Il Centro relazioni culturali dedica l’incontro mensile del martedì ad un approfondimento necessario per provare a leggere questo nostro tempo in cui tutto è diverso da quanto ci saremmo aspettati. Martedì 10 maggio alle ore 18, nella sala D’Attorre di Casa Melandri in via Ponte Marino 2, si confronteranno alcuni studiosi di storia contemporanea sul tema della guerra russo-ucraina. L’invasione russa dell’Ucraina e la successiva guerra occupano le prime pagine dei nostri quotidiani e dei social media e hanno monopolizzato i palinsesti dei principali talk di approfondimento televisivo. Nonostante lo sforzo profuso, i risultati in termini di comprensione e di profondità della riflessione sono sinceramente modesti. Dopo una prima fase emergenziale, ora l’attenzione sembra essersi concentrata su due principali direttrici. Da un lato il richiamo ad un legittimo quanto sterile pacifismo. Dall’altro la trasformazione del conflitto nello specchio nel quale si riflettono contraddizioni e divisioni del quadro politico-culturale nazionale (con le “tifoserie” sempre più accanite nel dividersi tra pro-Putin e pro-Zelensky). Il seminario è un tentativo, naturalmente limitato, ma comunque ambizioso, di andare controcorrente, nella convinzione che il medio-lungo periodo, cioè la profondità dell’indagine storica, possano davvero fornire spunti di riflessione meno banali e meno improvvisati sul drammatico ritorno della guerra nel continente europeo.
L’idea di mettere attorno ad un tavolo quattro storici, rispettivamente esperti di integrazione europea, Stati Uniti, est Europa e Russia e Cina. va nella direzione di ricercare le radici profonde e complesse del conflitto. Tutto ciò con l’obiettivo di andare alla ricerca di qualche risposta attorno ad almeno cinque grandi questioni:
- Cosa ci dice la guerra del rapporto mai definito e mai completamente sciolto tra Russia ed Europa
- Cosa ci dice ancora la guerra del legame sino-russo e ancor di più del rapporto in atto tra la clamorosa crescita cinese dell’ultimo cinquantennio e l’area europea
- Cosa ci dice la guerra a proposito del nuovo antagonismo globale sino-americano (una nuova Guerra fredda?)
- Cosa ci dice ancora la guerra del rapporto euro-atlantico e della sua evoluzione dalla fine della Seconda guerra mondiale sino ai nostri giorni
- Cosa ci dice infine la guerra del processo di integrazione europea, con la clamorosa necessità di andare definitivamente verso la scelta dell’efficienza politica e dell’autonomia strategica
Il tutto nella convinzione che, come troppe volte accaduto nella storia dell’umanità, popolazioni civili inermi paghino in maniera devastante scelte belliche sicuramente scellerate, che non ha però molto senso limitarsi ad attribuire ad autocrati senza scrupoli o addirittura in preda alla follia. Compito dello storico è quello di evidenziare come le scelte politiche siano sempre frutto di responsabilità individuali o collettive, ma comunque umane, ma allo stesso tempo siano legate al perpetrarsi di dinamiche di incontro e scontro le cui radici affondano nell’evoluzione storica di medio-lungo periodo.
Introdurrà la serata Luigi Canetti, direttore del dipartimento di Beni culturali, affidando poi a Michele Marchi la conduzione di un dialogo che vede un confronto tra Alberto Basciani dell’Università di Roma tre, Fulvio De Giorgi dell’università di ca’ Foscari di Venezia e Mario Del Pero del Centro di studi politici di Parigi, autorità riconosciute nei loro diversi campi storici ( rapporti est-ovest Europa, rapporti sino-europei, politica estera statunitense) e proprio per questo poco addentro al caos regnante.
L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti e nel rispetto delle normative vigenti. Per informazioni: 0544.482227 – crc@comune.ra.it