E’ partito, venerdì 9 settembre, dall’aeroporto romano di Ciampino – destinazione: Lulea, nord della Svezia – l’aereo della Guardia di Finanza con a bordo 19 richiedenti asilo eritrei, 14 uomini e 5 donne, i primi tra quelli arrivati in Italia che in base agli accordi comunitari vengono ricollocati in altri paesi Ue.
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) accoglie con favore la partenza del primo gruppo di richiedenti asilo dall’Italia nel contesto del programma europeo di ricollocamento.
Il gruppo di diciannove richiedenti asilo, tra cui cinque donne, tutti cittadini eritrei, è partito dall’aeroporto di Roma Ciampino. I richiedenti asilo sono arrivati via mare in Sicilia nelle ultime settimane e sono stati tutti registrati e sottoposti a screening nel centro di accoglienza di Lampedusa, dove hanno accettato di essere trasferiti in Svezia.
La partenza di questo gruppo dà il via ufficiale al piano di ricollocamento dall’Italia e sarà seguita da altre partenze programmate per l’inizio della settimana prossima. Il programma prevede il trasferimento di 160mila persone dall’Italia e dalla Grecia verso i paesi dell’Unione Europea aderenti, come concordato dal Consiglio dell’Unione.
Il ruolo dell’UNHCR nel programma europeo di ricollocamento consiste nel cooperare con la Commissione Europea, con le agenzie dell’Unione e con le autorità nazionali nel fornire informazioni e consulenza legale sul ricollocamento per tutta la durata della procedura, ed include un ruolo di supervisione durante le interviste affinché venga data la priorità alle persone con bisogni specifici, fra le quali i minori separati e non accompagnati.
Il programma di ricollocamento è un importante passo in avanti verso la stabilizzazione della crisi dei rifugiati in Europa, anche se resta ancora molto da fare. Il programma funzionerà solo se nei punti di ingresso in Europa saranno allestite solide strutture, capaci di accogliere, assistere, registrare ed identificare i richiedenti asilo e i migranti. Inoltre è necessario prevedere vie legali accessibili per permettere ai rifugiati di trovare sicurezza e protezione senza mettere a rischio la propria vita e quella dei loro cari.
“Il piano di ricollocamento, sebbene limitato rispetto alle attuali esigenze, rappresenta una pietra miliare che auspicabilmente contribuirà a gestire il flusso di rifugiati che raggiunge l’Europa con spirito di solidarietà tra gli Stati membri dell’Unione Europea”, ha dichiarato Laurens Jolles, Rappresentante dell’UNHCR per il Sud Europa.
Per rafforzare la fiducia tra gli Stati membri dell’Unione Europea, è necessario registrare scrupolosamente e prendere le impronte digitali di tutte le persone in arrivo, non solo di coloro che partecipano al piano di ricollocamento.
Nel 2015 sono già stati salvati nel mar Mediterraneo 132mila rifugiati e migranti che sono poi sbarcati in Italia. Nel 2014 sono arrivate via mare 170mila persone. Tragicamente 3mila persone hanno perso la vita in mare nel tentativo di trovare sicurezza nell’Unione Europea. Nel 2014 le vittime dei pericolosi viaggi attraverso il mar Mediterraneo sono state 3.500.