Il Comune di Ravenna si è aggiudicato il terzo posto su 112 nella graduatoria del bando per la rigenerazione urbana della Regione Emilia-Romagna, ottenendo il contributo massimo disponibile di 1,5 milioni di euro per il progetto Ravenna rigenera di riqualificazione dell’ex caserma Dante Alighieri.
La Regione Emilia-Romagna conseguentemente alla legge urbanistica regionale, approvata a fine 2017, ha messo a disposizione trenta milioni di euro dal Fondo europeo di sviluppo e coesione per migliorare la qualità urbana e sociale dei centri abitati.
Ravenna ha candidato l’area, oggi di proprietà del Comune, attualmente occupata dalla caserma dismessa, per un progetto di rigenerazione che sostituisca una zona cementificata con un parco pubblico. Il costo previsto per l’intero progetto è di circa 3 milioni di cui metà finanzianti dal contributo regionale e metà dal Comune di Ravenna.
“Siamo molto contenti del risultato ottenuto – commenta il sindaco Michele de Pascale – non solo per l’entità del contributo, che è il massimo previsto per il tipo di intervento, ma anche per l’ottima posizione raggiunta, che mette in luce l’efficacia della strategia e la qualità del progetto presentato, frutto del lavoro di squadra di diversi uffici comunali, in primis urbanistica e lavori pubblici, coordinati dalla responsabile della pianificazione strategica del mio staff, l’architetta Mara Roncuzzi.
Un’area abbandonata nel cuore della città verrà restituita ai cittadini, trasformata in un luogo verde, vivo e attrattivo, puntando sull’ambiente, la cultura e la socialità. Questo intervento sarà l’innesco di un circolo virtuoso per il recupero e la valorizzazione dell’intero comparto, compresa la parte dell’ex Collegio dei Nobili, oggi di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti, da destinare a struttura ricettiva di alta categoria, come indicato nel secondo Poc”.
Il progetto è sostanzialmente un passaggio intermedio rispetto alla destinazione d’uso finale dell’ex caserma. L’area infatti ha un’altissima potenzialità archeologica ancora da esplorare.
I lavori cominceranno fra la fine del 2019 e l’inizio del 2020.
Prima di tutto verrà bonificato l’amianto dai tetti. Contemporaneamente saranno rimossi l’asfalto e il cemento che ricoprono interamente l’area e abbattuti gli edifici una volta utilizzati dai militari e privi di valore storico-culturale.
Riprendendo alcune suggestioni dall’impianto ottocentesco, fra cui le tracce di alcuni degli stradelli che suddividevano le proprietà, verranno realizzati un parco, giardini e orti, in attesa di un’analisi archeologica approfondita.
Come da richiesta della Soprintendenza le mura della caserma verranno conservate.
Affinché il luogo sia vissuto e frequentato sono già stati impostati alcuni accordi informali con la Casa circondariale, scuole, associazioni e altre realtà del territorio, per portarvi attività culturali, ricreative e sportive.
La storia dell’ex caserma Dante Alighieri
La proprietà dell’intero comparto della ex Caserma Dante Alighieri fino alla fine del 2017 era dell’Agenzia del Demanio dello Stato, in uso al Ministero della Difesa. L’area comprendeva il settecentesco Collegio dei Nobili. I militari, pur avendo abbandonato di fatto la caserma nel 2004, l’avevano ancora in uso. Dal 2004 si è ufficialmente aperta la ricerca della migliore ipotesi di valorizzazione della grande area.
La recente amministrazione ha avviato un dialogo con Demanio e Ministero della Difesa, che ha portato alla firma di un Protocollo (PUVAT) già il 30 maggio 2017, alla presenza dell’Ingegner Reggi Direttore Generale del Demanio d’intesa con Comune e Provincia.
Si è attivato così un percorso per la valorizzazione del comparto, che ha disegnato da un lato il trasferimento a titolo non oneroso di una porzione dell’area dallo Stato al Comune – nell’ambito del cosiddetto federalismo demaniale – dall’altro l’acquisizione da parte di Cassa Depositi e Prestiti della parte pregiata dell’intero comparto, vale a dire l’Ex Collegio dei Nobili poi inglobato nella caserma.
Insomma, si è proceduto a un frazionamento del bene immobiliare prima in mano all’Agenzia del Demanio Statale in soluzione unica. Un comparto complessivo pari a 23.000 mq. La parte acquisita dalla Cassa Depositi e Prestiti è di 8.700 mq con una superficie costruita complessiva di 8.200 mq. L’area invece acquisita dal Comune è di 14.247 mq, con superfici costruite di 6.670 mq.