I consiglieri comunali Pri Giannantonio Mingozzi e Chiara Francesconi intervengono sull’attivismo del sindaco di Cesena, Paolo Lucchi, che continua a convocare assemblee e comitati a sostegno di un ipotetico nuovo ospedale della Romagna a Cesena per un investimento di almeno 200 milioni.
“In nessun piano ospedaliero della Romagna e in nessuna proposta di riordino della rete sanitaria si fa cenno ad un nuovo Bufalini da realizzarsi in località Villa Chiavica e inteso come nosocomio della Romagna, primo passo verso un nuovo brand romagnolo.
E’ sempre utile parlare di riqualificazione ospedaliera – sottolineano gli esponenti del Pri – ma posta in questi termini la proposta di Lucchi rappresenta un vero e proprio macigno sulla strada di un accordo condiviso tra i comuni capoluogo che rafforzi i quattro principali ospedali: ci domandiamo infatti che senso abbia ipotizzare cento posto in meno a Ravenna, con il recupero di una decina di posti in specialistica o la sottoscrizione di un accordo proposto dall’università a tutti i sindaci per nuovi poli scientifici e didattici da Ravenna a Rimini, in presenza di un comune come Cesena che ipotizza nuovi mega ospedali senza confrontarsi con nessuno.
E sarebbe ancora più grave- concludono Mingozzi e Francesconi – se la Regione e l’Ausl Romagna avessero offerto una qualche disponibilità a sostenere l’idea provocando un vulnus senza precedenti nel rapporto istituzionale tra le principali città della Romagna.
Sarà bene allora che il Comune di Ravenna e il sindaco de Pascale, che si dichiarò contrario a quella proposta in campagna elettorale, affronti il tema al più presto, magari appena istituita la nuova commissione consiliare Sanità.
Noi abbiamo sostenuto le ragioni che ci vedono contrari alle proposte di Cesena e siamo disponibili in sede istituzionale a confrontarci con tutte le altre rappresentanze politiche e con le massime espressioni di Regione e Ausl Romagna”.
18 Luglio 2016