Si è tenuta questa mattina nella sala del consiglio comunale, alla presenza del sindaco Michele de Pascale, dell’assessora alla Pubblica istruzione Ouidad Bakkali, del viceprefetto vicario Francesca Montesi, del questore Loretta Bignardi, del dirigente dell’Ufficio X Ambito Territoriale di Ravenna Paolo Davoli, la seduta della Consulta dei ragazzi e delle ragazze dedicata al Giorno della Memoria.
La seduta è stata, come di consueto, l’occasione per conferire le Medaglie d’Onore concesse dalla Presidenza del Consiglio dei ministri a cittadini italiani, militari e civili deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra.
Il sindaco ha salutato i giovani studenti: “Questa giornata serve per ricordare le vittime della Shoah e della guerra, per non dimenticare e per capire la gravità di ciò che è successo e succede ancora in altri paesi, per cercare di fare in modo che non si ripeta mai più e per ringraziare persone che hanno combattuto per difenderci e restituirci la libertà, oltre che per ricordaci che siamo fortunati ma non dobbiamo dare per scontata la pace”.
Il vice prefetto ha poi consegnato le Medaglie d’Onore ai familiari degli internati Elio Belli, Amedeo Gamberini, Francesco Leonetti, Aiten Proni e Walter Ravaglia. La maggior parte di loro è stata deportata in Germania per lavorare nelle industrie che servivano l’economia di guerra, tra cui le acciaierie; alcuni erano militari in servizio al momento della cattura. I parenti presenti in aula hanno raccontato brevemente le loro storie, non senza attimi di commozione di numerosi dei partecipanti. Uno dei parenti, il figlio di un internato in acciaieria, ha mostrato un piccolo sommergibile conservato in una teca, realizzato dal padre nei suoi momenti liberi dal lavoro forzato con gli scarti di metallo; riuscì a realizzare alcuni oggetti e a portarli con sé quando finalmente tornò a casa.
Conclusa la cerimonia di consegna delle Medaglie è intervenuto Paolo Davoli che ha esortato i giovani a essere curiosi, ad ascoltare gli altri e le loro esperienze e a farne tesoro, perché per diventare adulti e prendere in mano la propria vita e curarsi della propria città occorre sì studiare, ma anche giocare, essere curiosi, attenti a ciò che succede attorno, imparare come si fanno le cose.
La mattinata è proseguita dando la parola ai giovani stessi che hanno chiesto dettagli sul racconto dei sopravvissuti (in che occasione sono stati fatti questi racconti, come si sono sentite le persone a cui sono stati fatti, se le cose sarebbero stata vissute diversamente dai loro parenti se questi fossero stati più anziani…). È poi intervenuta una bambina con il desiderio non di chiedere ma di raccontare ciò che è parte della storia della sua famiglia: la fucilazione di lontani parenti durante la guerra e l’intitolazione a essi di una via nella loro città, cosa che, ha sottolineato la bambina, ha fatto entrare questa parte di storia nel suo cuore. Sono state inoltre ricordate le figure di Roberto Bachi e della senatrice Liliana Segre, anche dopo la serata alla scuola Mordani di martedì scorso.
Presente alla seduta anche una delegazione del Consiglio comunale dei ragazzi di Comacchio accompagnati dall’assessora alla Pubblica istruzione, Maria Chiara Cavalieri.
30 Gennaio 2020