Luogo di ricerca scientifica e innovazione tecnologica, ma anche spazio destinato al supporto alla creazione d’impresa e a nuove forme di imprenditorialità: ecco il nuovo Centro di Ricerca Ambiente Energia e Mare, inaugurato questo pomeriggio a Marina di Ravenna, con sede nel complesso immobiliare dell’ex centro ricerche ambientali, in via Ciro Menotti 48, per una superficie complessiva di quasi 26mila metri quadri.
Si tratta di una struttura di livello internazionale, che rappresenta un importante elemento di sviluppo e valorizzazione del Polo Universitario e del Tecnopolo di Ravenna, di cui fa parte, e al contempo un’occasione per le aziende del territorio di fruire dei risultati delle attività di ricerca scientifica e tecnologica che vi si svolgeranno.
La nascita del Centro è frutto dell’intesa tra Comune di Ravenna, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e Fondazione Flaminia (che l’hanno pensato e progettato e che lo gestiranno in virtù di appositi accordi) ed è stata resa possibile dal sostegno della Regione Emilia-Romagna. Il progetto infatti è stato finanziato con un contributo regionale di un milione di euro circa, a seguito della candidatura dello stesso a un bando della Regione Emilia-Romagna nel quale ha ottenuto il primo posto in graduatoria.
Il Comune di Ravenna ha acquisito l’immobile, lo ha ristrutturato e ne ha ceduto una parte in comodato d’uso gratuito all’Università, per l’attivazione del Centro di Ricerca nell’ambito delle attività del Centro Interdipartimentale di Ricerca Industriale Fonti Rinnovabili, Ambiente, Mare ed Energia (CIRI FRAME). Fondazione Flaminia, accreditata quale “Centro per l’Innovazione nell’ambito della Rete Alta Tecnologia della Regione Emilia-Romagna”, è coinvolta in quanto soggetto gestore del Tecnopolo di Ravenna con l’obiettivo di promuoverne lo sviluppo e favorire la sinergia con le imprese.
Il Centro – dotato di tre laboratori, alcuni uffici e una prima zona dedicata al co-working con le imprese – costituirà un ampliamento e consolidamento del Tecnopolo di Ravenna e rappresenterà una delle sedi principali per la realizzazione delle attività di ricerca sulle tecnologie per la Crescita Blu Sostenibile, attraverso il CIRI FRAME e più complessivamente il sistema dei Centri Interdipartimentali di Ricerca Industriale (CIRI) dell’Università di Bologna, in collaborazione con le imprese del territorio. Il Centro ospiterà inoltre attività di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico in collaborazione con il Fraunhofer Gesellshaft, uno degli istituti di ricerca più prestigiosi in Europa, con il quale l’Alma Mater sta finalizzando un accordo quinquennale, rinnovabile, per l’attivazione presso il Centro di ricerca di un laboratorio congiunto nel settore della gestione sostenibile dell’energia e dei rifiuti, denominato “Fraunhofer Innovation Platform for Waste Valorisation and Future Energy Supply at University of Bologna” (FIP-WE@UNIBO). Il Centro di ricerca ospiterà inoltre un laboratorio di ricerca incentrato sull’up-scale di processi produttivi e di riciclo di componenti e celle di sistemi elettrochimici di accumulo e conversione dell’energia (batterie, supercondensatori, celle a combustibile) mediante approcci sostenibili, e sulla caratterizzazione elettrochimica e chimico-fisica di materiali, componenti e dispositivi.
L’Università potrà altresì svolgere, presso la stessa sede, attività formative dedicate a temi strategici per il territorio e ai temi dell’innovazione nel settore off shore e della dismissione/conversione delle piattaforme.
Completerà il Centro un secondo intervento di ristrutturazione, per la realizzazione degli spazi da destinare all’attività di incubazione d’impresa e al co-working, con particolare riferimento alle tematiche dell’economia circolare e della Blue Economy, la cui gestione sarà in capo al Comune di Ravenna. Anche questo ulteriore progetto, presentato dal Comune in collaborazione con l’Università di Bologna, si è aggiudicato un contributo regionale, del valore di oltre 421mila euro, partecipando al bando “Programma triennale delle attività produttive – sostegno allo sviluppo delle infrastrutture per la competitività del territorio”.
“Quello che oggi è qui, sotto gli occhi di tutti – ha dichiarato il sindaco di Ravenna Michele de Pascale – è il frutto di un grandissimo lavoro di squadra, al quale il Comune ha creduto e crede fermamente e sul quale ha investito con altrettanta convinzione. Questo centro rappresenta infatti un unicum, in quanto sarà un centro di ricerca industriale pubblico a servizio dell’economia e delle imprese locali ma anche nazionali. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza la comunione di intenti e la stretta collaborazione tra Comune, Università di Bologna e Fondazione Flaminia. Ognuna di queste realtà ha messo a disposizione il proprio impegno e le proprie competenze per dare vita a un centro in grado di sviluppare soluzioni innovative da mettere a disposizione del mondo dell’impresa per affrontare la grande sfida della transizione energetica, nel solco di quella che era stata negli anni Novanta la lungimirante visione di Raul Gardini, individuando nella ricerca il principale strumento per conciliare sviluppo e sostenibilità ambientale. Una nuova realtà di livello internazionale, che opererà nell’ambito del Tecnopolo nei due macro settori della gestione sostenibile dell’energia e dei rifiuti e delle scienze e delle tecnologie del mare, con particolare riguardo alla crescita blu sostenibile. Che si tratti di un progetto altamente qualificato, in grado di centrare gli obiettivi che si prefigge, lo dimostrano, solo per fare due esempi, la partecipazione, realizzata grazie all’Università di Bologna, dell’istituto Fraunhofer, e l’importante sostegno della Regione Emilia Romagna, che ha finanziato il centro nell’ambito di due bandi”.
“Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questo risultato, grazie al coinvolgimento positivo di tante realtà. Si tratta di un progetto sul quale la Regione ha creduto da subito e un’infrastruttura strategica per centrare gli obiettivi della transizione ecologica e della neutralità carbonica anche attraverso l’attività di ricerca industriale e di trasferimento tecnologico soprattutto nel settore ambientale – ha affermato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini –. Come abbiamo definito con il Patto per il Lavoro e per il Clima insieme a tutte le parti sociali, questi obiettivi non sono più rimandabili: ognuno deve fare la propria parte e la scienza al servizio dell’uomo sarà sempre di più fondamentale. Per questo come Regione abbiamo investito nel Centro di ricerca ambiente, energia e mare del Tecnopolo di Ravenna, che fa parte della Rete regionale dei Tecnopoli, per trasmettere alle aziende del territorio i saperi e le esperienze necessari nel campo delle fonti rinnovabili, della salvaguardia dell’ambiente, dello studio e della tutela del mare e delle coste, della sostenibilità nei processi produttivi, del taglio alle emissioni di gas clima-alteranti. E voglio sottolineare – ha concluso Bonaccini – come questo progetto, realizzato nell’ambito della Rete Alta Tecnologia della Regione Emilia-Romagna, si realizzi in accordo con una importante istituzione come il ‘Fraunhofer Gesellshaft’, in particolare sull’economia circolare: un lavoro condiviso con i soggetti più avanzati a livello europeo per costruire un futuro nuovo e sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale, economico”.
“La transizione ecologica e la costruzione di un futuro e un’economia più sostenibili sono sfide che solo attraverso l’avanzamento della conoscenza, la ricerca e la piena collaborazione tra istituzioni e territorio è possibile affrontare con successo. La nascita di questo centro – ha dichiarato il Magnifico Rettore Francesco Ubertini – rafforza e consolida questa visione, confermando e ampliando l’impegno dell’Alma Mater, di Ravenna e dell’intera regione su temi così strategici per il nostro Paese e per l’Europa, come l’ambiente, l’energia e il mare. Il centro, in un’ottica altamente multidisciplinare, promuoverà quindi attività di ricerca e innovazione in piena sinergia e insieme con le aziende del territorio. Una sfida così rilevante non può poi essere condotta senza una forte prospettiva di cooperazione internazionale. La collaborazione col Fraunhofer va in questa direzione e aprirà certamente nuove e promettenti prospettive nell’ambito della ricerca industriale e dell’economia circolare”.
“Siamo lieti di essere parte di questo grande progetto – ha commentato Mirella Falconi, presidente della Fondazione Flaminia – che sarà certamente motore di crescita per il nostro territorio. Fondazione Flaminia garantirà la gestione operativa del centro, ma sarà in particolare coinvolta come soggetto gestore delle attività del Tecnopolo di Ravenna, di cui la realtà che oggi inauguriamo costituisce un ampliamento. In questa veste Flaminia promuoverà lo sviluppo e la sinergia della nuova struttura con le imprese. L’auspicio è che i significativi ambiti di ricerca in cui opererà rafforzino l’intero sistema di ricerca scientifica e innovazione tecnologica del territorio, e, in senso più ampio, consentano alla nostra città di competere a livello internazionale”.