Tornano i “Martedì di Romagna” del Centro relazioni culturali. Domani, 12 aprile, alle 18, in sala D’Attorre di Casa Melandri in via Ponte Marino 2, verranno presentati due libri. Il primo “Sussurri di siti silenti. Viaggio in Romagna e dintorni” di Nicoletta Timoncini e “La spada, la croce e il giglio. L’Appennino romagnolo nel Medioevo e in età moderna” di Luca Onofri.
Ogni luogo ha una storia da raccontare, storie di streghe, di spettri, ma anche di re e di papi e di gente comune che viveva della fatica quotidiana e trascorreva le sere a veglia, tramandando i racconti degli avi. Ogni anfratto, ogni colle, ogni valle, ogni torrente rimanda a qualcosa di magico e perduto. Ogni storia riflette un vissuto umano. Il raccontare i fatti ridà loro corpo. Questo è quello che l’autrice Nicoletta Timoncini fa nel suo libro “Sussurri di siti silenti”. Propone un viaggio alla scoperta di quindici luoghi abbandonati della Romagna, a volte superandone brevemente i confini, allo scopo di dare voce a posti dimenticati o mai conosciuti dai più. È un viaggio nei siti, ma anche nella memoria, attraverso il racconto e il vissuto di chi li ha abitati.
Ogni viaggio viene raccontato attraverso le visite dell’autrice, documentato dalle immagini di ieri e di oggi, arricchito dai dati storici e dalle narrazioni dei protagonisti che hanno vissuto e amato i luoghi descritti. Sono storie di vita quotidiana, che permettono di tornare alle radici delle tradizioni e del folklore romagnolo. Ogni sito ha un’anima, regalatagli da chi l’ha edificato, vissuto o semplicemente visitato. Questo viaggio nasce dal desiderio di dare voce a quei siti silenti che sussurrano al vento voci di uomini e donne, eventi storici, tradizioni del passato e storie di vita quotidiana. I sussurri vengono così catturati il tempo necessario per essere trasposti in parole, per poi essere lasciati fluire nuovamente nel loro eterno viaggio fra le fronde degli alberi e le pareti delle stanze ormai vuote. Finché c’è memoria c’è vita. Il ricordo ridona vita. Così attraverso i brevi viaggi dell’autrice – che di volta in volta le hanno permesso di incontrare persone e conoscere personaggi, tra immagini e notizie storiche – si viene accompagnati lungo un percorso che un poco è anche dell’anima.
Mantenendo la Romagna come filo conduttore della serata, con il secondo libro, quello curato da Luca Onofri, si parlerà dell’Appennino Tosco-Romagnolo che rappresenta un’area storicamente molto rilevante, già a partire dall’antichità.
Quella che segue, dunque, sarà la storia di una terra di confine, laddove per confine non si intende una rigida ripartizione, bensì un’area di scambio e di passaggio che ha permesso l’influenza reciproca fra i versanti appenninici: la transumanza, i pellegrinaggi, le guerre e i commerci univano Romagna, Toscana e Marche, consentendo ampia mobilità di cose, di persone e di idee. Terra di confine, di spiritualità e di conquista, l’Appennino romagnolo ha vissuto nel Medioevo e nell’Età Moderna secoli cruciali, che ne hanno segnato la cultura ed il paesaggio.
Le foreste selvagge e le impervie vallate furono la meta prediletta di asceti ed eremiti, che iniziarono a popolare queste montagne, innescando un processo di antropizzazione, il cui esito fu la nascita di grandi abbazie, sovraintese da potenti abati. I passi e le strade, percorsi da mercanti, pellegrini ed eserciti, divennero l’oggetto delle mire e delle attenzioni dei signori feudali, che resero l’area appenninica una scacchiera punteggiata di torri e castelli. Le stesse vie di comunicazione, che costituivano una testa di ponte verso le fertili e strategiche pianure romagnole, attrassero l’attenzione di Firenze, città potente, bramosa di commercio ed affamata di cereali, la quale ben presto valicò lo spartiacque imponendo il suo dominio sulle montagne romagnole. Tali sono state le dinamiche che hanno segnato questa terra e che hanno scandito la vita dei popoli delle sue vallate, dove ancora si possono scorgere i ruderi di antiche case coloniche, segni tangibili di una quotidianità rimasta immutata nel tempo, sino a pochi decenni fa. Monaci, signori feudali e conquistatori toscani sono i principali protagonisti di questo libro, che vuole essere non solo una raccolta di informazioni storiche sul l’Appennino romagnolo nel suo complesso, ma anche una guida per conoscere e scoprire una terra di confine, per nulla marginale nella storia della Romagna.
Nicoletta Timoncini è nata a Ravenna il 7 marzo 1975 e da allora vive a Porto Corsini. Dopo aver conseguito la laurea in Psicologia Clinica e di Comunità nel 2000 e la successiva abilitazione alla professione di psicologo, ha lavorato per 15 anni come tutor in istituti professionali statali di Ravenna. Si occupa di formazione, tenendo laboratori di scrittura autobiografi ca e di comunicazione. Ha pubblicato Il Golfo Mistico per Caosfera Edizioni nel 2013 e alcuni racconti nelle raccolte Battito a cura del Collettivo Battito nel 2018; ha inoltre pubblicato Gli anni 10 per Fernandel nel 2018 e Ravenna al mare per Claudio Nanni Editore nel 2020. È diplomata in improvvisazione teatrale ed è cantautrice. Appassionata di storia locale e amante dei territori romagnoli da sempre, ha coniugato questi interessi in Sussurri di siti silenti.
Luca Onofri nato nel 1995, è insegnante ed è laureato in Lettere classiche all’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”. Ha realizzato le tesi Parodie della società romana nella commedia plautina e I canti dell’Ifigenia in Tauride di Euripide.
L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti e, nel rispetto delle normative vigenti
Per informazioni: 0544.482227 – crc@comune.ra.it
Prossimo appuntamento: venerdì 15 aprile alle 18, sala D’Attorre di Casa Melandri, in via Ponte Marino 2 con Maria Cristina Carile che parlerà dei patrimoni Bizantini in terra contesa.