In merito al recente intervento del Wwf di Ravenna sul progetto del Parco Marittimo – ampio intervento di riqualificazione e valorizzazione ambientale e paesaggistica al quale lavorano e sovrintendono professionisti con competenze specifiche in ambito paesaggistico e forestale e che è stato avviato dopo aver acquisito i pareri positivi dell’Ente parco del Delta e del Corpo dei Carabinieri forestali – l’Amministrazione comunale risponde punto per punto come segue.
Rimozione del rovo
Le azioni e gli interventi forestali di rimozione del rovo fanno riferimento alle condizioni strutturali e allo stato di conservazione della pineta, su cui si è indagato sia sulla base delle conoscenze esistenti (es. “Le pinete demaniali litoranee dell’Alto Adriatico”, CFS MIPAAF, 2008; LIFE04NAT/IT/000190; Andreatta G., 2012 – Interventi gestionali all’interno della Riserva Naturale “Pineta di Ravenna”: un esempio di selvicoltura sistemica. L’Italia Forestale e Montana, 67 (6): 459-472) sia con rilievi descrittivi in campo.
La pineta presenta notevole omogeneità strutturale, con prevalenza diffusa di strutture coetaneiformi, a densità elevata, con sviluppo degli individui squilibrato dal punto di vista della stabilità fisica. Quest’ultimo aspetto riguarda la sproporzione tra sviluppo epigeo (notevole) e sviluppo ipogeo compresso degli apparati radicali più che il rapporto di snellezza (altezza/diametro) degli individui.
Questa struttura condiziona la composizione del sottobosco; in tratti con maggiore densità la vegetazione arbustiva può essere quasi assente, in altri tratti può essere dominata da una o poche specie che tendono a occupare tutto lo spazio vitale; in particolare, nelle aree marginali la forte penetrazione della luce ha determinato, in condizioni di disturbo e mancanza di gestione, un abnorme sviluppo del rovo, provocando una situazione innaturale, con formazioni chiuse, persistenti e a bassissima biodiversità. Il naturale mantello ecotonale della macchia costiera, dominato dalle specie tipiche di questi ambienti, è pressoché assente o dominato dal rovo.
Sono rari biotopi particolari, ad esempio umidi o ambienti ricchi di biodiversità.
La pineta vegeta nel complesso in uno stato di stabilità biologica e meccanica che si può definire “problematico”. Sono infatti numerose le aree in cui il popolamento forestale si presenta poco evoluto, coetaneo, monospecifico e con una presenza del tutto sporadica di altre specie forestali al di fuori del pino marittimo. È insufficiente e per lo più sporadica la presenza di individui o gruppi di nuova generazione del bosco; sono poche le piante nel piano intermedio e nel piano dominato, in relazione alla maturità strutturale del popolamento principale.
Il progetto cerca di perseguire gli obiettivi selvicolturali di medio e lungo periodo di studi pregressi, integrati con analisi in campo:
- aumentare la ricchezza di specie attraverso varietà di biotopi;
- ottenere una mescolanza specifica arborea;
- creare le condizioni per la diversificazione strutturale e l’incremento della presenza di individui di nuova generazione.
Ambiti di azione:
- aumento della luce nel sottobosco delle pinete più dense;
- gestione dinamica dei margini boschivi;
- controllo dei roveti e gestione dei margini.
Interventi:
- diradamenti selettivi;
- rinfoltimenti con specie arbustive come fillirea a foglie strette, ginepro comune, ligustro, alaterno, olivello spinoso e arboree quali leccio, frassino ossifillo, farnia;
- decespugliamento nei roveti (funzionale ai rinfoltimenti).
Si evidenzia come il decespugliamento è previsto nelle aree in cui lo sviluppo del rovo (Rubus ulmifolius e Rubus caesius) risulta eccessivo con presenza diffusa, compatta e continua, in grado di impedire o fortemente ostacolare l’insediamento e l’affermazione di altre specie arbustive e la rinnovazione delle specie arboree. È previsto un intervento di decespugliamento da eseguirsi manualmente con decespugliatore a spalla o altri strumenti manuali; il decespugliamento sarà da eseguirsi con grande dettaglio con criterio selettivo preservando le specie arbustive o sarmentose autoctone diverse dal rovo e la rinnovazione e i giovani individui delle specie forestali proprie della vegetazione potenziale naturale; l’eventuale ausilio di mezzo meccanico potrà essere eseguito su aree limitate e previo sopralluogo di dettaglio preliminare che accerti l’assenza di specie arbustive diverse dal rovo e l’assenza di rinnovazione di specie arboree.
Successivamente al decespugliamento del rovo è prevista, nelle aree in cui non fossero già presenti, la messa a dimora delle già citate specie arbustive caratteristiche delle macchie costiere (fillirea a foglie strette, ginepro comune, ligustro, alaterno, olivello spinoso) che rappresentano la condizione di vocazione naturale di questi habitat, oggi soppiantate dal rovo a causa del disturbo e dei rimaneggiamenti del passato.
Rimozione di parte del rilevato e della fascia arbustiva che fronteggia la pineta lato mare
Il rilevato artificiale esistente è stato modificato o rimosso, ma comunque ricostruito e riformato, ove l’architettonico dello stradello di progetto andava ad intaccarne l’assetto presente. Non ci sono state rimozioni senza ripristino morfologico o ripristino con spostamenti laterali dovuti alle necessità architettoniche (pendenze, limiti di concessioni balneari, ecc.). È stata conservata l’altezza preesistente del rilevato o in molte zone è stato eseguito un rialzo. La fascia arbustiva sarà ricostituita nella continuità, in particolare nelle zone più esposte ai venti marini e nelle zone di raccordo duna-pineta. Le specie utilizzate saranno principalmente Phillyrea angustifolia, Hippophaë rhamnoides, Juniperus communis, e anche Ligustrum vulgare, Cotinus coggygria, Rhamnus alaternus, Quercus ilex. La calendarizzazione delle fasi di cantiere non consente la messa a dimora prima della prossima estate per motivi di idoneità stagionale: la messa a dimora primaverile determina alti rischi sul migliore successo degli impianti, osservando anche le siccità e le alte temperature delle recenti estati. La messa dimora autunnale consente sicuramente più alte garanzie di successo.
Stradelli ritenuti troppo larghi (2,5 m)
La larghezza dei percorsi pedonali ciclabili è stata dimensionata per favorire la fruizione pedonale e ciclabile in ottemperanza alle normative nazionali, condivise con gli uffici tecnici del Comune di Ravenna durante l’iter autorizzativo della Conferenza dei Servizi. Inerti naturali compattati (terre solide) e legno (nei tratti di attraversamento delle dune) caratterizzano i materiali impiegati per la realizzazione dei percorsi con il principio di salvaguardare la permeabilità del suolo e l’evoluzione della vegetazione naturale.
La risistemazione di percorsi esistenti lungo i margini della pineta (stralcio nord) non prevedono illuminazione, specie quando il percorso è all’interno di ambiti boscati esistenti.