08 Marzo 2019

“Normabili”, un corto di Gerardo Lamattina sulla normalità della disabilità

“Io ho una carrozzina che si vede. Ma chi non ha una carrozzina nel cuore? Ognuno di noi vive una condizione di difficoltà. Il mio è un messaggio di speranza per tutti”. Sono le parole di Laura Rampini, 46 anni, originaria di Gualdo Tadino (Umbria) ma ravennate d’adozione, che nel 2008 è passata alle cronache per essersi lanciata con il paracadute, segnando un vero e proprio primato mondiale, visto che dal 1995 è in carrozzina in seguito a un incidente stradale.
Laura, già protagonista del documentario “Falling” di Gerardo Lamattina, è anche il personaggio principale del nuovo lavoro del regista ravennate: il cortometraggio “Normabili”, che racconterà la “normalità della disabilità” attraverso un viaggio in moto dove Laura sarà accompagnata da un gruppo affiatato di amici.
Laura porterà il teaser del corto, tra il mese di marzo e il mese di maggio, in dodici Unità spinali di altrettanti ospedali o centri riabilitativi d’Italia: Perugia, Sulmona, Roma, Montecatone, Motta Livenza, Torino, Alessandria, Pietra Ligure, Pavia, Firenze. L’obiettivo è incontrare le persone che hanno da poco subito lesioni spinali.
Alla fine del tour, inizieranno le riprese del cortometraggio, che verrà girato a Ravenna città ma anche al mare, in collina, così come in Umbria e, con tutta probabilità, in Inghilterra. In settembre “Normabili” sarà pronto per partecipare ai numerosi festival di settore.
“Siamo contenti di poter patrocinare questo progetto – ha affermato l’assessora alle Politiche sociali Valentina Morigi – perché è in sintonia con le azioni promosse dall’amministrazione volte a sostenere le persone che vivono situazioni di difficoltà, con l’obiettivo di contribuire a migliorare lo svolgimento della loro vita quotidiana. La nostra attenzione alla disabilità si traduce in politiche attive perché tutti i cittadini abbiano le stesse opportunità di inclusione nella vita sociale della comunità”.
“Il mio motto – ha spiegato Laura Rampini – è che non posso fare tutto ma voglio fare tutto quello che posso. Chi è in carrozzina, come me, non è certo un supereroe. Ma è comunque una persona e la carrozzina non arriva prima. Spesso le persone nelle mie condizioni si mettono sulla difensiva, anche per rabbia, impedendo ai normodotati di farsi vedere e conoscere per quello che si è, senza il filtro della disabilità. Io non l’ho fatto. Quando mi sono lanciata dal paracadute, mi sono sentita dire che facendo uno sport estremo ho voluto dimostrare di essere come gli altri. Ma io come gli altri lo sono davvero, visto che mi sono lanciata da sola, ottenendo una licenza a tutti gli effetti uguale a quella degli altri paracadutisti”.

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