Il 5, 6 e 7 giugno, a Ravenna, nella Darsena di città, si terrà la nona edizione del Festival delle Culture, promossa dal Comune di Ravenna con il contributo della Fondazione del Monte di Ravenna e Bologna. Il tema centrale del Festival è il Diritto alla terra, inteso come diritto alle risorse naturali, al lavoro, alla sussistenza, alla libertà di movimento e di residenza, all’identità culturale.
Durante la tre giorni densi di appuntamenti sono previsti quattro concerti tra cui quello di Santino Spinelli e Alexian Group, e danze popolari che si terranno alle Artificerie Almagià mentre, sulla scia del grande successo dello scorso anno, la banchina del canale Candiano sarà ancora una volta la piazza sul mare con otto punti ristoro multietnici e il mercato di prodotti artigianali e agricoli di vari paesi. Spazio anche ai dibattiti al circolo Dock 61 di via Magazzini Posteriori, e nella grande tenda magrebina che sarà installata nella testata del Candiano.
Confermato anche per questa nuova edizione il metodo organizzativo attraverso la progettazione partecipata che ha visto lavorare e collaborare, a partire da novembre, oltre cinquanta persone, membri di associazioni ma anche singoli cittadini attivi, di ogni età, genere e nazionalità.
Il Festival è stato presentato oggi in municipio nel corso di una conferenza stampa cui sono intervenuti per il Comune l’assessora all’immigrazione Martina Monti, il coordinatore del Festival Francesco Bernabini, il responsabile dell’U.O Politiche per l’immigrazione Mario Silvestri; Anida Poljac e Charles Tchameni del gruppo di progettazione partecipata del Festival, Daniele Gavella dell’Associazione “Stop hunger now”.
L’assessora Monti ha sottolineato come “anche quest’anno il metodo della progettazione partecipata, che ha coinvolto le associazioni di cittadini stranieri per la definizione e l’organizzazione degli eventi in programma, sia stata efficace e di qualità, nonostante le scarse risorse a disposizione”.
Monti ha ringraziato l’associazione Stop hunger now per aver organizzato il confezionamento dei pasti, in programma per sabato 6 giugno alle ore 10 all’Almagià, invitando la cittadinanza a partecipare al confezionamento di 10mila pasti da inviare alle scuole elementari del Burundi.
Il programma
Il Festival apre ufficialmente i battenti venerdì 5 giugno alle 17 con la Fiumana Atto VI. La Parata inaugurale con la lunga bandiera del mondo, come l’acqua di un fiume che scorre, attraverserà via Corrado Ricci, via Mariani, via Diaz e viale Farini fino alle Artificerie Almagià. Numerose le performaces di giovani artisti: avremo la Breakdance dei Lasagna Style, il parkour di Ravenna Shine, la giocoleria di Ravenna Jugglers, le percussioni senegalesi, il rap dei Pigne, i balli latino americani di Balla con Mery, i balli tradizionali macedoni del gruppo giovani Radika De, le azioni di strada di Panda Project. Il tutto sarà accompagnato dalla musica del FurgoDisco con DJ Popeye.
Alle 19.30, al Dock 61, si svolgerà l’incontro su “La questione curda: un modello per una nuova civiltà”. Sarà l’occasione per incontrare Yilmaz Orkan, membro del Congresso Nazionale del Kurdistan e portavoce dell’associazione Uiki Onlus – Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia; moderatore Luca Dubbini, attivista ravennate per i diritti umani e civili in Medioriente.
Alle 20, all’interno dell’Almagià si esibiranno i ballerini di Capoeira, la danza ispirata alla lotta che si svolgeva nelle piantagioni brasiliane fra gli schiavi di origine africana, che saranno accompagnati dalla musica del berimbao e delle percussioni. L’evento è a cura della scuola Coquinho Baiano di Ravenna. Alle 21, sempre all’Almagià, la serata continuerà con “Hip-hop con Yo! Bumb Rush the Show. La serata delle rime meticcie. Sul palco Abe Kayn, rapper ligure di origine senegalese, e Zanko, nato a Milano da genitori siriani, uno dei pionieri in Italia del rap multilingue (italo-franco-arabo). Apre la crew ravennate Magnitudo 5.
Nuova location per i dibattiti di seconda serata; alle 21.45 nella Tenda magrebina si affronterà il tema dell’accoglienza con un dibattito dedicato a “Lampedusa, la zattera d’Europa“, con gli interventi di Alessandra Ballerini (Avvocato civilista specializzato in diritti umani e immigrazione), Valentina Bellotti (cooperativa Persone in Movimento), Pippo Tadolini (Lampedusa siamo noi), Giovanna Vaccaro (Borderline Sicilia onlus). L’evento è organizzato in collaborazione con la cooperativa Persone in Movimento.
Sabato 6 giugno, il Festival incomincia alle ore 10, dentro all’Almagià, con una iniziativa di Stop Hunger Now Italia onlus: tutta la cittadinanza è invitata al confezionamento di 10mila pasti da inviare alle scuole elementari del Burundi.
All’esterno, sempre durante la giornata di sabato, dalle 9 alle 19, si terrà invece la prima Estemporanea di pittura del Festival delle Culture, sempre sul tema del Diritto alla terra. Il concorso è organizzato in collaborazione con l’associazione occupArti e lancia il Premio d’arte Festival delle Culture che avrà la sua conclusione nel 2016. Le premiazioni sono previste per domenica 7 alle 20.30, secondo i responsi di una giuria tecnica e una giuria popolare.
Alle 18.30, all’Almagià spettacolo con il Sabar, il tradizionale spettacolo senegalese di danze e percussioni (Appuntamento a cura di Asra). Alle 19.30 al Dock 61, uno degli appuntamenti più attesi del festival con Santino Spinelli e Dijana Pavlovic: Emergenza zingari!? Procedure, appalti, strategie nazionali per una minoranza linguistica culturale non riconosciuta, facile capro espiatorio con cui si alimenta malaffare e razzismo. Modera l’incontro Federica Angelini.
Alle 20.30, all’interno dell’Almagià, verrà consegnato il Premio all’intercultura città di Ravenna 2015. L’evento verrà accompagnato dalle danze della tradizione filippina a cura di Mabuhay.
Alle 21.30, stesso luogo, continuano gli spettacoli con le Danze, costumi e musiche popolari rumene a cura dell’associazione Romania Mare.
Alle 21.45, la Tenda magrebina, ospiterà una serata realizzata nell’ambito del progetto europeo Bet On Eu. Vicini di mar Adriatico, vicini d’Europa? L’ingresso dei Paesi dell’ex Jugoslavia nell’UE: interverranno Andrea Rizza (Fondazione Alexander Langer Bolzano) e Nicole Corritore (giornalista Osservatorio Balcani Caucaso).
Alle 22.30 all’Almagià il gradito ritorno di Santino Spinelli e Alexian Group in concerto. Fisarmonicista, cantautore e docente universitario di origine Rom conosciuto a livello internazionale per le sue numerosissime attività culturali, Santino Spinelli torna al Festival delle Culture dopo 10 anni con un concerto che vuole essere un viaggio ideale attraverso l’intimità della storia e della cultura Romanì.
Domenica 7 giugno gli appuntamenti cominciano alle 19 all’Almagià con The Soul Parade: Danze della tradizione nigeriana. Si esibiranno Edo community: Cultural Dance; Nzuko Ndi Igbo: Masquerade Nzuko Ndi Igbo; Afesan Community: Asologu Dance; Ika Union: Ika Cultural Dance.
Alle 19.30 al Dock 61 si parlerà di Land grabbing: le nuove frontiere del colonialismo con Roberto Sensi (ActionAid Italia), Valentina Fabbri (Associazione Ecomapuche). Modera Angelica Morales Villareal.
Alle 20.30, all’Almagià, doppia cerimonia di premiazione: oltre ai migliori lavori realizzati durante l’estemporanea di pittura sul tema del “diritto alla terra” ci sarà anche il premio “Masterchef Il Terzo Mondo”, dedicata ai due piatti più graditi del Festival delle Culture.
Alle 21.30 sempre all’interno dell’ Almagià, musica e balli tradizionali dalla Macedonia con il gruppo Radika De (a cura di Rekanska Dijaspora).
Alle 21.45 la Tenda magrebina ospiterà l’ultimo dibattito dell’edizione 2015 del Festival: Storie dei senza terra di Romagna: le tormentate vicende che i contadini romagnoli affrontarono oltre cento anni fa per il possesso della loro terra. Racconto di Andrea Baravelli, docente di storia contemporanea dell’Università di Ferrara; incursioni musicali diIvan Corbari, fisarmonicista che collabora con i canterini romagnoli del gruppo corale Pratella-Martuzzi.
Alle 22.30 la nona edizione del Festival delle Culture si concluderà all’Almagià con Lenacay in concerto. Direttamente da Barcellona Lenacay è un progetto sperimentale che contagia il flamenco con beats elettronici, rumba, rythm and blues, tracce di basso funky e chitarra elettronica. Il tutto cucinato con sapienza da “El Brujo” e dj Panko, i due membri fondatori e ideatori del gruppo “Ojos de Brujos”, vincitore nel passato del premio di miglior disco flamenco ai latin grammy negli Stati Uniti.
FUORI DAL PALCO GLI EVENTI COLLATERALI
I laboratori
Laboratorio di panificazione
Per tutte le tre serate del Festival resterà acceso il fuoco nel forno di terra cruda per cuocere i “pani del mondo”, prodotti con varietà di farine bianche e nere, di mais, di miglio, di tapioca, di cereali, di semi e di tuberi. Ogni pane racconta una storia di semplicità legata alla terra e alle tradizioni, i pani delle feste, degli sposi, i pani della vita: bhakleb, tingo, stampa, pasca, sambusa, arepa, piadina, chimodo. Previsto anche lo scambio delle paste madri.
La Manioca: la radice-cibo delle terre calde
Esposizione di tutti i prodotti derivati dalla manioca e un filmato dedicato al procedimento di trasformazione. (A cura dell’Associazione Camerunense della Romagna).
La sacralità delle tenda indiana. Di fronte all’Almagià è allestito un Tepee nel cui mondo ci accompagneranno le spiegazioni di un membro dell’Aica (American Indian Cultural Association).
Osservazione della volta stellata, guidata dagli astrofili del Planetario di Ravenna (solo venerdì e sabato). Lo spazioBonobolabo si sposta in Darsena per un’esposizione/performance artistica dentro al container di fronte all’Almagià.
Per i più piccoli: Gioca con noi! Laboratorio ludico creativo per bambine e bambini, disegni a mano libera, costruzione di giocattoli e di bijoux di tutto il mondo. A cura di Terra Mia.
L’angolo dei giochi da tavolo del lontano oriente: l’associazione italo-filippina propone il gioco del Karrom (India, Sri Lanka, Filippine), del Go/weiqi/baduk (Giappone, Cina, Corea), del Mahjong (Cina, Filippine, Vietnam, Taiwan, Romagna), del Pakisi/ludo (India, Nepal, Bangladesh), della Sungka/chonga (Filippine e indonesia), del Xiang Qi (scacchi cinesi). A cura di Mabuhay.
LE MOSTRE
Anche quest’anno sono presenti diversi spazi espositivi all’interno del festival.
L’ Agenzia Image (via Magazzini Posteriori 29) ospiterà la mostra Segni scientifici nel Corano e nella Sunna. Percorso didattico a cura della sezione femminile dell’alto comitato dello studio dei segni scientifici nel Corano e nella Sunna. La mostra integrale sarà visitabile nella galleria espositiva in via D’Azeglio 2 dal 12 al 21 di giugno.
Presso la Tenda magrebina sarà possibile visitare Rekaska Dijaspora: l’emigrazione secolare (gurbet), le persone, la natura e la cultura della regione di Reka (Rekanskiot Region) in Macedonia Occidentale, spiegati attraverso le fotografie e i racconti dei Rekanci.
All’interno dell’Almagià continua il viaggio attraverso Terre lontane in sguardi familiari. Una mostra fotografica che racconta gli sguardi e i gesti di una Cambogia quotidiana (a cura di Laboratorio Mondo).
Web Radio “A Ravenna succede di tutto” – Speciale Festival delle Culture
Per tutta la durata del Festival sarà presente “A Ravenna succede di tutto” con video interviste live on line degli ospiti dei dibattiti, degli artisti e dei personaggi che rendono possibile questo evento, visionabili tramite il canale youtube o tramite il sito ufficiale del Festival. Le interviste saranno condotte da Noanda Tania Moroni di “A Ravenna succede di tutto”. Supervisione tecnica audio e video Fabrizio Fantini.
Per informazioni E-mail: festivalculture.ra@gmail.com.