Ravenna incontra Dante attraverso lo sguardo di studiosi che al lascito dantesco hanno dedicato la propria ricerca. Da dieci anni è stata intrapresa la strada del confronto fra diverse discipline, della chiamata inclusiva al pubblico, della collaborazione tra istituzioni: questo sono le Conversazioni dantesche.
Per l’edizione del decennale, curata da Luigi Canetti e Sebastiana Nobili, è stata scelta la riflessione sulla città con il titolo “E sarai meco sanza fine cive. Esperienze e modelli di città”. Gli incontri sono in programma nei giorni 11, 18, 25 e 27 ottobre alle 17.30 all’auditorium di San Romualdo. Verranno introdotti dall’esecuzione di pezzi musicali eseguiti dagli strumentisti dell’Istituto superiore di studi musicali Giuseppe Verdi e si svolgeranno nella forma del dialogo, in un connubio di musica e parole, di giovani creativi ed esperti studiosi, di pubblico e autori.
“Si tratta – dichiara l’assessore alla Cultura Fabio Sbaraglia – di una rassegna che nasce dal metodo della coprogettazione e assume il dialogo quale cifra culturale, nella forma scelta, la conversazione appunto, nei diversi pubblici a cui si rivolge, studenti e cittadini, nella varietà dei protagonisti, docenti, scrittori affermati, esperti e giovani artisti e soprattutto nella varietà dei linguaggi proposti, l’esecuzione musicale e le lezioni. Si confermano anche alcune collaborazioni di grande importanza con l’Istituto Verdi, con l’Orchestra Cherubini e con il Dipartimento dei Beni Culturali, nel nome di Dante e della cultura tesa ai valori della ricerca, della partecipazione e dell’inclusione che contrassegna la nostra comunità”.
Nelle Conversazioni dantesche la Commedia svolge la funzione di “pre-testo”; in questa edizione si parte dalla centralità del tema della città nella costruzione del viaggio salvifico per approdare ai nodi nevralgici della riflessione contemporanea, attraverso il pensiero urbanistico, le politiche per la sicurezza, le intuizioni della mistica e le invenzioni della letteratura. Il più alto degli auspici rivolti al pellegrino oltremondano nei canti finali del Purgatorio è così una sorta di cittadinanza eterna, laddove attraverso la metafora urbana si configura il Paradiso, secondo l’insegnamento dei Padri e soprattutto di Agostino. Dunque la città si pone come necessità, buon vivere, forma di elaborazione delle relazioni, interazione tra destini singoli e collettivi, non solo dunque mero tema tecnico. Per questo tale progetto è nato per affiancare il percorso che Ravenna sta affrontando per la costruzione di un documento di pensiero e visione del territorio che si attua attraverso il Piano Urbanistico Generale.
A questo proposito l’incontro di apertura è dedicato alla complessità della forma delle città, con il dialogo tra Nicola Marzot, che ha operato su progetti urbani complessi e azioni di rigenerazione urbana, e Roberto Pasini, che si occupa di interazione tra sistemi ambientali, strutture costruite e dinamiche culturali (11 ottobre).
Poi viene preso in esame come la domanda di sicurezza nel fragile equilibrio con le dinamiche di percezione e contrasto possa determinare gli orientamenti di pianificazione e assetto, attraverso il confronto tra Tommaso Giupponi, profondo conoscitore dei fondamenti costituzionali dell’assetto normativo sulla sicurezza, e Gian Guido Nobili, autore dei principali documenti regionali e nazionali sulle politiche di prevenzione della criminalità (18 ottobre).
La città quale spazio del dialogo tra uomo, natura e divinità è l’affascinante sfida che affrontano sorella Anastasia, biblista alla guida del Carmelo di Ravenna e Roberto Zancan, che sulla dimensione generativa del paesaggio molto ha scritto sia dalle colonne di “Domus” che da prestigiose cattedre internazionali (25 ottobre).
L’incontro conclusivo è dedicato alla letteratura, con le città di parole e di invenzione raccontate da Erri De Luca, che proprio dalla potenza di una città unica al mondo come Napoli ha tratto alcuni dei suoi romanzi, presentato da Silvia Acocella appassionata studiosa di letteratura contemporanea (27 ottobre).
Le Conversazioni dantesche hanno solcato dal 2013 la profondità dei temi e con essi delle domande presenti nella Commedia: la luce, il viaggio, la nascita, il volo, i vestiti, l’ornamento, l’oro, il contagio e il mare. Dieci anni di riflessioni a partire da Dante lungo le rotte che determinano la nostra contemporaneità e il nostro interrogarci su di essa, a partire dalla letteratura verso ogni disciplina che studi l’uomo e il mondo.
Il progetto è reso possibile da una stretta collaborazione tra il Centro Relazioni Culturali del Comune di Ravenna e il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna; curatori scientifici del progetto sono Sebastiana Nobili e Luigi Canetti e il pubblico a cui si guarda è costituito da cittadini e cittadine che siano desiderosi di conoscere, attraverso Dante, temi e prospettive del nostro oggi.