Si sono concluse le iniziative promosse dal Comune di Ravenna per la commemorazione del 37° anniversario della tragedia della Mecnavi, l’incidente sul lavoro che costò la vita a 13 operai il 13 marzo 1987, durante le operazioni di manutenzione straordinaria della nave gassiera Elisabetta Montanari.
Insieme ai sindacati, all’associazione nazionale Vigili del fuoco– sezione di Ravenna, al Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Ravenna e ad alcune realtà culturali cittadine sono stati organizzati momenti di approfondimento per ricordare la strage, approfondire e riflettere sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Questa mattina dopo la tradizionale cerimonia di deposizione delle corone sulla lapide in memoria delle vittime della Mecnavi si è svolta al teatro Rasi la rappresentazione teatrale “In fondo ad una nave”, un momento di approfondimento e riflessione dedicato in particolare agli studenti e alle studentesse delle scuole superiori ravennati.
“Anche quest’anno, come giusto e doveroso, ci siamo ritrovati come istituzioni, insieme al Comune di Bertinoro, da cui provenivano molti dei ragazzi vittime della strage, ai sindacati, alle forze dell’ordine e di polizia, alla società civile e alle associazioni combattentistiche d’arma perché quel tragico evento resta una ferita indelebile nella storia della nostra città – ha ricordato il sindaco di Ravenna Michele de Pascale -. È stata una delle tragedie più gravi avvenuta nel nostro Paese, legata a condizioni di lavoro che oggi non riusciremmo nemmeno ad immaginare ma che allora erano la regola per milioni di italiani, a cui ha fatto seguito un impatto molto significativo sull’evoluzione normativa del nostro paese.
Pensando a Mecnavi tutti pensiamo anche a quello striscione “Mai più”, una promessa purtroppo mai mantenuta. Il nostro dovere è quello di ricordare e di sensibilizzare sull’importanza della sicurezza sul lavoro soprattutto le nuove generazioni. Oggi lo spettacolo al teatro Rasi, per il quale ringrazio il Comando dei Vigili del fuoco di Ravenna, era proprio dedicato a loro, a giovani studenti affinché cogliessero, oltre le emozioni di chi ha soccorso, soprattutto le sensazioni che può aver avuto chi in quella tragedia ha perso la vita e l’enorme vuoto e dolore generato in amici e famiglie. Ai giovani dobbiamo mandare un messaggio chiaro: non esiste offerta di lavoro accettabile se mette a rischio la loro vita e la loro sicurezza. In questo territorio ci devono essere le possibilità per un lavoro dignitoso, serio, equamente retribuito e sicuro per tutti e tutte. È fondamentale un’attenzione marcata perché si intensifichi l’attività di controllo del rispetto della legge ma questo non basta, serve anche una tensione costante, convinta e decisa al miglioramento delle condizioni di sicurezza sul lavoro. In questo senso vanno il Protocollo sulla sicurezza del lavoro portuale e il progetto elaborato insieme all’Unibo che renderà il Centro ricerche di Marina di Ravenna sede sperimentale per la sensoristica avanzata per i lavori a rischio. Sono questi alcuni esempi di una comunità dove ciascuno deve potersi dire di avere fatto tutto quello che poteva fare in questa direzione. Ricordare questa strage è un monito e un impegno per tutti e tutte noi”.