Con l’omaggio alla lapide dedicata ai 31 ebrei che dalla stazione di Ravenna furono deportati ad Auschwitz il 24 gennaio 1944, si sono aperte questa mattina le celebrazioni del Giorno della memoria: numerosi gli appuntamenti promossi, non solo oggi, da istituzioni, scuole, realtà culturali e associative di tutto il territorio comunale. Sono tra gli altri intervenuti il prefetto Francesco Russo, rappresentanti delle forze dell’ordine e associazioni, il sindaco Michele de Pascale, la presidente del consiglio comunale Livia Molducci, gli studenti di tre scuole superiori.
Prima della cerimonia, il sindaco, numerosi consiglieri comunali e assessori – che hanno partecipato anche ad altre iniziative, come ad esempio quelle organizzate dalla scuola elementare Mordani in memoria di Roberto Bachi – hanno distribuito materiale informativo sulla ricorrenza a cinquecento pendolari.
“Corriamo sempre un rischio – ha detto il sindaco de Pascale – ogni qual volta ci troviamo per celebrare un momento storico: che questo diventi un rito, un gesto ripetitivo e qualcosa di cui non percepiamo fino in fondo il significato.
Oggi celebriamo qui, nell’atrio della stazione di Ravenna, il Giorno della memoria, e ringrazio le scuole e i tanti ragazzi che sono qui presenti, perché fanno di questo momento un’occasione ancora più preziosa, poiché la memoria esplica la sua forza solo quando riesce a trasmettere un messaggio e un insegnamento.
Purtroppo la tragedia dell’Olocausto è avvenuta anche qui, nella nostra città.
Proviamo ad immaginare quella notte del 24 gennaio 1944, solo 73 anni fa, quando in questa stazione transitarono 31 persone di religione ebraica, rastrellate in Romagna dalla barbarie nazi-fascista, spinte in catene sui treni e inviate al campo di sterminio di Auschwitz.
Tra di loro anche ragazzi e ragazze che avevano la vostra età, ai quali sono stati negati il diritto e l’aspettativa di una vita felice, di potersi realizzare, studiare e divertire; l’orrore nazi-fascista ha deciso che questo non doveva avvenire, solo perché appartenevano a una determinata etnia, religione, gruppo sociale, e con lucida e sistematica follia li ha inviati, insieme alle loro famiglie, nel luogo più orribile della storia dell’umanità, a morire nel dolore e nell’umiliazione.
Non dimentichiamo che anche nella società di oggi molte persone stanno vivendo orrori e violenze; facciamo sì che questa Giornata della memoria diventi uno strumento importante e utile per interpretare l’oggi e costruire il domani”.
Il sindaco lo ha ribadito anche ai 62 ragazzi e ragazze della Consulta, riunitisi alle 9.30 in municipio. Dopo di lui ha preso la parola il prefetto Francesco Russo, che ha raccomandato ai ragazzi di coltivare sempre il rispetto e la gentilezza e ha consegnato la medaglia d’onore di cui è stato insignito Lino Donatini, classe 1919, militare che fu deportato e internato a Berlino dal 1943 al 1945 e ormai deceduto. L’onorificenza è stata ricevuta dal nipote, Maurizio Melandri.
La Consulta ha poi proseguito i propri lavori con le riflessioni dei suoi giovani componenti e la lettura, a cura della biblioteca Classense, di brani tratti dal libro “Lev” di Barbara Vagnozzi, pubblicato dalla Gallucci editore proprio in occasione della Giornata della Memoria; il racconto è ispirato alla storia vera di Lev Nelken, un bambino di 13 anni che sfuggì alla persecuzione nazista scappando con uno degli ultimi kindertransport.
Il sindaco è poi intervenuto all’inaugurazione della mostra del liceo artistico Nervi Severini “Passi di normalità nel buio della ragione”, allestita nella chiesa di Santa Maria delle Croci e aperta fino al 27 febbraio.
Si ricordano gli altri appuntamenti in programma oggi: alle 17, nell’ambito della mostra di pittura “La valigia dei disegni”, allestita nella sala espositiva di palazzo Rasponi 2, ispirata e dedicata al ricordo dei bambini di Terezin, si alterneranno momenti di letture su testi di Carla Baroncelli e Barbara Domenichini e di musiche eseguite dall’orchestra e dal coro della scuola Guido Novello.
Alle 18, invece, a Castiglione di Ravenna, nella sala Tamerice, in via Vittorio Veneto 21, spazio alle riflessioni e alle testimonianze di alcuni studenti della scuola Zignani che hanno partecipato a un viaggio studio al campo di concentramento di Dachau.