01 Giugno 2018

Al via il Festival delle Culture: musica, danze, laboratori creativi e tanto altro dall’8 al 10 giugno alla Darsena di città. “Le cittadinanze” è il tema della dodicesima edizione

Torna il Festival delle Culture alla Darsena di città.
La kermesse, giunta alla XII^ edizione, è promossa dall’assessorato alle Politiche per l’immigrazione e si caratterizza per il valore aggiunto del processo partecipato e creativo di tante associazioni e cittadinanza migrante e autoctona.
L’evento registra la partecipazione di 67 associazioni/comitati, 27 classi di scuole primarie e medie di Ravenna, Cervia e Russi e diversi servizi e istituzioni cittadine come la biblioteca Oriani, Cittattiva, l’università di Bologna – Campus di Ravenna.
“Il festival delle Culture – ha detto l’assessora alle Politiche per l’immigrazione, Valentina Morigi – è tra gli eventi che promuoviamo per fare la nostra parte nella costruzione di una comunità basata sull’accoglienza, sull’inclusione e sull’accettazione della diversità come carattere distintivo della bellezza dell’umanità; la realizzazione del festival è l’esito di una progetto partecipato di cui siamo orgogliosi perchè coinvolge decine di associazioni e di cittadini di Ravenna, sia italiani sia provenienti da altre parti del mondo”.
Quest’anno il tema conduttore delle 3 serate è “Le cittadinanze”: da venerdì 8 a domenica 10 giugno, sul palco delle Artificerie Almagià, si alterneranno concerti di etno e world music di orchestre internazionali, danze popolari, dibattiti, laboratori in un contesto ricco di installazioni artistiche, mostre, mercatino dell’artigianato con la possibilità di cenare sul canale Candiano in uno dei dieci punti ristoro con cucina tradizionale di paesi africani, sud-americani, est-europei e asiatici.
Come ogni anno il Festival è stato preceduto da un intenso programma pre-Festival avviatosi ai primi di maggio e in conclusione nel prossimo fine settimana, sabato 2 e domenica 3 giugno, con il laboratorio di teatro partecipato “Senza confini”, condotto dal Teatro due mondi di Faenza presso il Centro Quake dove ravennati, profughi e rifugiati avranno modo di incontrarsi per costruire l’azione di strada che aprirà il festival in piazza San Francesco venerdì 8 giugno alle 17 cui seguirà “La fiumana”, una parata colorata e ricca di performance artistiche lungo le vie del centro storico fino alle Artificerie Almagià.
Le iscrizioni al laboratorio “Senza confini” sono gratuite e ancora aperte, chi è interessato, anche all’ultimo minuto potrà partecipare arrivando al Centro Quake sabato 2 giugno alle 10.

Tra gli appuntamenti della prima serata di venerdì 8 giugno, alle 19,15, avrà luogo “La cittadinanza e la differenza s’imparano a scuola”: sul palco si incontreranno gli alunni e le alunne delle scuole primarie e medie che saranno condotti in un grande gioco-performance dal collettivo di giovani rifugiati “Giocherenda” (che arriva da Palermo) e da Franck Viderot, mediatore e conduttore di molti laboratori didattici promossi dalla Casa delle Culture
Alle 20,45 Alessio Viola, giornalista Sky Tg24, dialogherà sul tema dello sport e della cittadinanza con Fiona May, campionessa ai mondiali di atletica leggera e Massimo Antonelli coach dei Tam Tam Basket, la squadra di Castelvolturno composta da minorenni stranieri che ha dovuto combattere per accedere ai campionati nazionali, perchè i giovani atleti non hanno la cittadinanza italiana.
Dopo la consegna del Premio Intercultura Città di Ravenna, alle 22,30, Banda Darsena, la banda multietnica della città, guidata da Thiam Baye Fara, aprirà la serata di musica che si concluderà con Fanfara Station in concerto, una fanfara balcanica rafforzata da una sezione ritmica nordafricana
Sabato 9 giugno si apre alle 10 all’Almagià con “Giocherenda è tutta un’altra storia”, un work-shop e conferenza interattiva insieme al collettivo di giovani rifugiati di Palermo che, con i minori non accompagnati e i loro educatori, proporranno il loro training all’eroismo quotidiano, alternando video, testimonianze, dibattiti e giochi.
La serata del sabato sera sarà all’insegna delle danze ivoriane, senegalesi, rumene per giungere alle 21 all’incontro condotto da Eva Giovannini, giornalista inviata di Carta bianca Rai 3 con Gabriele del Grande, blogger, regista, giornalista , l’assessore all’ Immigrazione Valentina Morigi e i responsabili della coop. Camelot sulle “Storie che fanno la storia”, quelle dei profughi, rifugiati, richiedenti asilo.
Alle 22,30 Kumbia Boruka in concerto: si tratta di nove musicisti messicani che sanno portare nuovi sapori ai cumbias classici degli anni Sessanta, mescolandoli con influenze di reggae, dub, musica e rock africani, melodie di chitarra elettrica psichedelica, un’estesa e potente sezione ritmica ed eccitanti arrangiamenti di ottone.

Infine domenica 10 giugno sarà un susseguirsi continuo di musica e danze; aprirà alle 18.30 Eka Project con un repertorio di canzoni tradizionali ucraine seguita dalla danza della maschera Igbo e alle 19,45 il ritmo dei tamburi e la danza afro coinvolgeranno tutto il pubblico presente.
Alle 22,30 concerto One Love Live!: Jack Manzoni insieme ad un nutrito gruppo di richiedenti asilo della cooperativa Camelot canteranno Bob Marley
Il festival approderà alle 23 all’ultimo concerto “Agoo” di Patrik Ruffino, il bassista e cantante cresciuto nell’ovest dell’Africa divenuto uno dei veterani della scena jazz-fusion parigina. Proporrà la sua nuova opera Agoo, che può essere tradotta come “permesso” con cui chiede il permesso e la benedizione ai musicisti dell’epoca d’oro della musica africana per risvegliare quel suono caldo saturo e groovy, mescolando afro beat, funk, rock anni settanta, high life e ritmi tradizionali vodoun in un groove mozzafiato.