Venerdì 15 febbraio alle 18 nella sala Muratori della Biblioteca Classense verrà presentato “Teologia per tempi incerti” di Brunetto Salvarani, per le edizioni Laterza, uno straordinario appello alla cura dell’umanità e con essa della fragilità attraverso la scuola della Bibbia.
L’arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni, introdurrà il volume di Brunetto Salvarani che legge la Sacra Scrittura come un lungo, lento e faticoso esercizio per riconciliarsi con la propria debolezza, la propria finitezza, le proprie cicatrici. Senza scansarle. Senza trovare rifugio in universi consolatori, in comodi, ma improbabili Dio-tappabuchi, nella cura dei limiti.
Ci serve la Bibbia, afferma questo libro denso e ben scritto. È la Bibbia, libro umano, l’indicazione di una via di umanizzazione, il farmaco capace di guarire i tanti mali da cui ci sentiamo circondati. La Bibbia è un testo aperto, plurale e soprattutto rivolto a tutti. L’esito di una mediazione tra saperi, tradizioni e sensibilità diverse. Tutto meno che un libro “sacro”, se intendiamo la sacralità come qualcosa di intangibile. È il grande codice dell’ospitalità. L’intero racconto della Bibbia può essere colto come un’aggrovigliata e pur fascinosa narrazione di famiglia, dove sono presenti tutti i toni della vita e a cui nessuno dovrebbe sentirsi estraneo. Nella lotta quotidiana che ciascuno di noi deve affrontare per affrancarsi da vecchie e nuove schiavitù, per affermare la grandezza, la dignità e la libertà di ciascun essere umano, “il grande codice” racchiude quel seme di senso che può produrre frutti ricchi a vantaggio di tutta la collettività. Incerto, confuso, ansioso, depresso, autodistruttivo, rassegnato alla scomparsa dell’altro, decadente e decaduto…questo è il nostro tempo. Il fatto è che siamo alla fine di un universo mentale, le Grandi Narrazioni hanno esaurito la loro forza propulsiva, non si intravedono modelli nuovi. Persino le narrazioni delle fedi si sono fatte opache, afone, inservibili. È l’intero convenzionale orizzonte religioso a essersi attorcigliato su se stesso e il cristianesimo tutto a essere andato in frantumi, rendendosi incomprensibile ai più e per molti versi innaturale. Tanto da sollevare una domanda inattesa: siamo gli ultimi cristiani? E dato che, come abbiamo visto, i tempi sono incerti, questo libro presenta in sette capitoli altrettante figure bibliche (Giona, Noè, Giacobbe, Giobbe, Qoelet, Gesù, la Chiesa) che restituiscono una teologia della fragilità di Dio che corre trasversalmente alle Sacre Scritture e ritaglia storie e personaggi che tutti rinviano allo specchio umanissimo della fragilità. La Bibbia letta sulla scorta della fragilità dei suoi personaggi e la precarietà dei suoi scenari può essere insegnamento per questi tempi di crisi. Insomma, le figure che Brunetto Salvarani seleziona per noi illuminandole della luce e delle ombre dell’umanità non compongono un martirologio e non hanno la postura esemplare dei santi. Sono dei poveri cristi, come tutti noi. In questa lettura ardita naturalmente Brunetto Salvarani non è solo: lungo tutto il libro scorrono note colte e informatissime su un dibattito che data dal secolo scorso e che si è venuto articolando in modo crescente, alimentandosi proprio di quella lettura ebraica che il Concilio ha consentito abbassando gli steccati, alimentandosi in particolare della teologia della Shoah.
Brunetto Salvarani è teologo, saggista e critico letterario. Docente di Teologia della Missione e del Dialogo presso la Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna, è esperto di ecumenismo e dialogo interreligioso, materie che insegna in diversi istituti teologici italiani. Conduttore, con Gabriella Caramore, della trasmissione Uomini e profeti, in onda su Rai Radio 3. Dirige il mensile interculturale CEM Mondialità e il periodico del dialogo cristiano-ebraico QOL. È membro del comitato editoriale della trasmissione Rai Protestantesimo. È autore di numerosi libri e direttore di diverse collane.