Il supporto dell’assessorato ai Servizi sociali del Comune di Ravenna e delle numerose associazioni di volontariato del territorio alle persone più fragili non è mai venuto meno dall’inizio della pandemia da Covid 19. Alla luce però della seconda ondata e del conseguente incremento di bisogni che questa sta portando con sé, l’assessorato intende perseguire un maggiore coordinamento della gestione delle diverse azioni, chiedendo anche la collaborazione di persone disponibili a svolgere attività di volontariato.
Per questo da domani, mercoledì 25 novembre, sarà attivo il progetto “ProntoComune – emergenza Covid”, che mette a disposizione dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 il numero telefonico 0544.482584 (mail prontocomune@comune.ra.it ). Il progetto è rivolto a persone fragili e in quarantena, prive di rete parentale e sociale, ma anche a persone disponibili a svolgere attività di volontariato nel progetto stesso. Al telefono risponderanno operatori volontari che: raccoglieranno direttamente la lista della spesa per poi organizzare con le associazioni l’acquisto e la consegna; offriranno informazioni e indirizzeranno verso i servizi svolti dalle associazioni; orienteranno i cittadini e cercheranno risposte rispetto ai bisogni di servizi sociali o sanitari; raccoglieranno le disponibilità di persone a svolgere attività di volontariato tramite il progetto Laboriosamente. Oltre che per la necessità di farsi consegnare la spesa, si può quindi telefonare anche per altri bisogni legati al Covid e alle conseguenti restrizioni, sui quali l’Amministrazione comunale cercherà di attivarsi, considerato che potrebbero, nell’evoluzione della situazione, manifestarsi anche altre esigenze. Verranno raccolti per ogni telefonata, per censire bisogni e persone: nome e cognome, indirizzo, composizione del nucleo familiare, numero di telefono e, se c’è, indirizzo di posta elettronica.
Gli enti del terzo settore ad oggi coinvolti sono: Auser, Cittattiva, Croce Rossa, Mistral, Pubblica Assistenza, Centro Servizi per il Volontariato, ma naturalmente la possibilità di adesione da parte di altri soggetti è sempre aperta.
“Dall’inizio della pandemia – dichiara il sindaco Michele de Pascale – non è passato giorno senza che l’Amministrazione comunale, l’Ausl, tutti gli organi istituzionali preposti e la straordinaria rete delle associazioni di volontariato del nostro territorio non si siano attivati a supporto delle persone più fragili e prive di rete parentale e sociale, specialmente gli anziani, per cercare di dare una risposta positiva e concreta ai bisogni più disparati. Alla luce della recente ripresa dei contagi abbiamo ritenuto indispensabile rimettere in rete tutte queste importantissime risorse. Perché siamo consapevoli che l’emergenza è tutt’altro che finita e che anche quando sarà terminata ci restituirà un quadro nuovo, fatto di nuove esigenze e di nuove fragilità, che esigeranno attenzioni e risposte adeguate. Ma siamo altrettanto consapevoli che la nostra comunità ha alle spalle un tessuto solido, fatto di istituzioni attente e di cittadini generosi, e che quindi sarà in grado di affrontare questa nuova sfida”.
“Il progetto – aggiunge Valentina Morigi, assessora ai Servizi sociali – intende, come già si fece durante la prima emergenza, offrire ai cittadini un numero di telefono di riferimento presso il Comune di Ravenna al quale rivolgersi per trovare risposte e soluzioni alle difficoltà dettate dalla situazione. Le persone fragili, così come i nuclei familiari in quarantena, prive di rete parentale e sociale, incontrano difficoltà a svolgere le più semplici funzioni della vita quotidiana quali, ad esempio, fare la spesa di generi alimentari; approvvigionarsi di beni e farmaci; uscire per visite mediche.
Diversi enti del terzo settore operanti sul territorio del nostro comune offrono già risposte a questi bisogni verso le quali i cittadini possono essere orientati. Mettere in rete queste associazioni con l’assessorato ai Servizi sociali del Comune di Ravenna allargherà le possibilità di trovare risposta per i cittadini. La rete delle associazioni potrà a sua volta qualificare le risposte in base alle proprie disponibilità di volontari”.