08 Giugno 2018

Festival delle Culture: domani tocca a Giocherenda, work-shop interattivo, danze, musica e l’incontro condotto da Eva Giovannini, giornalista di Carta bianca Rai 3 sulle “Storie che fanno la storia”

Il Festival delle Culture prosegue domani, sabato 9 giugno, alle 10, all’Almagià con “Giocherenda è tutta un’altra storia”, un work-shop e conferenza interattiva insieme al collettivo di giovani rifugiati di Palermo che, con i minori non accompagnati e gli educatori, proporranno il loro training all’eroismo quotidiano, alternando video, testimonianze, dibattiti e giochi.

Quando le vite si spezzano, quando si lascia tutto e si deve ricominciare, si deve anche imparare a credere profondamente nelle proprie risorse e possibilità. L’emancipazione e la crescita personale si possono perseguire con la consapevolezza e la formazione dei ragazzi/e, degli educatori e degli operatori.

Il Festival delle Culture, con questo work-shop, offre una nuova opportunità di riflessione sulla tematica della seconda accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.

Nella lingua africana pular Giocherenda vuol dire gioia e forza della condivisione. “Si tratta di un progetto di cooperazione allo sviluppo umano, – spiega Clelia, che è diventata coordinatrice del progetto – e probabilmente anche economico, ribaltato rispetto al consueto, in cui i rifugiati africani aiutano i cittadini europei a scoprire giocherenda, cioè la solidarietà nell’interdipendenza”.

I ragazzi di Giocherenda sono diventati formatori e propongono questo workshop sulla creatività, la narrazione e l’educazione interculturale e un programma speciale di formazione alla resilienza.

Ultimamente il collettivo è diventato anche ambasciatore dell’Heroic Imagination Project, un percorso di formazione ideato dal noto psicologo sociale Philip Zimbardo. Il luminare di Stanford, dopo aver studiato per anni la psicologia del male, ha pensato di lavorare ad un antidoto: un percorso educativo per diventare eroi ordinari o eroi in training, apprendendo la resilienza. In altri termini l’Heroic Imagination Project insegna come restare umani pur nelle situazioni più tossiche, sviluppando creatività, empatia e il coraggio di cambiare, celebrando sconfitte e inciampi.

Philip Zimbardo ha sposato l’idea di formare come formatori i giovani rifugiati, in quanto rappresentano un esempio strepitoso di resilienza, coraggio e forza nata dalla capacità di essere solidali.

Parteciperanno i responsabili, gli educatori e i minori stranieri non accompagnati, delle realtà ravennati.

Per informazioni rivolgersi alla Casa delle culture (tel. 0544 591831).

La serata del sabato continuerà all’insegna delle danze ivoriane, senegalesi, rumene per giungere alle 21 all’incontro condotto da Eva Giovannini, giornalista inviata di Carta bianca Rai 3 con Gabriele del Grande, blogger, regista, giornalista, l’assessore all’ Immigrazione Valentina Morigi e i responsabili della cooperativa Camelot sulle “Storie che fanno la storia”, quelle dei profughi, rifugiati, richiedenti asilo.

Alle 22,30 Kumbia Boruka in concerto: si tratta di nove musicisti messicani che sanno portare nuovi sapori ai cumbias classici degli anni Sessanta, mescolandoli con influenze di reggae, dub, musica e rock africani, melodie di chitarra elettrica psichedelica, un’estesa e potente sezione ritmica ed eccitanti arrangiamenti di ottone.

Il Festival delle Culture, giunto alla dodicesima edizione, è promosso dall’assessorato alle Politiche per l’immigrazione e con l’intervento e la partecipazione di tante associazioni e cittadini.

L’evento registra la partecipazione di 67 associazioni/comitati, 27 classi di scuole primarie e medie di Ravenna, Cervia e Russi e diversi servizi e istituzioni cittadine come la biblioteca Oriani, Cittattiva, l’università di Bologna – Campus di Ravenna.