nuove misure per mensilità di totale chiusura dei servizi per l’infanzia erogati dai nidi privati, convenzionati e non, e dalla Fism
Nella seduta di oggi la giunta comunale ha approvato una delibera che si inserisce nel novero dei provvedimenti già presi e che ancora saranno adottati in futuro per sostenere le famiglie e le imprese nell’affrontare le conseguenze dell’emergenza Coronavirus.
Nello specifico si tratta di accordi con i gestori dei nidi privati, convenzionati e non, e con la Fism, ai quali saranno riconosciute risorse che consentiranno loro di non far pagare alcuna retta alle famiglie.
A partire dal principio in base al quale non può essere richiesto un pagamento per un servizio di cui non si è usufruito, l’Amministrazione ha valutato opportuno di dichiarare la sospensione dei pagamenti per i servizi di nido e scuola dell’infanzia di diretta competenza fin dalle prime settimane di chiusura dei servizi 0-6, disponendo il 10 marzo la sospensione delle rette di diretta competenza per il mese di febbraio, con conseguente sospensione dell’emissione delle rette anche per i servizi educativi privati convenzionati per posti bimbo, per la suddetta mensilità.
Visto il prolungamento della chiusura dei servizi per gli interi mesi di marzo ed aprile e il verosimile protrarsi della sospensione delle attività per l’intero anno scolastico, non ancora formalizzata, ma più volte annunciata, si determinerà il mancato pagamento di rette per servizi non fruiti sia comunali che privati convenzionati per diverse mensilità.
Il locale sistema integrato di servizi per bambini da 0 a 6 anni si basa su un’offerta pubblica e privata che garantisce percentuali di copertura rispetto alla popolazione in età, non raggiungibili con la sola offerta comunale di servizi, pertanto ogni gestore di servizio educativo e scolastico, pubblico e privato, concorre, in piena applicazione del principio costituzionalmente rilevante della sussidiarietà orizzontale, all’esistenza e all’ operatività del sistema integrato dei servizi per bambini da 0 a 6 anni che è strutturato come segue:
il sistema dei servizi per bambini da 0 a 3 anni è articolato in servizi comunali a gestione diretta ed esternalizzata (che rappresentano il 60% circa dell’offerta) nonché in servizi privati con posti convenzionati con l’Amministrazione comunale (oltre a servizi privati “a libero mercato”);
il sistema dei servizi scolastici per bambini da 3 a 6 anni è articolato in scuole dell’infanzia comunali e statali (che insieme rappresentano il 71% circa dell’offerta) e scuole dell’infanzia private paritarie aderenti alla Federazione Italiana Scuole Materne (FISM).
“Il nostro primo pensiero – dichiara il sindaco Michele de Pascale – è stato fare in modo che tutte le famiglie dei bambini e delle bambine che frequentano i servizi di tutti i tipi potessero godere delle medesime condizioni, non pagando per ciò di cui non hanno potuto usufruire e senza la preoccupazione di dover rinunciare al posto.
Con questo provvedimento s’intendono adottare misure che possano rispondere ad una triplice finalità: agevolare le famiglie, che in questo momento già così complesso si trovano nella ulteriore difficile condizione di non poter usufruire di servizi per l’infanzia; prevedere interventi a supporto dei gestori privati, il cui ruolo è determinante nell’offerta integrata di servizi per la fascia d’età 0-6 anni, nell’intento di non aggravare ulteriormente il contesto economico già pesantemente compromesso dalle misure di contenimento dell’epidemia; sostenere i lavoratori e le lavoratrici delle scuole dell’infanzia, in modo che abbiano la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali nel caso in cui non sia loro garantito uno stipendio”.
“Per le mensilità di completa chiusura – dichiara Ouidad Bakkali assessora alla Pubblica istruzione e infanzia – l’Amministrazione sosterrà i servizi educativi/scolastici in modo da assicurare una ripresa immediata dell’attività educativa, appena l’emergenza Covid-19 lo consentirà. La proposta elaborata parte dal presupposto che i gestori, aderendo all’accordo, non percepiranno alcuna retta dalle famiglie per tutti i mesi di chiusura del servizio (marzo, aprile, maggio e giugno), nell’ipotesi che i servizi educativi e scolastici non riprendano a funzionare fino alla fine dell’anno scolastico. Gli stessi gestori s’impegneranno a restituire somme eventualmente già riscosse per il mese di marzo, secondo un rapporto diretto con le famiglie e a chiedere l’applicazione degli ammortizzatori sociali per i lavoratori e le lavoratrici per tutte le mensilità possibili”.
Le famiglie coinvolte sono 1139 e i servizi 29: 10 servizi educativi privati già convenzionati per posti bimbo (Domus Bimbi, Stefano Biondi, I Pargoli, Bianca e Bernie, Il Mondo di Heidi Alfa, Il Paese delle Meraviglie, Il Tamburino, Il Treno dei bimbi, La Mongolfiera, Il Canguro), 4 servizi educativi privati (Mary Poppins, Piccoli Tesori, Tante Lune- Sperimentale per la fascia 0-3, Crescere Insieme), 15 servizi educativi e scolastici Fism (Eugenio Foschi, Divina Provvidenza, Madonna della Fiducia, Maria Immacolata, Mons. Giulio Morelli, Paolo e Vittoria Ghezzo, L’Arca di Noè, Madre Teresa di Calcutta, S.Giuseppe Cottolengo, S.Maria in Ferculis, San Francesco di Sales, San Sisto II, San Vincenzo de Paoli, Istituto Tavelli, Mamma Margherita).
Le misure previste dagli accordi sono differenziate per tipologie di servizi e variano da 60/80 euro a bambino per servizi aderenti alla Federazione italiana Scuole Materne e da 140 a 170 euro a bambino per ciascun mese nei nidi privati, tenendo come limite i costi fissi incomprimibili dichiarati dai gestori.
L’applicazione delle nuove misure determina un costo mensile stimato pari a 106.069,99 euro, che determina, nella previsione di non riapertura dei servizi per l’intero anno scolastico, un costo complessivo massimo pari a 424.279,96 euro, di cui 183.130,44 per nidi convenzionati quale corrispettivo ad integrazione prezzi, € 37.229,52 per i servizi educativi privati come contributo e € 203.920,00 per i servizi educativi scolastici aderenti alla Fism. Tali somme trovano copertura nel bilancio di previsione 2020 destinando le somme che erano previste per le convenzioni ordinarie già in essere, sia impiegando le risorse regionali residue del progetto “Al nido con la Regione” finalizzato all’abbattimento delle rette/tariffe di frequenza ai servizi educativi per la prima infanzia e infine utilizzando i fondi residui derivanti dal Decreto legislativo 65/2017 che finanzia il sistema integrato 0-6.