06 Marzo 2019

Settimana di azione contro il razzismo, dal 16 al 25 marzo in piazza del Popolo e altri luoghi

Una tenda berbera in piazza del Popolo e tante iniziative con il coinvolgimento di scuole, associazioni, Università di Bologna, Fai che animeranno il cuore della città e altri luoghi in occasione della “Settimana di azione contro il razzismo” dal 16 al 25 marzo.
Attorno ad Habitat, atelier artistico di ricerca interculturale, ruoteranno tante discipline come la scrittura, la fotografia, la danza, il teatro, il disegno, la scultura e molte altre. Sarà un grande laboratorio per generare un’esperienza e una riflessione collettiva sulle relazioni umane, l’incontro, i limiti, le frontiere. L’atelier è rivolto a tutti coloro che hanno interesse a esplorare l’ambiente in cui viviamo. Tutte le elaborazioni create dai partecipanti daranno forma, giorno dopo giorno, ad una diversa ambientazione.
“La ‘Settimana di azione contro il razzismo’ – ha spiegato l’assessora all’Immigrazione Valentina Morigi – con l’anticipazione il 13 marzo del primo appuntamento di ‘Scritture di frontiera’ e l’ultimo incontro del 28 marzo curato dall’Università, è un grande contenitore di iniziative coinvolgenti per bambini, bambine e adulti che avranno l’opportunità di ascoltare le tante voci e le diverse percezioni che ruotano attorno a questo tema. Inoltre, desidera essere un luogo di incontro e scambio che usa linguaggi non consueti, ma proprio per questo coinvolgenti. Ne usciremo arricchiti di stimoli ed esperienze sui quali riflettere per capire meglio i fenomeni sociali che stiamo vivendo”.
Si inizia sabato 16 marzo in piazza del Popolo, dalle 14, con “la casa comune”, allestimento partecipato della grande tenda berbera per ‘abitare’ la piazza. Domenica, alle 15 gara di orientering nella città e alle 17 World cafè “…Siamo sicuri?” mettiamo a confronto le nostre idee di sicurezza, nominiamo i pericoli, i rischi e le minacce prospettando poi un mondo libero da paure.
Da lunedì 18 fino a sabato 23 protagoniste delle mattinate saranno gli studenti degli istituti superiori con Atelier Habitat che si alterneranno ad altri momenti creativi e di riflessione proposti nel pomeriggio. Ad esempio lunedì 18, alle 17, Speakers Corner “Tracce migranti – nuovi paesaggi umani” a cura di Maurizio Masotti, Luca Gambi e Luciano Nadalini; martedì 19 sempre alle 17 World Cafè “Nel labirinto dei luoghi comuni” proviamo a riconoscerli e a trovare le strade che portano all’uscita; mercoledì 20, alle 17, Teatro forum “Ci stanno rubando i nostri sogni” a cura di Jollicoop; venerdì 22 percussioni, ritmi e danze africane in collaborazione con Coop Dolce e Associazione Takadum; sabato 23 talk “Vivo per questo” incontro con Amir Issaa rapper e autore dell’omonimo libro e Federico Colomo coordinatore del progetto; domenica 24 marzo per tutto il pomeriggio laboratorio “I giochi del mondo” a cura di coop. Terra mia, alle 14.30 Tracce e-STRANE-e: esplorazioni urbane tra le matrici di diverse culture, alle 17 World Cafè “La pace è possibile?” confronto delle nostre idee di pace, ma anche di conflitto.
Nella giornata di giovedì 21, dedicata alle vittime innocenti delle mafie, il programma prevede alla mattina la marcia in memoria delle vittime innocenti di mafia in collaborazione con il Coordinamento di Libera Ravenna. Nel pomeriggio “La mia casa”, laboratorio di educazione alla differenza, alla mondialità e ai diritti con i bambini delle scuole primarie della provincia di Ravenna e Atelier Habitat con giullarata contemporanea “Tanaliberatutti”.
Nell’ambito della “Settimana di azione contro il razzismo” si svolgerà anche, alla Biblioteca Classense, Scritture di frontiera, con la presenza a Ravenna di scrittori di fama internazionale come il premio Pulitzer Jhumpa Lahiri e Peter Cameron che sarà a Ravenna il 13 marzo.
Dal 22 al 28 marzo ci saranno altri eventi in altri luoghi della città come la cena marocchina condita con teatro, musica e film (venerdì 22 Circolo Arci 2001 in via dei Poggi 97), il torneo multietnico di calcetto “Un calcio al razzismo” 5a edizione (sabato 23 al Centro sportivo Dribbling), il Pranzo ricco di Saperi e sapori (domenica 24 a Darsena Pop up), Visita con mediatori culturali e ciceroni Fai della Basilica dello Spirito Santo in Vicolo degli Ariani (domenica 24 dalle 14,30 alle 17), “La legge è uguale per tutti: l’antirazzismo visto dai giuristi”, con il coordinamento scientifico di Francesca Curi, Università degli studi di Bologna (giovedì 28 alle 15, Aula Magna Dipartimento di Scienze Giuridiche, via Oberdan 1).
Scritture di Frontiera 2019

Scritture di Frontiera è il progetto che vede assieme ScrittuRa festival, assessorato all’Immigrazione del Comune di Ravenna, Amnesty International e Istituzione Biblioteca Classense con la direzione artistica di Matteo Cavezzali.
Scritture di Frontiera è un percorso in cinque incontri alla Biblioteca Classense con importanti personalità internazionali come il premio Pulitzer Juhmpa Lahiri e lo scrittore americano Peter Cameron, ma non solo, per comprendere meglio come superare il concetto di confine.
Mercoledì 13 marzo alle 18.00 alla Biblioteca Classense Peter Cameron parlerà di “Gli inconvenienti della vita” (Adelphi). L’autore americano di “Un giorno questo dolore ti sarà utile” (Adelphi) parla delle forme di inquietudine della vita dialogando con Matteo Cavezzali. “Gli inconvenienti della vita” (Adelphi) Queste storie raccontano due diverse e molto singolari forme di inquietudine: il malessere sottile che si allarga come una crepa nella vita in comune di due uomini, e la lunga guerra «misteriosa e mai dichiarata» in cui può trasformarsi un matrimonio di vecchia data. Si parlerà quindi dei rapporti tra le persone, e anche di omosessualità. Cameron ha lavorato per fondazioni come Trust for Public Land, che conserva e protegge gli spazi aperti in modo che possano essere a disposizione del pubblico.
Lunedì 18 marzo alle 18 alla Biblioteca Classense lo scrittore, attore e regista teatrale Davide Enia parla di “Appunti per un naufragio” (Sellerio) che descrive così: «Ho frequentato Lampedusa per anni. Ho visto sbarcarvi qualche migliaio di persone, ho incontrato il personale medico e gli uomini della Guardia Costiera, ho mangiato a casa dei residenti, sono uscito in barca con i pescatori, ho ascoltato ragazzi sopravvissuti alla traversata e ho dialogato con i testimoni diretti».
Mercoledì 20 marzo alle 18 alla Biblioteca Classense sarà invece la volta del genetista e docente universitario Guido Barbujani con “Il giro del mondo in sei milioni di anni” (Il Mulino).
L’autore si chiede quante umanità diverse – dagli Austrolopiteci a Neandertal, a Homo sapiens – si sono succedute e incrociate sulla Terra? Quali percorsi hanno seguito, dalla loro prima uscita dall’Africa fino alla diffusione in tutto il pianeta?
Sabato 23 marzo alle 11.00 alla Classense arriverà l’autrice Premio Pulitzer Jhumpa Lahiri per parlare di “Dove mi trovo” (Guanda). «Sono io e non lo sono, vado via e resto sempre qui. Questa frase scompiglia brevemente la mia malinconia come un sussulto che fa oscillare i rami, che fa tremare le foglie di un albero» ha detto l’autrice, figlia di indiani, residente a New York è docente di scrittura all’università di Princeton. Jumpa Lahiri dialogherà con Matteo Cavezzali e Stefano Bon.
Mercoledì 27 marzo alle 18 alla Classense l’ultimo ospite di Scritture di Frontiera sarà Federico Faloppa “Razzisti a parole (per tacer dei fatti)” (Laterza). Il razzismo – quello più subdolo, quello a parole – è uno spettro che s’aggira per l’Europa. Le parole del razzismo raccontate da Federico Faloppa, docente all’università di Reading e collaboratore di Amnesty International. Federico Faloppa dialogherà con Luca Cortesi di Amnesty Ravenna.
Al progetto hanno collaborato i volontari della Associazione Onnivoro: Stefano Bon, Stefano Carattoni, Luca Cortesi, Angela Longo e Alberta Longo.

PETER CAMERON
“Gli inconvenienti della vita” (Adelphi) Queste storie raccontano due diverse e molto singolari forme di inquietudine: il malessere sottile che si allarga come una crepa nella vita in comune di due uomini, e la lunga guerra «misteriosa e mai dichiarata» in cui può trasformarsi un matrimonio di vecchia data. Le due coppie non potrebbero essere più distanti: lo scrittore in crisi creativa che divide un appartamento a Tribeca con un avvocato in carriera, e i due pensionati di una spenta cittadina di provincia, dove gli unici eventi degni di nota sono le periodiche inondazioni del fiume e gli appuntamenti della chiesa metodista. Casi da cui emana la sensazione di «un vivere fasullo, rabberciato, sempre lì lì per implodere o franare»; e infatti, sotto la superficie, questi rapporti vanno in pezzi davanti ai nostri occhi, lasciandoci attoniti e frastornati. Solo Peter Cameron sembra avere ancora il coraggio, e la forza stilistica, di trasformare storie simili in opere di varia lunghezza, fatte di dettagli che riconosciamo, e del vuoto spesso atroce che li separa. Perfette trappole narrative in cui scivolare è facilissimo, e istantaneo rimanere prigionieri. Senza però provare il desiderio di liberarsene.
Peter Cameron nasce a Pompton Plains (New Jersey) nel 1959. Si trasferisce subito dopo a Londra, dove frequenta una scuola superiore americana: in quegli anni scopre il piacere della lettura e comincia a scrivere i primi racconti, qualche poesia e delle commedie teatrali. In seguito si trasferisce a New York e nel 1982 si laurea in Lettere all’Hamilton College. Solo un anno più tardi comincia a scrivere racconti per il “New Yorker”. Dal 1983 al 1988 lavora per il Lambda Legal Defense and Education Fund e, dal 1990 al 1998, per una organizzazione che si prefigge di proteggere ed estendere i diritti civili degli omosessuali e degli ammalati di AIDS. Nel 1987 insegna scrittura presso l’Oberlin College a Oberlin (Ohio) e, dal 1990 al 1996, presso il Master of Fine Arts alla Columbia University School of the Arts. La sua prima raccolta di racconti, “In un modo o nell’altro”, risale al 1986 e ottiene un riconoscimento speciale come opera prima al PEN/Hemingway Award. Si susseguono pubblicazioni di romanzi e racconti fino al 2007, quando esce “Un giorno questo dolore ti sarà utile”, unanimemente considerato il suo miglior romanzo. Dal 2005 Cameron insegna alla Yale University. Due dei suoi romanzi (“Quella sera dorata” e “Un giorno questo dolore ti sarà utile”) sono diventati film.

JUHMPA LAHIRI
«Rinunciare all’autorevolezza risponde alla mia ricerca di leggerezza nella scrittura e nella vita. Sono uscita volontariamente dal contenitore ‘autrice anglosassone’ per non sentire più il peso di un’identità precisa». Nata a Londra da genitori indiani, Jhumpa Lahiri vive tra Princeton e New York. Dopo gli studi universitari ha conseguito il titolo di Master of Arts in Inglese, Arti e letterature comparate e Scrittura creativa presso la Boston University, dove ha anche conseguito un dottorato in Studi rinascimentali. Nel 2000 è la prima scrittrice esordiente ad aggiudicarsi il Premio Pulitzer per la narrativa con la raccolta di short stories “Interpreter of Maladies” (“L’interprete dei malanni”); nello stesso anno il “New Yorker” la annovera tra gli scrittori giovani più promettenti del nuovo secolo. Di lì ha inizio una brillante attività pubblicistica, culminata in una serie di collaborazioni col “New York Times” e il “New Yorker”, dove scrive regolarmente come columnist. Nei suoi racconti e romanzi, l’autrice riesce a far rivivere i sentimenti di chi vive lontano dal proprio paese e dalla propria cultura e dimostra una notevole maturità narrativa ed emozionale. Nel 2012 è stata nominata membro dell’American Academy of Arts and Letters. Appassionata lettrice di Calvino, da anni cerca con tenacia di appropriarsi della lingua italiana: la testimonianza di questo autentico colpo di fulmine è ben raccontata nel libro “In altre parole” (2016). Nel 2018 è uscito il nuovo attesissimo romanzo “Dove mi trovo”.