Laboratori, incontri con vittime della criminalità organizzata, spettacoli teatrali: attraverso questi strumenti gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado di Ravenna fanno esperienza di legalità, giustizia e democrazia. Una cultura dell’anti corruzione che è l’unica arma in grado di contrastare la criminalità organizzata. E’ l’obiettivo del progetto “Ravenna contro le mafie” degli assessorati alla Pubblica istruzione e Politiche giovanili che viene proposto da 10 anni negli istituti scolastici del territorio ravennate e che quest’anno ha coinvolto 800 ragazzi.
A conclusione di questo percorso sarà offerto alla città lo spettacolo dal titolo “Shakespeare si scrive con l’H?” con il quale venti ragazzi incontrano il drammaturgo inglese per parlare di mafie. Andrà in scena al Teatro Rasi giovedì 29 marzo alle 21 aperto gratuitamente alla cittadinanza. Lo spettacolo, il cui testo è realizzato e interpretato da studenti e studentesse del Liceo Classico Dante Alighieri, della Scuola Arti e Mestieri Angelo Pescarini, del Liceo Artistico Nervi Severini, è prodotto dal Comune di Ravenna, con la regia di Eugenio Sideri e Carlo Garavini e la collaborazione del Gruppo dello Zuccherificio.
Il programma di attività del progetto “Ravenna contro le mafie” è organizzato in collaborazione con Libera Ravenna, Associazione Pereira, SOS Impresa e il contributo di Coop Alleanza 3.0 e Camst e prevede anche laboratori nelle scuole, proposti dall’Associazione Pereira, che permettono di ripercorrere con i ragazzi le tappe storiche dello sviluppo delle mafie nel nostro paese fino all’attualità più stringente, che coinvolge anche l’Emilia-Romagna. Uno dei momenti più significativi è stato l’incontro con i testimoni e i famigliari delle vittime che raccontano ai ragazzi le proprie storie e riflettono con loro sulle cause e sulle possibili soluzioni per contrastare le associazioni mafiose. In occasione di alcuni di questi incontri è stato realizzato un video visibile e scaricabile a questo link https://youtu.be/GJfCtNZzZzM che intende evidenziare l’importanza di ascoltare chi è stato vittima di episodi mafiosi. I ragazzi hanno potuto interloquire con Matteo Luzza, a cui la ‘ndrangheta uccise il fratello ventenne e ora referente di Libera in Calabria, Roberto Fiorillo, agronomo e socio fondatore della cooperativa sociale Le Terre di Don Peppe Diana – Libera Terra, Antonio Anile, ex imprenditore vittima di usura, attualmente referente nazionale di SOS Impresa.
27 Marzo 2018