I risultati delle elezioni europee
CHI HA VINTO? |
In queste elezioni europee i partiti di destra hanno registrato l’incremento più forte di voti, in particolare in Francia e Germania con il Rassemblement National e Alternative Fur Deutschland. La maggior parte dei partiti di destra confluiscono tra Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei (ECR) e Identità e democrazia (ID). Il gruppo che ha ottenuto più seggi rispetto alle elezioni europee di 5 anni fa è il Partito popolare europeo guadagnandone 14.
Il gruppo politico Socialisti e democratici (S&D) ha avuto una lieve flessione rispetto a 5 anni fa mentre Renew Europe, insieme ai Verdi, hanno registrato il più forte calo di seggi rispetto alle elezioni del 2019.
QUANTE PERSONE HANNO VOTATO? |
L’astensionismo ha segnato in negativo le elezioni europee dato che ha votato il 51% degli aventi diritto, poco più di uno su due. In Italia il dato delll’affluenza è stato del 48% diminuto del 6% rispetto alle elezioni precedenti, seppur con forti differenze tra le varie regioni italiane: in Emilia-Romagna l’affluenza è stata del 59% mentre in Sardegna e Sicilia del 38%.
QUAL E’ L’ATTUALE MAGGIORANZA AL PARLAMENTO EUROPEO? |
Sono in corso le trattative politiche verso le alleanze che condurranno alla definizione della maggioranza. La nuova maggioranza numericamente potrebbe reggersi con la stessa formula della legislatura 2019-2024: con i 406 seggi tra PPE, S&D e Renew Europe.
Numericamente una alleanza tra PPE e il gruppo Conservatori e riformisti potrebbe spostare la composizione della maggioranza.
COSA SUCCEDE ADESSO? |
Come si nota dall’immagine sopra, il processo di formazione del “governo europeo” è complesso e comprende diversi passaggi e negoziati che termineranno nel dicembre 2024.
Il Consiglio europeo e il Parlamento dovranno indicare ed eleggere il/la Presidente della Commissione europea. Ursula Von Der Leyen, dato l’ottimo risultato del suo gruppo politico europeo, il PPE, potrebbe aspirare ad un secondo mandato ma ancora ad oggi, sono in corso le negoziazioni per i “top jobs” europei, le massime cariche dell’Ue, portando il negoziato ad uno stallo che potrebbe durare più del previsto.