“La sicurezza urbana è un sistema di forze e di istituzioni che, per riuscire a dare le risposte efficaci che i cittadini si aspettano e che sono loro dovute, devono integrarsi tra di loro e intervenire come se fossero una cosa sola”.
Lo ha detto questa mattina il vicesindaco con delega alla Sicurezza e alla Polizia municipale Eugenio Fusignani, intervenendo a Brescia al convegno “Nuove tendenze della sicurezza urbana ed integrata”, promosso dal Comune di Brescia e dal Forum italiano per la sicurezza urbana, con il patrocinio dell’Università degli studi di Brescia, al quale sono intervenuti, oltre a rappresentanti dei soggetti promotori, amministratori dei Comuni di Ferrara e Parma.
“Il sistema della sicurezza deve essere necessariamente un sistema integrato – ha continuato Fusignani – e proprio nella direzione di fornire una maggiore integrazione va la legge Minniti.
A Ravenna, grazie al grande impegno e alla sensibilità del nostro Prefetto, che garantisce un ottimo coordinamento tra le varie forze di polizia, compresa naturalmente la Municipale, era già stato compiuto un buon lavoro prima della legge Minniti, e ora stiamo andando avanti in questa direzione lavorando a un patto per la sicurezza urbana che ci coinvolge con la Prefettura e le altre forze di polizia.
Stiamo adottando anche il regolamento di polizia urbana, per un maggior impiego della polizia locale nelle azioni di controllo e prevenzione e nelle azioni integrate con le altre forze di polizia e per l’individuazione di zone nelle quali applicare gli effetti della legge 48 in materia di allontanamento; riguardano coloro che si trovano in stato di ubriachezza, che molestano e che comunque impediscono la normale fruizione di determinati luoghi.
Tutto questo avviene in un contesto nel quale stiamo potenziando l’organico della Polizia municipale e abbiamo accolto e favorito, con diverse modalità, la partecipazione civica della cittadinanza come supporto molto importante all’attività della Municipale stessa.
A livello più generale va sottolineato che il tema della sicurezza non va semplicisticamente e strumentalmente sovrapposto a quello dell’immigrazione; la riflessione sulla regolazione dei flussi non è più rinviabile, ma chiunque delinqua deve poter essere individuato e giudicato con strumenti che garantiscano adeguatezza e certezza della pena. Proprio per questo occorre una revisione delle norme e quindi un intervento della politica; il sistema attuale ha finito per depenalizzare di fatto i reati cosiddetti minori, che prevedono pene detentive inferiori ai due anni”.
11 Aprile 2018