Inclusa est flamma, la mostra della Biblioteca Classense sul Secentenario dantesco, viene prorogata fino al 17 luglio prossimo. In ottemperanza al DPCM del 3 novembre 2020 la mostra è chiusa al pubblico dal 5 novembre 2020. La conclusione, all’inizio prevista per domenica 10 gennaio 2021, viene posticipata al 17 luglio 2021 viste le attuali circostanze legate all’emergenza CoViD-19 e per venire incontro alle esigenze del pubblico, accorso numeroso, nel pieno rispetto delle disposizioni anti Covid-19, fino alla chiusura, e che si spera di accogliere nuovamente.
Il percorso espositivo è stato organizzato dalla Biblioteca Classense e dal MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna ed è stato inaugurato l’11 settembre 2020. Si tratta della prima delle tre mostre che compongono il progetto espositivo Dante. Gli occhi e la mente, ideato dal Comune di Ravenna – Assessorato alla cultura, dal MAR e dalla Classense in occasione del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri. Le mostre si svolgono da settembre 2020 fino a gennaio 2022 presso il MAR, la chiesa di San Romualdo e la Classense.
Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante, a cura di Benedetto Gugliotta, responsabile dell’Ufficio Tutela e Valorizzazione della Biblioteca Classense, racconta le celebrazioni nazionali per il VI centenario dantesco del 1921, inaugurate l’anno prima proprio in Classense alla presenza del Ministro della Pubblica Istruzione Benedetto Croce.
Libri, manifesti, fotografie, dipinti, manoscritti e numerosi oggetti d’arte offerti come omaggio a Dante e alla città “ultimo rifugio” del poeta presentano una storia che ha in Dante il protagonista principale ma che si ramifica in tante vicende che raccontano l’amore degli Italiani verso il poeta, spesso patriotticamente sentito come “padre della Patria” anche perhé nel 1921 l’Italia, appena uscita dalla Grande Guerra, sentiva di aver finalmente completato il processo di unificazione con l’annessione di Trento, Trieste e di altri territori italofoni al confine orientale. Ciascuno degli oggetti, testimonianze della storia “ufficiale”, offrirà spunti per raccontare anche storie particolari, spesso sconosciute al grande pubblico e a volte sorprendenti.
A scandire il percorso ci sono diversi Albi di firme della Tomba di Dante e della Classense, che raccolgono autografi di visitatori e visitatrici illustri ma anche di comuni cittadini e cittadine che, tra XIX
e XX secolo, intendevano testimoniare i loro sentimenti durante la visita al sepolcro di Dante.
La narrazione prende le mosse dalle “Feste dantesche” del settembre 1908, organizzate dalla Società Dantesca Italiana, che riunirono a Ravenna rappresentanti di città e territori allora sotto la sovranità dell’Impero austroungarico: Trieste, Trento e le città della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia che dopo la Grande Guerra completarono l’Unità d’Italia fino al Golfo del Quarnero. Nacque in quell’occasione la Cerimonia dell’olio, in cui annualmente Firenze offre l’olio destinato ad ardere nella lampada all’interno della tomba, simbolico atto di espiazione per l’esilio inflitto al poeta.
E fu proprio nel settembre 1908 che venne presentata al pubblico la Raccolta Dantesca Olschki, uno dei fondi bibliografici a soggetto dantesco più importanti al mondo. Acquisita nel 1905 dal libraio antiquario ed editore Leo Samuel Olschki, è ricca di oltre 4.000 volumi alcuni dei quali molto rari. Grazie alla collaborazione con la Casa editrice Olschki e con il Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali di Ravenna, è possibile vedere riuniti due esemplari di un’edizione pregiatissima e a tiratura limitata della Commedia, insieme al manoscritto autografo del proemio, scritto da Gabriele D’Annunzio. Si tratta dell’edizione celebrativa per i 50 anni dell’Unità d’Italia (1911). La copia prestata da Olschki (l’altra è della biblioteca) è stampata su pergamena miniata e ha una legatura con borchie d’argento: un monumento dell’arte tipografica, stampata in soli 6 esemplari.
È stato inoltre recuperato il manifesto ufficiale delle celebrazioni del 1921, disegnato dal grande Galileo Chini (1873-1956), forse il più grande interprete del Liberty italiano, una affiche di grande formato (cm 200×150) restaurata ed esposto a Ravenna per la prima volta dopo il 1921. Oltre a quanto già citato, tra i pezzi più importanti in mostra sono visibili il modello in bronzo del monumento di Dante a Trento, realizzato da Cesare Zocchi nel 1896; il dipinto Dante nella pineta e I funerali di Dante, opere del triestino Carlo Wostry (1865-1943) e i celebri sacchi donati da Gabriele D’Annunzio e decorati da Adolfo De Carolis col motto “Inclusa est flamma” (“la fiamma è all’interno”) che danno il titolo alla mostra. I sacchi in tela di juta, contenenti foglie di alloro in omaggio a Dante, furono trasportati in aereo a Ravenna da tre aviatori che avevano partecipato a famose imprese militari di D’Annunzio, come il volo su Vienna del 1918 o l’Impresa di Fiume. Il Vate stabilì un parallelo tra la fiamma che ardeva sulla tomba di Dante e la fiamma perenne che veniva custodita presso il santuario di Apollo a Delfi, considerato dagli antichi Greci il cuore vivo della loro civiltà. Una simbologia iniziatica che intendeva Dante come profeta della Nazione oltre che padre della lingua italiana.
Nella parte finale del percorso è possibile visionare estratti del film La mirabile visione (1921), diretto da Caramba, alias Luigi Sapelli. Grazie ad una collaborazione col Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e con gli Archives Françaises du Film del CNC (Centre National de la Cinématographie et de d’Image Animée) sono stati selezionati brani sul rapporto che lega Dante a Ravenna
14 Gennaio 2021