Sabato 4 febbraio, alle 17 alla sala Muratori della biblioteca Classense, verrà presentato il volume dedicato all’artista vicentino, recentemente scomparso, Gino Pellegrini. Emigrato da giovane negli Stati Uniti, ha poi deciso di rientrare in Italia negli anni Settanta e stabilirsi in maniera definitiva in Emilia Romagna, dove ha continuato a svolgere il suo lavoro, caratterizzato da un’alternanza di ricerca artistica e attività nel campo della scenografia, cinematografia e documentaristica. Il suo impegno artistico si è espresso con una ricerca multiforme e continua sulla pittura e sui materiali più diversi, in particolare con performance pittoriche in tempo reale, privilegiando scenografie d’ambiente, soprattutto in esterni. Pellegrini ha instaurato un’importante legame con la biblioteca Classense con la quale numerose sono state le collaborazioni; parte rilevante sono le scenografie con cui ha allestito ben sette mostre tematiche, tra le quali Chymica vannus (1986) e Lord Byron (1988). L’incontro di sabato, al quale interverranno Osvalda Clorari Pellegrini, Donatino Domini, Claudia Giuliani, Danilo Montanari, Gianfranco Tondini e Fabrizio Varesco, è promosso da Ravenna Cinema in collaborazione con l’Istituzione Biblioteca Classense del Comune di Ravenna.
Gino Pellegrini (1941-2014), artista di fama internazionale, inizia la sua carriera all’età di 16 anni a Los Angeles, dove frequenta la Facoltà di Architettura all’UCLA. Dopo un periodo di lavoro nel campo del disegno pubblicitario e artistico, entra nell’industria del cinema dove lavora come pittore scenico e scenografo. Tra i film più importanti a cui lavora si ricordano: 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, West Side Story, Funny Girl, Hello Dolly, Mary Poppins, Indovina chi viene a cena?,Gli uccelli, Gli ammutinati del Bounty, Il pianeta delle scimmie, La spada nella roccia, nonché alcune note serie tv tra cui Bonanza e Star Trek. Dopo un lungo periodo di intensa attività in California, torna in Italia nel 1972, stabilendosi a San Giovanni in Persiceto (Bologna) dove realizza la Piazzetta degli inganni, opera costituita da numerose scene di trompe l’oeil dipinte sui muri delle case prospicienti alla piazza Betlemme.