Fare esperienza di legalità, giustizia e democrazia per creare anticorpi nella società civile, in particolare nelle giovani generazioni, che in futuro potranno prendere decisioni nel rispetto delle regole e delle leggi. Una cultura dell’anti corruzione che è l’unica arma in grado di contrastare la criminalità organizzata. E’ questo, da dieci anni, l’obiettivo principale del progetto “Ravenna contro le mafie” che in questo anno scolastico ha coinvolto 800 ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado in alcune attività: lavori di gruppo, incontri con i testimoni che hanno portato la loro esperienza diretta nell’ambito della lotta alla criminalità, laboratori teatrale.
Ed è proprio con il teatro, luogo privilegiato dove trasmettere conoscenza di un fenomeno da combattere, che si avvia a conclusione questo percorso appena pochi giorni prima del 21 marzo, la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie ideata da Libera. Lunedì 19 marzo, alle 10 al Teatro Rasi, nell’ambito della rassegna “Ragazzi a teatro” a cura di Drammatico Vegetale, andrà in scena “Una storia disegnata nell’aria, per raccontare Rita, che sfidò la mafia con Paolo Borsellino” di e con Guido Castiglia della compagnia Non solo teatro, in collaborazione con Libera Associazioni Nomi Numeri contro le Mafie. E’ uno spettacolo nel quale l’arte della narrazione mira diritto al cuore dei ragazzi facendo emergere, con l’intelligenza delle emozioni, la fragilità di una adolescente trovatasi al centro di uno dei momenti più drammatici della nostra Repubblica: le stragi di mafia. Lo spettacolo racconta la storia di Rita Atria, la più giovane testimone di giustizia in Italia, della sua voglia di vivere e della sua capacità di trasformare, grazie all’aiuto del magistrato Paolo Borsellino, il sentimento di vendetta in senso di giustizia.
Aperto alla città sarà, invece, un altro spettacolo dal titolo “Shakespeare si scrive con l’H?” con il quale venti ragazzi incontrano il drammaturgo inglese per parlare di mafie. Andrà in scena al Teatro Rasi lunedì 26 marzo alle 10 dedicato alle scuole e giovedì 29 marzo alle 21 aperto gratuitamente alla cittadinanza. Lo spettacolo, il cui testo è realizzato e interpretato da studenti e studentesse del Liceo Classico Dante Alighieri, della Scuola Arti e Mestieri Angelo Pescarini, del Liceo Artistico Nervi Severini, è prodotto dal Comune di Ravenna, con la regia di Eugenio Sideri e Carlo Garavini e la collaborazione del Gruppo dello Zuccherificio.
Il programma di attività del progetto “Ravenna contro le mafie” è organizzato dagli assessorati alla Pubblica istruzione e alle Politiche giovanili, in collaborazione con Libera Ravenna, Associazione Pereira, SOS Impresa e il contributo di Coop Alleanza 3.0 e Camst.
I laboratori proposti dall’Associazione Pereira nelle scuole hanno permesso di ripercorrere con i ragazzi le tappe storiche dello sviluppo delle mafie nel nostro paese fino all’attualità più stringente, che purtroppo coinvolge anche l’Emilia-Romagna. Uno dei momenti più significativi è stato l’incontro con i testimoni e i famigliari delle vittime che raccontano ai ragazzi le loro storie e riflettono con loro sulle cause e sulle possibili soluzioni per contrastare le associazioni mafiose. In occasione di alcuni di questi incontri è stato realizzato un video che intende evidenziare l’importanza di ascoltare chi è stato vittima di episodi mafiosi. I ragazzi hanno potuto interloquire con Matteo Luzza, a cui la ‘ndrangheta uccise il fratello ventenne e ora referente di Libera in Calabria, Roberto Fiorillo, agronomo e socio fondatore della cooperativa sociale Le Terre di Don Peppe Diana – Libera Terra, Antonio Anile, ex imprenditore vittima di usura, attualmente referente nazionale di SOS Impresa. Il video è visibile e scaricabile a questo link https://youtu.be/GJfCtNZzZzM
“Ravenna contro le mafie – afferma l’assessora alla Pubblica istruzione Ouidad Bakkali – rimane uno dei percorsi più importanti che promuoviamo e che ci impegna in maniera significativa per la sua realizzazione. Grazie alla grande rete che si è costruita in questi anni con i vari soggetti e le scuole del territorio abbiamo dato vita a un progetto longevo e solido, che si configura come un passaggio importante della formazione civica dei ragazzi e delle ragazze ravennati. Parlare di legalità, oggi più che mai, vuol dire parlare di libertà, giustizia sociale, democrazia e cittadinanza. Partire dalle scuole significa dotare i nostri studenti e studentesse degli strumenti per poter riconoscere l’illegalità e le mafie e poterle, insieme a noi, contrastare.”
“Aderendo al bando regionale sull’educazione alla legalità e la valorizzazione della cittadinanza responsabile – evidenzia Valentina Morigi, assessora alle Politiche giovanili – abbiamo messo in campo un pacchetto di attività rivolto alle giovani generazioni lungo tutto l’anno scolastico, coinvolgendo gli studenti di tutte le fasce di età, dalla scuola primaria all’università. Al centro la sensibilizzazione e la formazione sui temi del gioco d’azzardo, non solo per le evidenti connessioni del fenomeno con le organizzazioni criminali di stampo mafioso, ma anche per le allarmanti conseguenze che sempre più colpiscono giovani e giovanissimi, derivanti dalle pratiche del gioco on line, in un trend in continua e preoccupante crescita. Per questo proseguiremo nell’impegno congiunto di istituzioni, comunità educante e società civile”.
In dieci anni di vita del progetto “Ravenna contro le mafie” i frutti sono la grande partecipazione delle ragazze e dei ragazzi delle scuole che, rendendosi conto che la mafia non è altrove, ma a fianco a noi, hanno espresso i loro pensieri di legalità realizzando mostre di cartelloni e disegni, scrivendo testi originali Rap, componendo musica e proponendo performance dal vivo, elaborando temi, articoli, riflessioni. Hanno partecipato e partecipano tutt’ora ad eventi nazionali, manifestazioni e marce per la legalità, dimostrando così di essere loro i veri anticorpi contro i comportamenti mafiosi che alimentano inciviltà e illegalità.