Nel corso dell’incontro, tenutosi presso l’ufficio del sindaco il giorno 15 maggio, alla presenza (oltre che del sindaco stesso) dell’assessora alla Cultura Elsa Signorino e del dirigente Maurizio Tarantino, con Maurizio Piancastelli (Primo Massaro Ordine Casa Matha), Ivan Fuschini (rappresentante associazione “Il tremolar della marina”), Ottavio Righini (presidente associazione 50 & Più Confcommercio), Beppe Rossi (presidente Circolo Ravennate e dei Forestieri), Ivan Simonini (presidente Parco Letterario Terre di Dante), si è svolta una approfondita discussione tra l’Amministrazione e i cinque enti proponenti il progetto “Per una nuova toponomastica dantesca”.
Si tratta di una proposta articolata, frutto di uno studio puntuale sui luoghi ed i personaggi che contrassegnarono “l’ultimo rifugio”, che ha come obiettivo, attraverso intitolazioni toponomastiche, apposizioni di targhe memoriali e ripristino di iscrizioni storiche, la messa in valore del complesso di vicende e personaggi che si collegano all’ultimo periodo della vita di Dante, quando nella nostra città ebbe finalmente la possibilità di riunire la famiglia e di avere accanto a sé un folto gruppo di intellettuali a lui amici.
L’Amministrazione, consapevole del dovere, soprattutto in vista del settimo centenario, di conservare e valorizzare la memoria e il lascito dantesco attraverso politiche di sistema che guardino a tutte le possibili azioni culturali, vuole intraprendere un percorso progettuale, attraverso una forma partecipativa con i portatori di interesse, funzionale alla realizzazione di un sistema di interventi che delinei il complesso degli itinerari danteschi, siano essi disseminati lungo le vie cittadine o allestiti in un contesto di narrazione.
All’interno di questo percorso l’Amministrazione ha accolto con favore le proposte formulate (con particolare riferimento a personaggi come Pino della Tosa, Guido Novello da Polenta, Antonio Fusconi, Anastasio Matteucci, Jacopo Alighieri, Beatrice Alighieri, Pietro Alighieri, Giovanni del Virgilio, Bernardo Canaccio, Menghino Mezzani, Dino Perini, Fiduccio de’ Milotti, Pietro Giardini), ritenendone alcune immediatamente realizzabili, e considerandole, nel loro complesso, parte integrante di un processo di ridefinizione della zona dantesca e dei luoghi che a diverso titolo sono testimonianza degli ultimi anni della vita di Dante. Si tratta di una restituzione che ha il grande merito di iscriversi nel tessuto vivo della città, nel quotidiano dei cittadini, ravennati e ospiti, quale testimonianza e occasione di conoscenza e cultura.