“Dalla prima guerra mondiale all’ Europa unita: l’influenza del contesto politico sulle strategie di difesa” è stato il tema del convegno alla Casa Matha, che ha affrontato la Prima guerra mondiale e il ruolo dell’esercito italiano, che si era formato solo cinquanta anni prima, nel conflitto mondiale.
Ha introdotto la conferenza Pietro Barberini, direttore responsabile del periodico La voce di Romagna mentre il “Primo massaro”, Maurizio Piancastelli e il Presidente della società conservatrice del Capanno Garibaldi, Mario De Lorenzi, hanno portato i saluti dei rispettivi organismi culturali. L’intervento e i saluti dell’amministrazione comunale sono stati affidati al vicesindaco Eugenio Fusignani. Interessanti gli interventi dei relatori: Paolo Cavassini, che si è intrattenuto su “Appunti sulle forze in campo nella Grande Guerra” e Alessandro Carile, Generale di Brigata, che ha affrontato l’argomento “Il progetto per una difesa comune europea: origini e prospettive”.
Cavassini ha inquadrato il periodo storico richiamando l’idea della prima guerra mondiale come guerra mondiale globale che ha avviato e aperto la strada alla modernità e ad una visione nuova e diversa dell’Europa.
“L’Europa della difesa – ha detto invece il generale Carile – ha una lunga storia che non si è ancora conclusa. L’integrazione europea nasce, infatti, da un desiderio di sicurezza e di pace, che prende corpo nel cosiddetto “Manifesto di Ventotene”, durante il confino nell’isola dei Padri fondatori d’Europa (Altiero Spinelli, Eugenio Colorni ed Ernesto Rossi). Il primo progetto per un’Europa unita e federale, presupposto irrinunciabile per evitare nuovi conflitti”.
Carile si è poi intrattenuto sull’avvio della cooperazione strutturata permanente (pesco) e l’istituzione di un Fondo (13 miliardi di euro dal 2021 al 2017), per finanziare Progetti specifici di cooperazione tra le Nazioni.
“La prima guerra mondiale – ha sostenuto il vicesindaco Fusignani – può essere considerata come la quarta guerra d’indipendenza che ha chiuso il Risorgimento e ha costituito il primo banco di prova dell’Italia post-unitaria laddove soldati provenienti da tutta la nazione, anche con linguaggi regionali diversi, costretti alla convivenza e alla collaborazione, hanno trovato uno spirito unitario che oggi è necessario recuperare”.
22 Giugno 2018