Con grandissimo dispiacere apprendo della morte del professor Cesare Moisè Finzi, testimone della tragedia della Shoah, al quale nel 2020 Ravenna ha voluto conferire la cittadinanza onoraria nell’ambito delle iniziative del Giorno della Memoria, davanti ad un Teatro Alighieri gremito di centinaia di ragazzi e ragazze.
Per ricordarlo oggi non ci sono parole più appropriate che quelle della motivazione del conferimento della cittadinanza onoraria: “Il Comune di Ravenna conferisce a Cesare Moisè Finzi la cittadinanza onoraria quale riconoscimento del prezioso lavoro di diffusione di memoria e per l’alto valore civile, sociale e culturale della sua testimonianza di sopravvissuto alla tragedia della Shoah; per il suo impegno nel trasmettere alle giovani generazioni valori di pace, solidarietà, uguaglianza, difesa dei diritti umani, che sono alla base della Costituzione italiana; per il profondo legame con Ravenna, nella quale, al tempo, trovò rifugio e accoglienza presso la famiglia Muratori e dove, da decenni, incontra ragazzi e ragazze delle scuole, trasferendo loro la conoscenza dei drammatici effetti delle leggi razziali, aiutandoli a combattere i pregiudizi, ispirandosi ai principi di libertà, democrazia e di rispetto delle persone”.
Quel giorno è stata una grande emozione vedere come seicento studenti e studentesse, in commosso e religioso silenzio, hanno ascoltato il racconto della storia della sua vita, fatta di momenti drammatici ma anche dell’incontro con persone che hanno saputo stare dalla parte giusta, e come al termine quei ragazzi gli hanno tributato un caloroso e affettuoso applauso, una vera e propria ovazione: il frutto concreto e prezioso dell’attività costante e instancabile di Cesare Moisè Finzi nel mantenere viva la memoria e nel trasmettere alle giovani generazioni valori di pace e uguaglianza, un impegno di cui tutti gli dovremmo essere grati.
Le più sincere condoglianze da parte mia e dell’intera città di Ravenna alla sua famiglia e ai suoi cari.