In rappresentanza del Comune di Ravenna, la presidente del consiglio comunale Livia Molducci ha partecipato domenica scorsa alla cerimonia promossa dalla città di Belluno per ricordare i dieci partigiani che il 10 marzo 1945 furono impiccati per rappresaglia nazista al Bosco delle Castagne: il ravennate Mario Pasi (Montagna), Giuseppe Santomaso (Franco), Francesco Bortot (Carnera), Marcello Boni (Nino), Pietro Bertanza (Portos), Giuseppe Como (Penna), Ruggero Fiabane (Rampa), Giovanni Cibien (Mino), Giovanni Candeago (Fiore), Ioseph, soldato francese sconosciuto.
“Le persone che oggi ricordiamo e onoriamo – ha detto la presidente Molducci nel suo intervento – le loro azioni e il loro sacrificio, sono di esempio per tutti noi e monito per preservare e rinvigorire i beni preziosi che ci hanno consegnato: libertà, pace e democrazia”.
Molducci si è poi soffermata sulla figura di Mario Pasi: “Amava la libertà sopra ogni cosa, per sé e per gli altri.
Nato a Ravenna il 21 luglio 1913, figlio di operai, cresce nel borgo San Rocco, dove gli vengono trasmessi i grandi valori della tradizione socialista, repubblicana, cattolica antifascista legata a don Giovanni Minzoni.
I sacrifici dei suoi genitori gli permettono di studiare medicina a Bologna, insieme ad un altro ravennate, Benigno Zaccagnini, suo coeteneo.
Dopo la laurea in medicina nel 1936 Mario Pasi si impegna attivamente nelle cellule comuniste della sua Ravenna e si rinsalda in lui la determinazione a lottare contro l’oppressione fascista.
Nel 1938 viene assunto all’ospedale Santa Chiara e si trasferisce a Trento, dove oltre al lavoro di chirurgo svolge una intensa attività organizzativa nel Partito Comunista. Partecipa alle riunioni del CLN con i socialisti, i repubblicani e i cattolici e sostiene la necessità di passare alla lotta armata, decidendo poi di raggiungere le formazioni partigiane che operavano nel bellunese e divenendo uno dei capi più prestigiosi e leggendari della lotta partigiana in queste aspre montagne.
Pur provenendo dalla pianura ravennate, amò tanto questa terra, amore che dimostrò scegliendo come nome di battaglia“Montagna”.
Nel novembre del ‘44 viene catturato dalle SS, che lo sottopongono a inenarrabili torture per farlo parlare, ma lui non parlerà. Il 10 marzo viene prelevato dalle carceri con altri nove partigiani, tutti impiccati in questo bosco.
Mario Pasi è stato un uomo di grande levatura morale, molto determinato e coraggioso nel professare le proprie idee, nel lottare contro le ingiustizie e l’oppressione.
Noi, oggi, qui, insieme rendiamo omaggio a questi martiri, idealmente ricordando tutte le persone che hanno combattuto per la libertà e la democrazia, per la dignità delle persone”.