Gli incontri del mese di marzo, organizzati dal Centro Relazioni Culturali del Comune di Ravenna, saranno come di consueto un omaggio alle donne. Venerdì 3 marzo, alle 18 alla Sala D’Attorre, torna a Ravenna Maria Giuseppina Muzzarelli per presentare il suo ultimo libro A capo coperto. Storie di donne e di veli (il Mulino ed.).
Muzzarelli, esperta di storia medievale e di storia della moda e del costume, si è soffermata sul velo, indumento leggero e versatile, un tempo caratteristico dell’Occidente, oggi caricato di valori simbolici e religiosi legati prettamente al mondo islamico. Veli, foulard, copricapi sono stati da sempre connotati in maniera ambigua, non si limitano ad essere solo un mero accessorio, ma sono oggetti in grado di coprire e nascondere e, allo stesso tempo, di alludere e attrarre.
Il coprirsi il volto e il capo ha origine millenaria nell’Occidente, dalla Bibbia all’antica Grecia fino ai diversi movimenti letterari e artistici, le donne erano solite coprirsi il capo, sia per una questione di identità personale sia per motivi sociali e religiosi. Si pensi alle donne cristiane d’Occidente che per secoli hanno portato il velo, così come nelle rappresentazioni sacre, il velo era prerogativa delle donne sposate, delle vedove e delle religiose. Inoltre dal XIII e XIV secolo con l’avvento della moda, gli indumenti e gli accessori per coprirsi il capo hanno assunto un’ulteriore valenza simbolica, oltre al significato di pudore, dignità e rispetto, si è aggiunto quello dell’esibizionismo e dello sfoggio della ricchezza.