22 Novembre 2017

Approvato l’ultimo assestamento del Bilancio di previsione 2017/2019

Nella seduta di ieri (per chi volesse rivederla http://bit.ly/29AVl60 ) il consiglio comunale ha approvato la delibera relativa alle variazioni, alla verifica definitiva degli equilibri generali e agli adempimenti ai sensi del Regolamento del sistema integrato dei controlli interni per il Bilancio di previsione 2017/2019.
Hanno votato a favore 18 consiglieri (gruppi di maggioranza); contrari 7 (CambieRà, Forza Italia, La Pigna, Lega Nord ), 1 astenuto (Ravenna in Comune).
L’atto è stato illustrato dall’assessora al Bilancio Valentina Morigi che ha evidenziato trattarsi dell’ultimo assestamento di bilancio.
Ha fatto presente l’incremento delle entrate derivante in parte dal pregresso e in parte dalle attività straordinarie di riscossione condotte da Ravenna Entrate.
Tra le spese aggiuntive più rilevanti ha indicato quelle per far fronte ai danni provocati dal fortunale di giugno (620 mila euro per il servizio Ambiente e 300mila per il recupero del sistema fognario). 153 mila euro è la spesa aggiuntiva attribuita al servizio Cultura per la realizzazione della Biennale del Mosaico, della mostra Sicis e anche per la predisposizione delle mostre del 2018 per le azioni legate alla comunicazione e alla pubblicità.
Infine ha evidenziato la spesa di 196mila euro per il servizio Turismo destinata all’ organizzazione degli eventi legati al Natale e al Capodanno.
Ha confermato la validità di un bilancio solido, privo di rischi, in piena salute che permette di pagare le imprese senza anticipazioni di tesoreria. Riguardo alla richiesta di maggiore chiarezza e leggibilità delle relazioni semestrali delle partecipate, l’assessora Morigi ha fatto presente di aver rappresentato a queste ultime l’opportunità di applicare criteri di lettura più uniformi.

Sono intervenuti i consiglieri Veronica Verlicchi (La Pigna), Samantha Gardin (Lega Nord), Samantha Tardi (CambieRà), Silvia Quattrini (Pd), Daniele Perini (Ama Ravenna).
Il gruppo La Pigna ha confermato di non condividere le scelte contenute nel bilancio, riprendendo il tema di Ravenna Holding che non permette investimenti tesi a rilanciare l’economia del territorio. Ha affermato che il documento non consente valutazioni corrette perché non rende disponibili tutti i dati; ha criticato le risorse aggiuntive alle Fondazioni Ravenna Manifestazioni e RavennaAntica.
Il gruppo Lega nord ha espresso un giudizio negativo ritenendo che manchino dati contabili dettagliati e sostenendo che il problema principale sia legato a visioni politiche diverse; ha sottolineato la carenza di manutenzioni sul territorio dimostrata di recente e il relativo mancato intervento di Hera verso la quale – a suo avviso – il Comune non riesce a farsi parte attiva.
Il gruppo CambieRà ha annunciato il voto contrario soprattutto in considerazione della cifra importante destinata agli eventi del Natale e del Capodanno ritenendo la politica dell’assessorato al Turismo non lungimirante dal momento che manca meno di un mese alle festività natalizie.
Il gruppo PD ha sottolineato l’importanza delle poste evidenziate riferendosi anche al pronto intervento attuato in occasione del fortunale. Ha richiamato l’attenzione sulla spesa sociale, rientrata in capo al Comune, monitorata in modo opportuno senza la previsione di variazioni e ha quindi evidenziato l’ottimizzazione delle risorse a disposizione.
Il gruppo Ama Ravenna ha fatto presente di non comprendere le lamentele rispetto all’organizzazione del Capodanno. Ha sottolineato l’esiguità della tassa di soggiorno di Ravenna rispetto a quella stabilita da altre città vicine.

Il capogruppo di Lista per Ravenna, assente giustificato all’atto della votazione, ha rilasciato successivamente, a motivazione del proprio giudizio negativo, la seguente dichiarazione.

“La variazione finale del bilancio di previsione 2017 del Comune di Ravenna consente all’opposizione di tirare le somme sul primo vero bilancio annuale del sindaco De Pascale.
Non si è intravvista alcuna linea di discontinuità rispetto al deludente operato dei suoi predecessori, che ha concorso alla lunga crisi economica, sociale e lavorativa della nostra comunità e generato larghe sacche di degrado sul territorio. Di fronte a ciò, De Pascale ha prodotto solo interventi tampone, promesse di opere dai contenuti e dai tempi più che vaghi ed incerti e campagne giornaliere di stampa meramente propagandistiche, con la differenza che ora non può più nascondersi dietro i tagli delle entrate da parte dello Stato, invece vistosamente aumentate, e tanto meno sul blocco degli investimenti da parte del Patto di Stabilità, non più attivo. Anzi, sul bilancio 2017 sono piovuti inaspettati 11,600 milioni, che l’ENI ha graziosamente versato al Comune per l’ICI del 2010 e 2011 sulle proprie piattaforme metanifere a mare (e altrettanto farà per l’IMU su ogni anno successivo). Cosicchè nel 2017 le entrate del Comune hanno raggiunto, al netto delle partite di giro, la somma mai vista di quasi 300 milioni, di cui 204 impiegati nella spesa corrente.
Alle ragioni del voto contrario che Lista per Ravenna ha espresso fin dall’origine sulla manovra si aggiungono ora le seguenti importanti “sorprese” finali.
1. Spuntano maggiori spese “impreviste” nel bilancio 2017, pari a 196 mila euro in conto turismo per “eventi Natale/Capodanno” e a 100 mila per “attività propedeutiche alla mostra prevista nel 2018” da parte del MAR”: iniziative niente affatto imprevedibili perché ricorrenti, tramite cui si dissimulano sforamenti di bilancio nei rispettivi servizi. Sulla prima incombe peraltro l’annunciata ripetizione delle proiezioni di luci o video sui monumenti (alias videomapping), di impalpabile attrattività, costate l’anno scorso 124.974 euro,.
2. Si è letto dalle graduatorie nazionali che “le noti dolenti vengono dall’incasso delle multe (per violazione del codice della strada o sanzioni derivanti da attività di controllo degli illeciti)” in cui “Ravenna è in fascia rossa…con il 20,4%”: al netto delle precisazioni, si tratta di oltre due milioni di mancati incassi, di cui Lista per Ravenna intende risalire alle cause politiche che hanno generato una troppo vasta “platea di cittadini di non facile solvenza perché mancanti di beni aggredibili” (come ha detto l’assessore al bilancio), in larga parte stranieri.
3. “Dopo la campagna elettorale del 2016, il candidato sindaco De Pascale mi disse e promise che avrebbe investito le risorse della tassa di soggiorno nei lidi dove era stata raccolta”, testimonia l’albergatore referente di Federalberghi a Lido di Savio: il 2017 si chiude con 1,8 milioni di incasso da tale tassa senza che un centesimo abbia preso la sacrosante destinazione.
4. Un allegato della variante finale ci mostra senza alcuna spiegazione un lungo “programma incarichi di collaborazione autonoma”, in sostanza rapporti occasionali di lavoro non dipendente, per ben 47 categorie di spesa, segnalando appena che nel 2017 sarebbe stato contenuto entro 2,358 milioni: si tratta di una materia molto delicata, soggetta a ispirazioni clientelari, su cui intendiamo andare a fondo.
5. Spiccano 3,360 milioni di tagli agli investimenti promessi per l’ambiente e la tutela del territorio (di cui 2,240 per interventi urgenti di difesa della costa e 750 per la gestione e conservazione delle zone naturali, tra cui la pineta San Vitale): certamente perché rendono poco in propaganda politica.
6. Le due maggiori Fondazioni in capo al Comune, Ravenna Manifestazioni e RavennAntica, chiudono il bilancio 2017 con grande sofferenza: la prima con un disavanzo di 162 mila euro, la seconda pareggiando i conti con un contributo straordinario del Comune per 80 mila euro. Entrambe, pur reggendosi largamente su risorse pubbliche, rivendicano la natura di enti commerciali che consentirebbe loro di impiegarle con le libertà degli imprenditori privati, tuttavia reclamando dal Comune, fin dal 2018, un cospicuo aumento di finanziamenti per poter andare avanti. Altrettanto la Fondazione Casa Oriani, che si è finora salvata vendendo propri immobili. L’opposizione vuole vederci chiaro. Contestiamo soprattutto a De Pascale di non avere ancora messo mano al riordino del settore culturale, che comprende anche il MAR e la Biblioteca Classense, causa di una disordinata, dispersiva e incontrollata gestione del patrimonio immenso di cui la nostra città è dotata”.