Domani, 5 febbraio, è la Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare istituita nel 2014 dalla campagna Spreco zero di Last minute market, in collaborazione con l’Università di Bologna e sostenuta dal Dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari e con il ministero dell’Ambiente.
Lo scopo è quello di sensibilizzare la popolazione, le istituzioni, il tessuto economico e sociale del Paese verso uno degli sprechi più rilevanti e significativi del nostro tempo.
Buttare il cibo ancora utilizzabile rappresenta, infatti, in Italia e non solo, lo spreco maggiore che coinvolge il 74% degli italiani, prima ancora dello spreco idrico e di quello energetico.
Molte sono le azioni portate avanti in questi anni, anche nel nostro territorio, ma molto ancora può e deve essere fatto. Sul tema l’assessore alle Politiche sociali, Gianandrea Baroncini, invita tutti a riflettere, partendo proprio dalle iniziative di sensibilizzazione messe in campo in questa giornata dalla Regione Emilia-Romagna, dalla Ausl Romagna e promosse anche da Anci nazionale.
“Lo spreco alimentare coinvolge tutti – afferma l’assessore – e riguarda molti aspetti della vita quotidiana, dalle azioni pubbliche ai comportamenti individuali, perché rappresenta, oggi, il più grande paradosso del nostro tempo. Da un lato, infatti, i rifiuti alimentari esercitano una forte pressione sulle risorse naturali e sull’ambiente, dove un terzo dei prodotti alimentari vengono sprecati e, al contempo, un quarto della popolazione mondiale vive in condizioni di malnutrizione, senza accesso al cibo, in uno stato sempre più evidente di povertà o esclusione sociale. Un fenomeno che riguarda anche Ravenna dove si registra un sempre maggiore ricorso al sostegno alimentare, tramite gli strumenti offerti dai servizi sociali e dalle associazioni di volontariato e al contempo ogni anno vengono buttati, in provincia di Ravenna, oltre 702 kg pro capite di rifiuti, di cui almeno un 10% riguarda proprio i rifiuti organici e agroalimentari”.
Tante sono le azioni messe in campo in questi anni. Tra queste la raccolta e la distribuzione delle eccedenze ortofrutticole; la ricerca di nuove aziende donatrici, anche attraverso azioni coordinate con gli enti locali; la sottoscrizione di accordi con la ristorazione collettiva; l’impegno quotidiano di tante associazioni di volontariato che donano prodotti agroalimentari, aziende che donano periodicamente prodotti agroalimentari per la ristorazione sociale, o come i tanti ristoratori ed esercenti green aderenti ai progetti di Ravenna futura, che attuano, da un lato, una attenzione scrupolosa alla raccolta differenziata e dall’altro la distribuzione delle eccedenze alimentari, come le Food Bag. Per non parlare dei tanti progetti di educazione ambientale messi in campo in questi anni, in collaborazione con tutte le istituzioni scolastiche.
“Occorre, comunque – conclude Baroncini – una sempre maggiore cooperazione a livello internazionale, anche attraverso gli obiettivi Onu per lo sviluppo sostenibile elencati nell’Agenda 2030, per ridurre ed eliminare questi paradossi, ma soprattutto occorrono nuove azioni sia a livello nazionale che locale, strategie alimentari urbane e azioni concrete, messe in atto dalle amministrazioni locali, da imprese e cittadini. In definitiva una maggiore consapevolezza per garantire a tutti i cittadini l’accesso ad un’alimentazione sostenibile”.