Si è svolta questa mattina a Campiano la cerimonia di intitolazione di un’area verde dedicata all’agronomo Giuseppe Cellini, situata di fronte a via Bachelet.
L’area verde, denominata giardino “Giuseppe Cellini”, è stata individuata grazie alla collaborazione del Consiglio Territoriale dell’Area San Pietro in Vincoli e del Comitato cittadino di Campiano. Al suo interno sono state messe a dimora piante da frutto tradizionali del territorio per ricordare l’attività portata avanti da Cellini come frutticoltore.
Alla cerimonia di intitolazione erano presenti, tra gli altri, il sindaco Michele de Pascale, Libero Asioli, amico di Cellini e promotore della proposta di intitolazione, il presidente della Federazione delle Cooperative della Provincia di Ravenna Lorenzo Cottignoli, Luciano Giuliani, agricoltore e curatore dell’area verde, Silviero Sansavini, professore emerito all’Università di Bologna, il presidente del Comitato cittadino di Campiano Bruno Bazzocchi, il presidente del Consiglio Territoriale dell’Area San Pietro in Vincoli Palmiro Fontana e il consigliere comunale Igor Bombardi.
Agronomo, sempre presente attivamente nei convegni dedicati all’agricoltura, Giuseppe Cellini fu artefice dello sviluppo di cinquant’anni di frutticoltura, non solo romagnola, dalla metà del 900 fino ad oggi.
Nato a Ravenna nel 1919 e scomparso nel 2011, è sempre vissuto a Campiano. Laureato in Scienze agrarie nel 1946 presso l’Università di Bologna, svolse il suo primo impegno di lavoro presso il Ministero dell’agricoltura di San Marino.
Fu fervente sostenitore di Nullo Baldini, fondatore delle cooperative agricole bracciantili del ravennate. Dal 1945 al 1950 diresse l’ufficio agricolo della Federazione delle cooperative di Ravenna.
Insegnante per diversi anni ai corsi di formazione per giovani agricoltori fu autore del testo “L’agricoltura e la passione” e collaborò con diverse riviste specializzate del settore.
Sostenitore della ricerca e dell’innovazione in agricoltura, concorse concretamente a cambiare i sistemi di potatura del pesco, introducendo e sostenendo i portainnesti nanizzati e gli impianti fitti. Contribuì inoltre al diffondersi dei principi di “lotta integrata” e delle nuove varietà di piante da frutto “resistenti” alle malattie.