11 Giugno 2019

Venerdì si festeggia il ventennale di Ardea Purpurea, la fontana monumentale simbolo di rinascita. In conclusione i lavori di restauro

Due i momenti dedicati alla celebrazione del ventennale della creazione della fontana ornamentale Ardea Purpurea in piazza della Resistenza in concomitanza anche con la fine dei lavori di restauro che stanno interessando la vasca e le due ali di mosaico dell’opera di Marco Bravura.
La celebrazione rientra nell’ambito di Ravenna Mosaico 2019 quale anteprima della VI rassegna biennale di mosaico contemporaneo, che avrà luogo in città dal 6 ottobre al 24 novembre prossimi.

Gli appuntamenti

Alle 11 in sala Muratori nella Biblioteca Classense, presentazione del libro “Ardea Purpurea” di Marco Bravura, edizioni Skira, 2019, con testi di Albano Baldrati, Philippe Daverio, Linda Kniffitz, Luca Maggio, Cristina Mazzavillani Muti, Michele Tosi. Interverranno Elsa Signorino, assessora alla Cultura; Anna Mapolis, Ismail Akmetov Foundation, Mosca; Linda Kniffitz, responsabile Cidm/Mar; Enzo Pezzi, fotografo; Marco Bravura, artista.
Dalle 18 in piazza della Resistenza diversi momenti per ritrovarsi insieme accanto ad Ardea Purpurea: CorpoGiochi® a Scuola: i bambini e l’adozione di un artista, condivisione del progetto didattico a cura di Carolina Carlone.
È previsto il saluto del sindaco Michele de Pascale. Interverranno Cristina Mazzavillani Muti, presidente di Ravenna Festival e l’artista Marco Bravura. Seguirà il saluto musicale dell’Accademia Musicale Chigiana .
Entrambi i momenti sono a ingresso libero.

L’intervento di restauro

La fontana è oggetto di un intervento da parte del Comune, su proposta dall’assessore ai Lavori pubblici Roberto Fagnani, consistente in una pulizia straordinaria a causa delle incrostazioni calcaree e per la presenza di muschi e muffe sulle superfici esposte all’aria; con l’occasione si sono realizzati anche alcuni piccoli ripristini delle parti musive e di microlesioni dei paramenti esterni, oltre a interventi sulla colorazione della vasca. In ultimo è stato installato un ulteriore filtro per diminuire la presenza di calcare nell’acqua. L’importo complessivo dei lavori ammonta a 9.882 euro.

Un po’ di storia

L’Ardea Purpurea è la fontana monumentale in mosaico ideata e realizzata dal maestro Marco Bravura, noto mosaicista di Ravenna. Si tratta di una struttura architettonica composta da due grandi ali spiraliformi e ispirata all’Araba Fenice, il mitico uccello che, avvolto dal fuoco, rinasce sempre dalle sue ceneri. La struttura, alta 12 metri, è simile alle eliche del DNA, rivestita di tante tessere iridescenti, in un gioco di luci e riflessi che viene esaltato dagli spruzzi d’acqua che salgono e ricadono. L’iconografia è molto simbolica e ispirata soprattutto a lingue antiche e orientali: sul fondo oro le tessere compongono lettere dell’alfabeto fenicio, simboli della religione giudaica, parole in sanscrito, aramaico e anche in greco e giapponese antico. Il progetto complessivo che ha portato alla realizzazione dell’opera, si compone in realtà di due fontane: a Beirut, in Libano, Marco Bravura ha creato un’altra fontana simile, solo un po’ più piccola. Quella fontana, realizzata nel 1999, ha contribuito a riqualificare la città, distrutta dalla guerra: una fontana quale simbolo di rinascita dalle macerie.

Le dichiarazioni

“La città festeggia i venti anni di questa opera simbolo di Ravenna” dichiarano gli assessori alla Cultura Elsa Signorino e ai Lavori pubblici Roberto Fagnani “e per farlo il Comune ha portato avanti un intervento che la riporta al suo splendore originale”.
Il mosaico è una fenice: come l’uccello mitico muore e rinasce costantemente, è questa la sfida che “Marco Bravura ha raccolto e che ha portato alla massima esaltazione nella realizzazione della grande Fenice posta nella sua Ravenna” dichiara Philippe Daverio, “trasformare il mosaico in scultura è di per sé una scommessa: trasfigura una pratica antichissima e la proietta in dimensioni che gli antenati non avrebbero mai osato affrontare”

“La prima Ardea Purpurea veniva destinata a Beirut, città che, con il ventennio di distruzione e disgregazione vissuto dal suo popolo, ben rappresentava le ceneri da cui risorgere” racconta l’artista Mario Bravura “volevo infatti vere macerie, raccolte in loco, come parte integrante della scultura, come punto di partenza per non dimenticare. Partendo dalle macerie, poi l’operosità, la mano dell’artista che produce l’alchimia capace di trasformare le macerie-ceneri in materia-sublime, rappresentata dall’abbondanza di tessere d’oro e argento che caratterizzano la parte terminale dell’opera. Ho scelto di esprimere il racconto musivo tramite l’utilizzo di simboli, sia nel realizzare la forma scultorea di area che nella decorazione a mosaico, privilegiando il senso più genuino di questo termine: sym-ballein, il mettere insieme. Le citazioni simboliche provengono dall’intero pianeta: si è trattato di mettere insieme, quasi a farle convivere simbolicamente, etnie, culture e religioni, annodando le une alle altre in una libera creatività di colori ed andamenti, come voci di un coro che mi piaceva ascoltare. La fontana Ardea Purpurea realizzata per Ravenna vent’anni orsono è a tutti gli effetti la gemella di quella per Beirut ed è pregna di significati simbolici esasperati, proprio per questo congeniali al mio lavoro. È stato il pretesto per qualcosa che sento, se è vero come si dice che Ravenna è la porta d’Oriente. La rinascita, la ricostruzione, la tensione all’alto sono rappresentate dall’evoluzione a spirale con movimento elicoidale dei due monoliti che costituiscono l’opera, a simboleggiare il DNA. Questo manuale di istruzioni della vita contenuto nel nucleo di ogni cellula del nostro corpo, mi ha affascinato dal primo momento in cui ne sono venuto a conoscenza. Con il suo alfabeto di sole quattro lettere che creano sequenze che scrivono informazioni e istruzioni di straordinaria importanza, mi è sembrata la forma perfetta per ospitare l’alfabeto musivo che avevo intenzione di scrivere. Mosaico e scultura sono per me una nuova opportunità: per ridare colore alla scultura, come era in origini lontane, per raccontare in modo insostituibile, per comunicare luce e assenza di staticità, per una bellezza in continuo mutamento.”