L’ assessore Massimo Cameliani parteciperà giovedì 22 marzo, alle 18, a Roma, alla cerimonia di commemorazione del 74° anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella e delle massime autorità istituzionali, per rendere omaggio alla memoria di Giovanni Frignani, ravennate, tenente colonnello dei carabinieri, tra le 335 vittime della strage nazifascista drammaticamente nota; nell’Italia liberata Frignani fu poi insignito della Medaglia d’oro al Valor militare.
“Non è la prima volta che l’amministrazione comunale – afferma Massimo Cameliani – partecipa alla commemorazione delle Fosse Ardeatine per omaggiare la memoria del concittadino Giovanni Frignani, ma la commozione è sempre la stessa, viva e intensa, così come sentito è il dovere di ricordare chi non ha esitato a sacrificare la propria giovane vita per consegnare un futuro migliore alle generazioni successive”.
Giovanni Frignani era nato a Ravenna nel 1897. La sua vicenda, che attraversa alcuni dei momenti più drammatici della storia d’Italia, è raccontata dallo storico Alessandro Luparini nel libro “Ho servito come un buon soldato” edito dal Comune di Ravenna e dall’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea. Volontario nella Grande Guerra, decorato con medaglia di bronzo al valor militare, Frignani passò in seguito all’Arma dei carabinieri arrivando al comando del gruppo interno di Roma col grado di tenente colonnello. Toccò a lui, dietro ordine del re Vittorio Emanuele III, il compito di arrestare Benito Mussolini nel pomeriggio del 25 luglio 1943; uno ‘sgarbo’ che il duce non gli avrebbe mai perdonato, giurandogli vendetta. Dopo l’armistizio dell’8 settembre e il disarmo imposto dai tedeschi all’Arma, Frignani, passato in clandestinità, fu tra i principali organizzatori e animatori del Fronte clandestino di resistenza dei carabinieri, una delle formazioni più attive nell’ambito della resistenza militare al nazifascismo, pagina fondamentale ma ancora troppo poco nota della nostra storia nazionale. Catturato dalla Gestapo il 23 gennaio 1944, fu rinchiuso nel carcere di via Tasso, a Roma, e sottoposto a terribili torture, ma non rivelò niente che potesse compromettere l’organizzazione clandestina. Due mesi dopo, il 24 marzo 1944 venne ucciso insieme ad altri 334 italiani alle Fosse Ardeatine, nella spaventosa rappresaglia ordinata dai nazisti per i fatti di via Rasella.
20 Marzo 2018