall’Associazione Cittadini del Pianeta.

Gruppo di punta della serata, alle ore 22.30 sul palco dell’Almagià, i Saodaj’ in concerto. La band, originaria e residente nell’Isola de La Réunion, è l’emblema di una nuova generazione di giovanissimi artisti che reinterpretano il Maloya, tipico genere musicale dell’isola francese dell’oceano indiano e cantato in Creolo, nato dalla fusione dei ritmi degli schiavi malgasci e dell’Africa orientale, arricchendolo e contaminandolo con voci cristalline, impetuosi ritmi ternari, influenze australi, africane ed europee.

SABATO 10 GIUGNO il Festival delle Culture incomincia alle ore 9.00 al Palazzo Rasponi dalle Teste (via Luca Longhi 9) con il convegno “Il diritto d’asilo nell’arcipelago Europa”, organizzato insieme all’Università di Bologna, Campus di Ravenna, e a Fondazione Flaminia.

Indirizzi di saluto: Michele de Pascale (Sindaco di Ravenna), Francesco Russo (Prefetto di Ravenna), Rosario Eugenio Russo (Questore di Ravenna), Giovanni Luchetti (Direttore Dipartimento Scienze Giuridiche).

Modera: Francesca Curi (Università di Bologna, Direttrice Cfp: Pratiche sociali e giuridiche sull’accoglienza ed integrazione dei migranti).

Relazioni: Chiara Favilli (Università di Firenze, Asgi), Cecilé Kyenge (Europarlamentare, Gruppo socialisti europei), Domenico Manzione (Sottosegretario del Ministero dell’Interno), Paolo Mengozzi (Avvocato generale presso la Corte di Giustizia europea), Luca Pacini (Responsabile Area Welfare e Immigrazione Anci), Carmelo Zuccaro (Procuratore generale di Catania).

Comitato scientifico: Enrico Cieri (Procura della Repubblica di Bologna); Francesca Curi (Università di Bologna); Paolo Fasano (Comune di Ravenna); Nazzarena Zorzella (Asgi, Bologna).

La partecipazione è libera, si prega di inviare una mail di iscrizione alla segreteria organizzativa: Carla Rossi (crossi@fondazioneflaminia.it).

Gli spettacoli all’Almagià incominciano alle ore 18.30 con i Balli dell’antica Persia. Spettacolo di danza classica persiana, danza gilaki, danza Turka, danza Azari-kurda, in costumi tradizionali persiani, frutto del laboratorio condotto dalla ballerina e coreografa iraniana Safa Solati.

A seguire, alle ore 19.30, all’Almagià, lo spettacolo “Alla ricerca delle origini”, una rappresentazione narrata, danzata e suonata sul sincretismo religioso che ha fatto incontrare le divinità mitologiche africane delle origini con il cattolicesimo. In scena giovani donne e uomini richiedenti asilo dei CAS di coop Zero cento, Global Solidarietà, Terzo Millennio, Santa Teresa. A cura dell’Associazione Speranza.

Alle 20.00, sempre all’Almagià, salirà sul palco per un breve concerto la Banda della Darsena. Guidata da Thiam Baye Fara, la Banda della Darsena è la prima esperienza di orchestra multiculturale della città di Ravenna che presenta un breve repertorio con influenze musicali dai 5 continenti.

A seguire, alle 20.30, “Una balera rumena”, un momento partecipato in cui ballare le danze della tradizione popolare rumena. (Con la partecipazione di Betania, a cura dell’associazione Romania Mare).

Lo spazio dibattiti Dock 61 / Tabeerna, alle 20.30, vede un incontro dal titolo “Immagine dell’Islam in Italia: laicità, costruzione mediatica, pratica quotidiana”. Un confronto, condotto dallo scrittore Tahar Lamri, fra Maji Daoudagh (Presidente PUS – Partito unificato Socialista del Marocco Sezione Italia), Mariam Ismaili (rappresentante della comunità somala), Mustapha Toumi (Cofondatore del Centro di cultura e studi islamici della Romagna).

Alle 21.30 ci si sposta all’Almagià per la consegna del Premio Intercultura Città di Ravenna 2017.

Segue, alle 22.00, sempre all’Almagià, Teranga, performance di teatro danza in cui giovani senegalesi mettono in scena la loro tradizionale accoglienza (teranga in lingua wolof) con musica dal vivo, danze e coreografie originali. A cura dell’associazione ASRA.

Chiude la serata, alle 23.00, sul palco dell’Almagià, l’Orchestra di musica tradizionale di Testaccio. Diretta dal maestro Adriano Dragotta, questa orchestra di 32 elementi nasce in seno alla Scuola popolare di musica di Testaccio, Roma, e proporrà dal vivo uno spettacolo che attinge dal repertorio di musica folklorica europea: paesi scandinavi, regioni celtiche, Europa dell’est e meridionale.

DOMENICA 11 GIUGNO, di mattina, il Festival si sposta a Punta Marina dove alle ore 10.30, all’Adriano Camping Village si terrà un workshop di danze africane condotto da Fransisca Saloni (insegnante di danza) e Mauro Casadio (percussionista). Evento in collaborazione con l’Associazione Italia Chama Brasil nell’ambito del XVI Batizado del Gruppo di Capoeira Coquinho Baiano.

All’Almagià gli spettacoli incominceranno alle 19.00 con “Invasione 1897”, una performance di teatro-danza per raccontare la storia della Nigeria, dalla colonizzazione inglese ai giorni nostri. In scena le comunità nigeriane Igbo, Afesan, Ika ed Edo.

Alle ore 20.00, sempre all’Almagià, sarà il momento di “Una balera ucraina”: tutti in pista con i ritmi e le danze della tradizione popolare ucraina. Conducono le danze le donne dell’Associazione Malva.

Alle ore 21.00, nello spazio dibattiti Dock 61 / Tabeerna, ci sarà “Le scarpe dei caporali”. Si tratta di un monologo del collettivo Mamadou di Bolzano. Lo spettacolo è nato da un’inchiesta di Matteo Checchi, collaboratore di Melting Pot Europa, e Valentina Benvenuti, fotoreporter del Collettivo Mamadou, allo scopo di sostenere iniziative di sensibilizzazione e azioni per il superamento delle condizioni di vita dei braccianti agricoli del sud Italia all’interno dei ghetti di Rosarno, Boreano, Rignano e Cassibile. Il Collettivo Mamadou mira alla totale emancipazione dei braccianti africani che vivono segregati in ghetti dove le condizioni umane sono al limite del drammatico. Segue un’intervista al collettivo Mamadou a cura del Gruppo dello Zuccherificio. Evento organizzato con il contributo di Cooperativa sociale società Dolce.

Sul palco dell’Almagià, dopo la premiazione dei due piatti più graditi del Festival (Master Chef il terzo mondo) che avverrà alle 21, alle 22 si esibirà JackguitarManzoni con un coro di giovani richiedenti asilo e rifugiati che proporranno un repertorio di canzoni di Bob Marley.

Per chiudere in bellezza l’XI edizione del Festival, dopo il rito collettivo dell’abbattimento di un muro che avverrà alle 22.30 in via dell’Almagià, sul palco delle Artificerie, alle 23, salirà la Eyo’nlé Brass Band. Si tratta di otto musicisti, con canti, percussioni, ma soprattutto ottoni. Fondata negli anni ’90 dai fratelli Ahouandjinou, Eyo’nle (che significa “rallegriamoci” in lingua yoruba) è una delle poche fanfare africane famose a livello internazionale, che propone una contaminazione fra l’Afrobeat yorouba, l’Highlife ghanese e la musica Vodou tipica della tradizione del Benin.

FUORI DAL PALCO

OSSERVAZIONE DELLA VOLTA STELLATA, guidata dagli astrofili del Planetario di Ravenna.

IN-SCATOLA FUTURO, un laboratorio creativo con parole e immagini condotto da un gruppo di studentesse universitarie di Cooperazione internazionale.

TESSERE TRAME, laboratorio di produzione della grande rete dell’accoglienza condotto dall’Associazione Ribellarti.

DAR FORMA ALLE IDEE, laboratorio artistico-artigianale di scultura con la creta condotto dall’associazione ACR.

L’ANGOLO DEI GIOCHI DA TAVOLO DEL LONTANO ORIENTE: l’associazione italo-filippina Mabuhay propone il gioco del Karrom (India, Sri Lanka, Filippine), del Go/weiqi/baduk (Giappone, Cina, Corea), del Mahjong (Cina, Filippine, Vietnam, Taiwan, Romagna), del Pakisi/ludo (India, Nepal, Bangladesh), della Sungka/chonga (Filippine e Indonesia), del Xiang Qi (scacchi cinesi).

FESTIVAL LOUNGE: bevande africane, the, birre artigianali, finger food internazionale, performance e arte.

#ARASUDITU: A Ravenna Succede di Tutto speciale Festival delle Culture: le interviste impossibili di Noanda Tania Moroni e degli altri esseri viventi della neonata Associazione Culturale Succede di Tutto. Durate i tre giorni di Festival sarà allestito il SuccedePunto dove si intratterranno in modo informale gli ospiti del Festival. I video saranno visibili sul canale Youtube #ARASUDITU e su facebook.

IL SUQ: mercato con prodotti di artigianato africano, asiatico, sudamericano, ma anche autoctono, lavori dell’ingegno, prodotti equosolidali, libri, stand delle associazioni di volontariato e il gazebo della pesca di beneficenza dell’associazione Terzo Mondo.

Ristorante Keur Senegal: piatti tipici senegalesi (a cura di ASRA)

Ristorante Isla Bonita: specialità caraibiche (a cura dell’associazione Italia-Cuba)

Ristorante Bolivar: cucina desde Sud America (a cura dell’Associazione Alma Rebelde)

Ristorante Marrakech: pietanze magrebine e medio-orientali (a cura dell’Associazione Life)

Ristorante Serendip: cucina indiana e srilankese

Ristorante Cittadini del pianeta / Camerun: specialità dal Camerun, vegetariane e da altri angoli del pianeta (a cura dell’Associazione Cittadini del pianeta e ACR)

Romania Mare: dolci e cibo da strada rumeno (a cura dell’associazione Romania Mare)

La signora delle erbe: mostra di oggetti artigianali 3D a base di canapa e degustazione e vendita di alimenti e bevande derivati dalla canapa: la grande signora delle erbe aromatiche.

A cura di Luca Berardi e Fantini Fabrizio [startup DISPENSO – LASCARANA project]

e LaSignoraDelleErbe in collaborazione con Berardi Erbe e le associazioni occupArti | RomagnaCanapa | makeRN

LE MOSTRE

Almagià

La grande rete dell’accoglienza: installazione di un’opera costruita in modo partecipato con inserto artistico scultoreo di Abra Degli Esposti (scultrice). A cura dell’Associazione ribellARTI.

Dock 61, dal 9 al 30 giugno

Tra Siria e Turchia nelle fotografie di Giulio Magnifico: “Quello che vorrei comunicare con le mie fotografie è l’umanità di ogni soggetto o scena che catturo, cercando di trasmettere sempre emozioni, sentimenti o semplice curiosità in chi guarda, e possibilmente ‘entra’ nella foto come ho fatto io al momento del click”. Mostra a cura del Gruppo dello Zuccherificio.

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