L’omaggio alla figura e alle opere di Benigno Zaccagnini, in occasione del trentennale della morte, avrà un altro significativo momento dopo la cerimonia al Pala De André dello scorso 5 novembre alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sabato 16 novembre, nella Sala Corelli del Teatro Alighieri, alle 10, ci sarà la presentazione del volume “Lavorare d’impegno. Benigno Zaccagnini e la città di Ravenna” che il Comune di Ravenna ha voluto realizzare affidandone la cura all’Istituto storico della resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia. Interverranno il sindaco Michele de Pascale, gli autori del libro Tito Menzani, Matteo Pezzani, Salvatore Tagliaverga e Aldo Preda del Centro studi Donati.
Il libro è una originale ricerca sul rapporto intercorso negli anni fra Benigno Zaccagnini e la città di Ravenna. Ne traccia la vita, l’impegno nello studio che gli consentì di laurearsi in Medicina, la militanza nella lotta partigiana che lo porterà a ricoprire il delicato ruolo di presidente del Comitato di Liberazione e a ricevere in municipio gli alleati al loro arrivo in città, nell’Assemblea Costituente prima e in parlamento poi come deputato e senatore e nel governo come ministro in vari dicasteri. Soprattutto la ricerca dell’Istituto storico ha preso in esame quanto il suo intervento fu determinante nello sviluppo economico e infrastrutturale di Ravenna.
Il libro contiene un inquadramento generale di Tito Menzani, docente di Storia economica e dell’impresa all’Università di Bologna, e due saggi di giovani ricercatori ravennati, Matteo Pezzani e Salvatore Tagliaverga, che hanno indagato in dettaglio rispettivamente il periodo giovanile nel mondo cattolico e quello più ampio del politico nazionale, che seppe tenere insieme, in anni difficili, etica, economia e relazioni sociali con numerose personalità decisive della vicenda nazionale.
Oltre ad una ricca documentazione fotografica il volume, che esce per i tipi dell’editore Longo e con il sostegno della Banca di Credito cooperativo ravennate forlivese e imolese, contiene anche un’appendice di documenti, spesso inediti o poco noti, che insieme ad una postfazione di Aldo Preda, introducono alla conoscenza di un protagonista del Novecento ravennate, che a trent’anni dalla scomparsa meritava una degna ricostruzione biografica, vista dall’orizzonte della città per la quale Zac si è speso maggiormente, con impegno e discrezione.