Incrementare e rafforzare, in un quadro di rapporti sinergici fra i diversi attori istituzionali, le politiche pubbliche di conservazione, valorizzazione e fruizione dell’area ravennate, che rappresenta un unicum nel panorama italiano dei beni culturali in ragione del patrimonio artistico di edifici e mosaici paleocristiani, tardo-antichi e bizantini del V e VI secolo e di quello non meno significativo di carattere archeologico risalente al periodo romano.
È questo l’obiettivo dell’accordo di valorizzazione firmato questa mattina a Roma al MIBACT da Ministero, Regione Emilia-Romagna, Provincia e Comune di Ravenna.
L’accordo riguarda il patrimonio dei beni archeologici, storici e artistici del territorio, in particolare:
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Le aree archeologiche di Classe denominate Podere Chiavichetta e area di San Severo;
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Il Museo archeologico di Classe;
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La Cripta Rasponi e Giardini Pensili;
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La Domus dei Tappeti di Pietra;
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L’ex Convento degli Agostiniani di San Nicolò, sede del museo TAMO;
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I beni statali, relativamente ai servizi di ospitalità e strumentali,
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o Basilica di Sant’Apollinare in Classe
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o Mausoleo di Teodorico
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o Museo Nazionale di Ravenna
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o Palazzo di Teodorico
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o Battistero degli Ariani
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I beni comunali o nella disponibilità del Comune, relativamente ai servizi di ospitalità e strumentali,
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o Tomba di Dante, Museo Dantesco e aree di pertinenza della cosiddetta Zona del silenzio
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o MAR Museo d’Arte della città di Ravenna.
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“Il nucleo portante di questo accordo – sottolineano il sindaco Michele de Pascale e l’assessora alla Cultura Elsa Signorino – è l’esperienza della Fondazione RavennAntica, lo strumento del Comune con il quale si è dato vita al percorso di valorizzazione del patrimonio archeologico ravennate, fatto soprattutto di restituzione alla fruizione pubblica di beni altrimenti indisponibili, grazie a collaborazioni tra la stessa RavennAntica, il MIBACT, la Provincia e il Comune. Tali relazioni fanno del “caso Ravenna” un esempio virtuoso di collaborazione fra istituzioni centrali e locali nel settore della conservazione, valorizzazione e fruizione di beni culturali. Queste diverse esperienze su singoli progetti diventano ora un’intesa quadro di portata straordinaria su tutti i beni storico-artistici”.
“Siamo molto soddisfatti del riconoscimento per l’attività svolta da RavennAntica durante tutti questi anni – dichiara Lanfranco Gualtieri, vice presidente della Fondazione RavennAntica. Plaudiamo a questo importante risultato conseguito dal Comune di Ravenna, pronti a raccogliere questa nuova sfida che ci attende, consapevoli che richiederà un grande impegno, ma pronti ad assolverlo al meglio”.
In virtù dell’accordo, al fine di realizzare la valorizzazione congiunta di tutti i luoghi oggetto dello stesso, di proprietà statale, provinciale e comunale, i firmatari ritengono opportuna l’attivazione di una forma speciale di partenariato con la Fondazione RavennAntica, partner proposto dal Comune e ritenuto idoneo dal MIBACT, che dunque gestirà tutti i servizi di ospitalità e strumentali, con particolare riferimento alla promozione, alla biglietteria e alle visite guidate. La gestione di RavennAntica subentrerà man mano che scadranno quelle attuali.
Inoltre attraverso l’accordo, tutte le convenzioni già attive con RavennAntica diventeranno ventennali (area archeologica di Classe, Cripta Rasponi e giardini Pensili, Domus dei Tappeti di Pietra, San Nicolò), in attesa che, per quanto riguarda l’area archeologica di Classe e San Nicolò, possa intervenire il trasferimento delle aree dallo Stato al Comune. Per i reperti che costituiranno la dotazione del futuro Museo Archeologico di Classe e per quelli che dovessero essere rinvenuti nell’area archeologica, le parti concordano di formalizzare il deposito a favore del Comune per la durata di vent’anni.
“Raggiungiamo un risultato di valore straordinario – concludono il sindaco e l’assessora – frutto di un lungo e intenso lavoro, uno dei principali obiettivi che ci eravamo posti per la promozione del nostro patrimonio artistico-culturale. Si tratta di un percorso che continuerà a vederci impegnati a ricercare ulteriori forme di partecipazione e coinvolgimento di altri soggetti pubblici e privati, pensiamo ad esempio alla Curia, alle fondazioni bancarie e ad altri comuni romagnoli”.