22 Novembre 2016

Sabato e domenica gli eventi dedicati al 72° Anniversario della strage di Madonna dell’Albero

Con lo spettacolo teatrale di Eugenio Sideri “Aviés. Pedalate nella Memoria”, sabato 26 novembre alle 20.30 all’auditorium dell’istituto comprensivo Ricci Muratori (via Doberdò 5), e una cerimonia commemorativa domenica 27 dalle 10 a Madonna dell’Albero, il Comune e l’Anpi ricordano, con il consiglio territoriale Ravenna sud e il comitato cittadino di Ponte Nuovo e Madonna dell’Albero, il 72° anniversario dell’ eccidio di Madonna dell’Albero (27 novembre 1944): la più efferata strage nazista in provincia di Ravenna, nella quale 56 civili furono barbaramente uccisi da truppe tedesche. Le vittime furono prese nelle case di via Nuova (oggi via 56 Martiri) e radunate in un vicino capanno di canne dove, dall’esterno, vennero mitragliate a morte e poi nascoste sotto il letame. Vi fu un unico superstite, che riuscì a scampare al massacro rifugiandosi in una botte incassata nel terreno. Su 56 vittime 16 erano bambini, 8 anziani, 17 donne, 15 uomini.
Lo spettacolo teatrale di sabato, aperto a tutti, sarà preceduto dai saluti dell’assessore al decentramento Gianandrea Baroncini, del presidente del consiglio territoriale Ravenna sud Antonio Mellini e del presidente dell’Istituto storico della Resistenza di Ravenna e provincia Guido Ceroni.
Lo spettacolo è di Eugenio Sideri; in scena Enrico Caravita, Giulia Casadio, Celeste Pirazzini, Matilde Pirazzini e Laura Sentiero; le coreografie sono di Mariella Ciccarino; il progetto è a cura di Eugenio Sideri ed Enrico Caravita ed è prodotto da Comune di Ravenna – assessorato al Decentramento e Lady Godiva Teatro.
Partendo da “Napoleone”, nome di battaglia di Umberto Ricci, gappista volante, di 22 anni, morto impiccato il 25 agosto 1944 presso il Ponte degli Allocchi (oggi Ponte dei Martiri) per aver ucciso una settimana prima, con due precisi colpi al petto, la camicia nera Leonida Bedeschi, dall’emblematico soprannome di “Cativeria”, gli autori sono “risaliti lungo le strade della Romagna (ma non solo) in bicicletta. “E percorrendole in bicicletta – spiegano gli autori – abbiamo ascoltato le storie che le strade ancora raccontano, con i loro cippi e le loro lapidi. Storie di uomini e donne, o meglio, spesso di ragazzi e ragazze, partigiani e staffette, che hanno dedicato la propria vita, anche perdendola, alla Resistenza. Guerra e lotta per la Liberazione per un Paese libero, per un futuro democratico e sincero. Per raggiungere ciò che oggi, forse, a volte appare scontato, ma che 70 anni fa non lo era affatto”.
Il programma della cerimonia di domenica 27 novembre prevede alle 10 la partenza del corteo, preceduto dal Gonfalone della città e con l’accompagnamento della banda, dal Bronson (ex circolo Endas) di Madonna dell’Albero, in via Cella 50; si raggiungerà prima la parrocchia di Madonna dell’Albero, in via Cella 99, per l’omaggio alla lapide di don Domenico Turci, che il 17 novembre 1944, vigilia del suo trentesimo compleanno, venne sorpreso da una pattuglia tedesca mentre segnalava la presenza di mine con ramoscelli. Il religioso venne arrestato e condotto al comando tedesco di Ravenna. Da allora di lui non si è saputo più nulla e nemmeno il suo corpo è mai stato ritrovato.
Il corteo raggiungerà poi il Sacrario dei Martiri, in via 56 Martiri, per la deposizione di corone in memoria delle 56 vittime della barbarie nazista. Dopo il saluto di Antonio Mellini, presidente del consiglio territoriale Ravenna Sud, interverrà per il discorso commemorativo l’assessore Gianandrea Baroncini.
Scheda completa dello spettacolo “Aviés. Pedalate nella Memoria”
Aviés
Pedalate nella Memoria
di
Eugenio Sideri
con
Enrico Caravita
Giulia Casadio
Celeste Pirazzini
Matilde Pirazzini
Laura Sentiero
Coreografie
Mariella Ciccarino
un progetto a cura di
Eugenio Sideri e Enrico Caravita
Produzione
Comune di Ravenna /Assessorato al Decentramento
Lady Godiva Teatro
Regia
Eugenio Sideri
Aviés, in romagnolo, è andarsene.
‘Andarsene’ un po’ come morire, ma ‘andarsene’ anche nel senso più etimologico di avviarsi, andar via. Cambiare aria.
Aria nuova, aria pulita.
Aria libera.
Aria di Libertà.
Napoleone è un nome di battaglia.
Il 18 agosto 1944 uccide, con due precisi colpi al petto, la camicia nera Leonida Bedeschi, dall’emblematico soprannome di Cativeria.
Napoleone era Umberto Ricci, gappista volante, di anni 22. Morto impiccato a Ravenna, il 25 agosto 1944 presso il Ponte degli Allocchi (oggi Ponte dei Martiri).
Partendo da questo nome, e da questo fatto, siamo risaliti lungo le strade della Romagna (ma non solo) in bicicletta. E con le biciclette abbiamo ascoltato le storie che le strade ancora raccontano, con i loro cippi e le loro lapidi.
Storie di uomini e donne, o meglio, spesso di ragazzi e ragazze, partigiani e staffette, che hanno dedicato la propria vita, anche perdendola, alla Resistenza.
Guerra e lotta per la Liberazione, per un Paese libero, per un futuro democratico e sincero. Per raggiungere ciò che oggi, forse, a volte appare scontato, ma che 70 anni fa non lo era affatto.
E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, tra i morti abbandonati nelle piazze sull’erba dura di ghiaccio, al lamento d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo.
Napoleone, Natalina Vacchi, Candida Bondi, Sultana, Silvio Corbari… questi alcuni ed alcune dei protagonisti delle storie che raccontiamo, sul filo della Storia e della Memoria: crediamo che il ricordo e la Memoria siano bene prezioso per non dimenticare, affinché diventino strumenti per costruire un presente migliore.
Sporte di paglia che piene di mele a nascondere pistole, nascondigli in mezzo ai campi o nelle soffitte, travestimenti, tradimenti e torture: aneddotica e storiografia si alternano in una serie di racconti di gente che “ha dovuto fare la guerra perché non voleva più la guerra”. Così mi ha detto un giorno una nonna, anziana staffetta partigiana.
Così noi raccontiamo delle storie per parlare della Storia.