15 Giugno 2018

“Nazitalia”, un libro di Paolo Berizzi sul Paese che si riscopre fascista: martedì l’incontro con l’autore

Martedì 19 giugno, alle 18.30, nella sala D’Attorre di Casa Melandri, in via Ponte Marino 2, si terrà l’incontro con lo scrittore Paolo Berizzi, che presenterà il suo libro “Nazitalia – Viaggio in un Paese che si è riscoperto fascista”, edito da Baldini e Castoldi.
L’evento è promosso dall’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia, con il patrocinio del Comune. Introdurrà l’incontro il sindaco Michele de Pascale; presenterà Giuseppe Masetti, direttore dell’Istituto storico.
L’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea già da anni si è occupato delle culture politiche dell’estrema destra che si rifanno in qualche modo al fascismo, anche in forme e linguaggi rielaborati sull’attualità.
Già nel 2013 aveva ospitato Paolo Berizzi, autore del volume Bande Nere in occasione di un convegno tenuto a Faenza.
Oggi il giornalista e scrittore di Repubblica si presenta con un corposo saggio-inchiesta che approfondisce le tentazioni autoritarie che si fanno strada anche nel nostro Paese, ricomponendo tutta una serie di vicende e aggregazioni locali, spesso derubricate come schegge impazzite o fenomeni marginali.
In realtà un quadro complessivo dei temi e dei comportamenti sviluppati oggi da formazioni di estrema destra, risulta collegato non tanto a riferimenti nostalgici verso un passato regime, quanto piuttosto a nuove paure e nuovi linguaggi della politica populista e xenofoba, manifestati in varie modalità ma tutte lontane dalla disciplina storica.
L’antisemitismo, la pretesa superiorità della razza bianca e il ritorno a gerarchie sociali di militanze che credevamo oramai superate riappaiono oggi, con momenti di istigazione alla violenza, sul web, negli stadi, nelle commemorazioni, nei raduni musicali, nei luoghi di memorie contese, in netta alternativa agli spazi della politica tradizionale, ma con preoccupante seduzione verso il mondo giovanile, che solo una più accurata educazione alla cittadinanza e una maggior consapevolezza storica possono contrastare.
Ecco perché l’Istituto storico ritiene opportuno far conoscere le ricerche e le cronache che meglio fotografano il sentire comune di un paese in rapida trasformazione rispetto a tavole valoriali che si ritenevano intangibili.