Una nuova sala per Casa Dante, con materiali presentati per la prima volta e che amplieranno la narrazione del rapporto tra Ravenna e l’Alighieri: ne potranno fruire dai primi mesi del 2024 i visitatori della Zona Dantesca.
Gli allestimenti espositivi del Museo e di Casa Dante hanno premiato gli sforzi fatti dall’Amministrazione Comunale di Ravenna, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, per valorizzare la Zona Dantesca e creare un percorso di visita che esplorasse e documentasse i diversi aspetti del culto dantesco nei secoli.
Nel corso del 2022, e ancor di più durante il 2023, Museo e Casa Dante hanno visto un notevole incremento di accessi: nell’intero 2022 vi sono stati 21.018 visitatori al Museo e a Casa Dante, consentendo un incasso di 65.457 euro, mentre nei primi 11 mesi del 2023 il numero dei visitatori di Casa Dante e Museo Dante ha già raggiunto quota 26.015 per un incasso di 87.071 euro.
Lungi dall’essere terminato con le celebrazioni del VII centenario, l’interesse per la figura di Dante è quindi aumentato, in particolare tra i turisti provenienti dall’estero, anche grazie all’attento lavoro di valorizzazione condotto dalla Fondazione RavennAntica in collaborazione con l’Istituzione Biblioteca Classense.
Proprio tale positiva collaborazione ha ispirato il completamento dell’allestimento previsto in occasione delle celebrazioni del 2021, alle quali era destinato un fondo del Piano Museale Regionale. Si è quindi deciso di modificare il progetto originario spostando uno degli spazi laboratoriali gestiti da RavennAntica, che ottiene così una serie di spazi contigui e collegati, meglio fruibili dalle scuole e dai gruppi didattici, e di realizzare, laddove si trovava il laboratorio, una nuova sala espositiva per Casa Dante.
In questo modo sarà possibile collocare in modo più razionale i cimeli danteschi, secondo un criterio cronologico che permette di apprezzare meglio l’evolversi del culto dantesco e le sue testimonianze nell’opera degli artisti.
Sarà inoltre possibile esporre reperti che non avevano finora trovato spazio: in particolare la cassetta in piombo (1865) e il forziere (1944) che contenevano le ossa del poeta, restaurati grazie ad un accordo con il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna – Campus di Ravenna, e al lavoro della professoressa Florence Caillaud e delle sue giovani allieve e allievi.
Verranno inoltre esposti due bassorilievi di Angelo Biancini (Castel Bolognese, 1911-1988), autore anche del busto dantesco già in mostra presso Casa Dante, che sono stati donati all’Istituzione Biblioteca Classense dalla famiglia dell’artista scomparso. Infine la nuova sala ospiterà anche le testimonianze contemporanee del culto dantesco, il cosiddetto Dante pop, a dimostrazione di quanto la figura del poeta sia ancora rilevante nell’ispirare l’opera ed il pensiero di artisti e comunicatori.
Resteranno in mostra ancora per un anno le quattro opere ricevute in prestito dalle Gallerie degli Uffizi, grazie al rinnovo della convenzione tra le due istituzioni culturali che ha portato alla nascita del primo esempio di Uffizi Diffusi fuori dalla Toscana.
«L’apprezzamento e l’interesse sempre crescente che la Zona Dantesca stanno registrando dal 2020 ad oggi – dichiara l’assessore alla cultura Fabio Sbaraglia – oltre a confermare l’importanza dell’intervento che su quell’area fu realizzato in occasione del centenario, ci incoraggia a continuare ad investire nell’arricchimento dell’esperienza che i visitatori possono fare. Con l’ampliamento della sua sezione espositiva, Casa Dante si arricchisce sia in termini di offerta narrativa sia dal punto di vista della didattica attraverso un potenziamento delle attività laboratoriali».
La strategia culturale, museale e comunicativa, insieme al programma di iniziative, sono state coordinate tra l’assessorato alla Cultura, l’Istituzione Biblioteca Classense e la Fondazione RavennAntica con l’obiettivo di incrementare ulteriormente i fruitori della Zona Dantesca, nell’intento, sottolineato dalla direttrice dell’Istituzione Biblioteca Classense, Silvia Masi, di «valorizzare adeguatamente il lascito dantesco di cui la città è custode e testimone nel mondo, ruolo che ben volentieri Ravenna si appresta a svolgere anche per il futuro e che arricchisce il potenziale attrattivo della città stessa, accompagnando quello dei monumenti Unesco e rendendola, ancora di più, uno straordinario concentrato di bellezza e storia».