Il presidente della Ctss Michele de Pascale incontra i rappresentati sindacali sui fondi della contrattazione integrativa relativamente al personale dipendente dell’Azienda USL della Romagna
Ieri pomeriggio il presidente della CTSS Michele de Pascale ha incontrato i rappresentanti Funzione pubblica CGIL CISL e UIL Romagna del settore sanitario in merito ai fondi della contrattazione integrativa relativamente al personale dipendente dell’Ausl della Romagna, che ad oggi, nonostante l’aumento delle dotazioni organiche delle Servizio sanitario Regionale, risultano vincolati a tetti imposti dalla legge.
I sindacati hanno chiesto al presidente de Pascale un impegno concreto poiché in assenza d’interventi d’incremento dei fondi della contrattazione integrativa si verificherà un calo del salario accessorio delle donne e degli uomini che lavorano nella sanità e della loro valorizzazione professionale.
“L’iniziativa delle organizzazioni sindacali ha tutto il mio sostegno – dichiara il presidente della Ctss Michele de Pascale -. Non posso neanche immaginare che dopo il sacrificio disumano richiesto loro i lavoratori e le lavoratrici della sanità per motivi di interpretazioni di norme burocratiche possano vedersi una riduzione della produttività. Mi farò carico personalmente di un’iniziativa sia nei confronti del presidente Bonaccini che dei ministri Brunetta e Speranza perché sia riconosciuto il massimo della produttività e del salario ali professionisti della sanità, impegnati in una vicenda senza precedenti”.
“Dopo anni di tagli lineari che hanno indebolito i servizi pubblici essenziali – dichiarano i rappresentati della funzione pubblica Romagna di Cgil Claudio Laghi, Cisl Mario Giovanni Cozza e Uil Luca Lanzillotti – e una pandemia che ha nei fatti evidenziato i danni cagionati dal depauperamento del Servizio Sanitario siamo a cospetto di un possibile paradosso che vedrebbe ancora una volta penalizzati il personale dipendente schierato in prima linea nella difficile lotta alla Covid-19.
Una battaglia affrontata in questo ultimo e difficilissimo anno senza l’apporto di risorse in grado di sostenere le donne e gli uomini del nostro SSR. Se è vero che in sanità abbiamo assistito in questo ultimo periodo a numerose assunzioni per fronteggiare la crisi epidemiologica ancora in atto, che nei fatti hanno in parte sopperito al blocco del turn over degli ultimi anni, è altresì vero che tutto questo è stato affrontato con le medesime risorse economiche attraverso le quali viene retribuito il salario accessorio del personale dipendente.
Serve quindi un impegno a superare vincoli di spesa assurdi che rischiano di penalizzare chi lavora in uno strano e illogico paradosso nel quale ai cosiddetti “eroi”, a coloro i quali è stata riservata la candidatura a premio Nobel, vengono addirittura calati gli stipendi oltre che negato lo sviluppo delle carriere professionali”.