07 Febbraio 2017

Scrittura Festival presenta: SCRITTURE DI FRONTIERA

Ciclo di incontri per raccontare i nostri giorni ai giovani e agli adulti. Gli ospiti: Tahar Ben Jelloun, il più importante scrittore nordafricano, Gael Faye, scrittore e musicista francese di origini rouandesi e il giornalista Domenico Quirico.

Nato dalla collaborazione con l’Assessorato all’Immigrazione del Comune di Ravenna. Saranno due le anteprime italiane in programma. Tahar Ben Jelloun il più importante scrittore nordafricano terrà per la prima volta in Italia un incontro sul terrorismo ispirato al suo libro di prossima pubblicazione “Il terrorismo spiegato ai nostri figli” (La Nave di Teseo). Sarà ospitato per la prima volta in Gael Faye, scrittore e musicista francese di origini rouandesi e il giornalista Domenico Quirico terrà un incontro sulle migrazioni.

“La nostra epoca è segnata da forti mutamenti sociali e geografici difficili da comprende – dice Matteo Cavezzali, curatore del progetto – Per questo crediamo sia importante confrontarsi su questioni così rilevanti per il nostro futuro, con chi ha dedicato la vita a conoscere e tentare di raccontare queste storie. Siamo lieti che alcune tra le personalità più autorevoli nel panorama mondiale su queste tematiche abbiano accettato il nostro invito a Ravenna”.

“Sosteniamo con convinzione – afferma Valentina Morigi, assessora all’Immigrazione – il programma presentato quest’anno da Scrittura Festival, perché siamo certi che riflettere insieme a esperti, giornalisti e scrittori sul tema attualissimo delle frontiere e delle migrazioni potrà consentire ai giovani, ma anche alle coscienze degli adulti, di aprire sempre di più la propria visione del mondo, smontare i pregiudizi, sconfiggere le paure, riscoprire i valori di solidarietà, accoglienza, amicizia. Se è vero che le frontiere rappresentano confini geografici o politici, è importante considerarle anche per quello che sono dal punto di vista umano e cioè semplici linee immaginarie, che possono restare tali ma non devono mai diventare barriere mentali e fisiche o addirittura muri”.

Il programma (gli eventi sono gratuiti)

Giovedì 9 febbraio GAEL FAYE autore di “Piccolo paese” (Bompiani) discuterà di integrazione e guerra con la giornalista del Corriere della Sera Roberta Scorranese alle 18.30 a Palazzo Rasponi delle Teste in piazza Kennedy 12.

Gaël Faye nasce in Burundi nel 1982, da madre ruandese e padre francese, nel 1995 allo scoppio della guerra civile in Rwanda si trasferisce in Francia, dove scopre il rap. Dopo gli studi di economia e un master in finanza, lavora a Londra per un fondo d’investimento per alcuni anni, prima di lasciare la City e dedicarsi alla scrittura e alla musica. Come musicista ha collaborato con numerosi altri artisti, principalmente d’origine africana, e ha ricevuto il Prix Charles Cros nel 2014. Piccolo paese è il suo primo romanzo. Vincitore del Prix Goncourt des Lycéens 2016.

Giovedì 16 febbraio TAHAR BEN JELLOUN sarà a Ravenna per un doppio appuntamento ispirato al suo libro “Il terrorismo spiegato ai nostri figli” (La Nave di Teseo) alle 11.30 incontrerà trecento ragazzi delle scuole superiori, alle 18 invece sarà protagonista di un incontro aperto al pubblico a Palazzo dei Congressi il Largo Firenze 1.

Immagini traumatiche, azioni che vanno ben al di là della ragione, la morte distribuita alla cieca fra gente comune inerte – allo stadio, nei teatri, al bar, in aeroporto -, l’ansia che afferra intere società… I giovani sono la preda migliore per la paura che è ormai al cuore dell’Europa, con gli ultimi attacchi jihadisti, da quando nel 2014 i fondamentalisti hanno proclamato l’esistenza di uno Stato Islamico. Come aiutare i ragazzi a liberarsi della paura? Come spiegare loro cosa sta succedendo, cosa c’entra tutto questo con la religione e quanto invece ha a che fare con interessi, politiche, e dinamiche che risalgono al passato? Ben Jelloun sceglie la strada della chiarezza, iniziando a far luce anzitutto sulle parole che usiamo. Prima fra tutte, la parola “terrorismo”, che utilizziamo per alcuni sanguinosi episodi di ispirazione politica ma anche per l’esplosione attuale del fondamentalismo islamico.

Tahar Ben Jelloun è nato a Fès (Marocco), ma ha trascorso la sua adolescenza a Tangeri e ha compiuto gli studi di filosofia a Rabat. Ha insegnato in un liceo a Tétouan e a Casablanca ed è stato collaboratore del Magazine “Souffles”. Nel 1971 si trasferisce a Parigi dove si iscrive a sociologia laureandosi dopo tre anni con una tesi sulla confusione mentale degli immigrati ospedalizzati. Nel frattempo scrive, collabora regolarmente al giornale Le Monde e nel 1972 pubblica una raccolta di poesie. É molto noto in Italia per i suoi numerosi romanzi e per i suoi articoli che appaiono di frequente su La Repubblica. Con il Premio Goncourt assegnatogli per La Nuit sacrée nel 1987, diventa lo scrittore francofono più conosciuto della Francia. Interviene con dibattiti e articoli sui problemi della società, soprattutto sul problema della periferia urbana e del razzismo. Con il libro Il razzismo spiegato a mia figlia e per il suo profondo messaggio gli è stato conferito dal segretario delle Nazioni Unite, Kofi Annan, il “Global Tolerance Award”.

Scritture di Frontiera proseguirà il 7 marzo con DOMENICO QUIRICO “Esodo. Storia del nuovo millennio”

Ore 18.30 a Palazzo Rasponi dialogando con Matteo Cavezzali.

Quirico ha compiuto un lungo viaggio con i popoli migranti che si stanno riversando in Europa. Il suo è il racconto in presa diretta della Grande Migrazione che sta già mutando il mondo e la storia a venire. Un esodo che ha inizio là dove parti intere del pianeta si svuotano di uomini, di rumori, di vita. Negli squarci sterminati di Africa e di Medio Oriente, dove la sabbia già ricopre le strade e ne cancella il ricordo, dove sterpaglie e foresta inghiottono edifici, capanne e campi (che senso ha coltivare ancora una terra che non dà nulla, sfinita com’è dalle siccità, dalla mancanza di concimi e dalla esiguità delle sementi?). Nei luoghi dove tutti quelli che possono mettersi in cammino partono e non restano che donne e vecchi che hanno avuto paura. Raggruppati, rannicchiati insieme, senza un grido, una parola. Gli unici rumori sono quelli della guerra: camion carichi di soldati bambini o gendarmi, jihadisti sui loro pick up e le loro lugubri bandiere. Termina nel nostro mondo, dove file di uomini sbarcano da navi che sono già relitti o cercano di sfondare muri improvvisati, camminano, scalano montagne, hanno mappe che sono messaggi di parenti o amici che già vivono nel Paradiso. È il Grande Esodo. Muterà il mondo, ma quando ce ne accorgeremo sarà già in noi. Il libro racconta la coralità di questa mutazione: non storie singole di migranti, perché è un delitto separarli, ma il viaggio, in terra e in mare, che li ha resi un popolo nuovo.

Domenico Quirico è reporter per il quotidiano torinese «La Stampa» e caposervizio esteri. È stato corrispondente da Parigi e inviato di guerra. Si è interessato fra l’altro degli avvenimenti sorti a partire dal 2010-2011 e noti come “Primavera araba”. Il 9 aprile 2013, mentre si trovava in Siria come corrispondente, è stato rapito. Viene liberato l’8 settembre dello stesso anno, in seguito ad un intervento dello Stato italiano. Tra i suoi molti libri, ricordiamo Naja. Storia del servizio di leva in Italia (Mondadori, 2008), Primavera araba. Le rivoluzioni dall’altra parte del mare (Bollati Boringhieri, 2011), Gli ultimi. La magnifica storia dei vinti (Neri Pozza, 2013), Il paese del male. 152 giorni in ostaggio in Siria (Neri Pozza, 2013), Il grande califfato (Neri Pozza, 2015), Esodo. Storia del nuovo millennio (Neri Pozza, 2016).

Scrittura Festival è realizzato grazie alla Regione Emilia-Romagna, il Comune di Ravenna, il Comune di Lugo, la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, la Fondazione Cassa di Risparmio e CMC ed è sostenuto anche dalla collaborazione da una rete di piccole realtà locali come la Libreria Dante di Longo, l’Hotel Diana e l’Osteria del Tempo Perso e dagli amici della Associazione Onnivoro come Stefano Bon, Antonio Maiani, Stefano Carattoni, Kingsley Oniedika Okeke, Alberta e Angela Longo.

Fonte: Ravenna24ore

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