La storia del Giro d’Italia accompagna e riflette la storia sociale italiana. Se si legge il volantino che fu consegnato ai partecipanti alla prima edizione della competizione sportiva, partita da Milano nel 1909, si può ravvisare la medesima aspirazione alla costruzione di una solida unità nazionale che trapelava anche dalla grande eco nazionale delle Feste Dantesche tenutesi a Ravenna nel 1908: “Come corridori italiani avete il gran compito di difendere i colori della nazione. Come forestieri ed ospiti, troverete fra i nostri campioni avversari degni e cortesi”.
Così nel corso dei decenni la partecipazione sempre maggiore alle vicende della corsa rosa, che con l’avvento della televisione ha consentito a milioni di italiani di conoscere, anche geograficamente, il Paese, è andata in parallelo all’affermarsi dell’insegnamento dantesco nelle scuole e al diffondersi della conoscenza della lingua italiana. Nel microcosmo delle due ruote si intravedono in filigrana i mutamenti epocali del Novecento italiano, così come nel diffondersi della Commedia e nelle sempre più attente interpretazioni si è affermato un lascito valoriale che contrassegna l’identità italiana ed europea.
La bicicletta, così come il poema dantesco, ha contribuito, a partire dall’inizio del secolo scorso, a tenere insieme valori, linguaggi, partecipazione. Per questo nel settimo centenario della morte di Dante è un grandissimo onore per Ravenna essere stata scelta come luogo di partenza della tappa del giro dedicata al Sommo Poeta, la Ravenna-Verona, che la nostra città ospiterà il 21 maggio. A un mese esatto dalla partenza, come hanno fatto le altre città protagoniste del Giro d’Italia 2021 con un proprio monumento, la Tomba di Dante, unica testimonianza materiale di un uomo che tutto il mondo conosce, ma della cui vita pochissimi sono i dati certi, è stata illuminata esternamente di rosa, il colore che caratterizza la competizione.
Solo per una notte, ieri 8 aprile, un proiettore ha colorato di rosa la facciata del tempietto del Morigia, grazie alla collaborazione di CPL Concordia, a cui la città deve la nuova e suggestiva illuminazione dell’area dantesca. Una data tra l’altro emblematica per la storia di Dante perché per molti studiosi, infatti, l’8 aprile del 1300, venerdì santo, è tra le possibili date di inizio del viaggio oltremondano che porterà il poeta al punto più alto di ogni immaginazione, a partire da quello smarrimento che tutto il mondo conosce “Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura…”.
La fotografia è pubblicata sul Corriere della Sera e su La Gazzetta dello Sport per “Italia in rosa” come ringraziamento alle città di tappa per aver illuminato i propri simboli.