14 Giugno 2017

Approvato un ordine del giorno “Per scongiurare la chiusura del presidio di Polizia postale a Ravenna”

Nella seduta di ieri (per chi volesse rivederla http://bit.ly/archivio-sedute-cc) il consiglio comunale ha discusso e votato un ordine del giorno (documento allegato) presentato da Fabio Sbaraglia (Pd), sul tema: “Per scongiurare la chiusura del presidio di Polizia postale a Ravenna”

L’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità.

Nel richiamare i contenuti del documento Fabio Sbaraglia ha chiesto l’impegno di sindaco e giunta a sensibilizzare i tavoli istituzionali per scongiurare la chiusura del presidio di Polizia postale che svolge una importantissima attività di indagine su reati come truffe, estorsioni, frodi informatiche, stalking, cyberbullismo.

Sono intervenuti nel dibattito Samantha Gardin (Lega Nord), Chiara Francesconi (Pri), Daniele Perini (Ama Ravenna), Gianfilippo Nicola Rolando (Lega Nord), Alberto Ancarani (Forza Italia), Michela Guerra (CambieRà), Mariella Mantovani (Art. 1 – Movimento democratico e progressista).

Il gruppo Pri ritiene la chiusura del presidio un fatto scandaloso visto l’aumento dei reati informatici, in particolare il cyberbullismo.

Il gruppo Ama Ravenna ha sottolineato che operano in quel presidio 3 ufficiali esperti che saranno dirottati ad altre mansioni e che sarà l’ufficio di Bologna l’unico riferimento in regione.

Il gruppo Lega Nord ha espresso il voto favorevole evidenziando che già ora non è più possibile presentare denuncia alla Polizia postale di Ravenna, ma che occorre rivolgersi in Questura.

Il gruppo Forza Italia ha condiviso il contenuto dell’ordine del giorno. Un presidio da mantenere a tutela delle singole persone e soprattutto di chi svolge attività per le quali il furto dei dati personali sarebbe particolarmente problematico.

Il gruppo CambieRà oltre a considerare la scomodità di recarsi a Bologna, ha evidenziato l’importanza di un presidio in città per proteggere in particolare i minori.

Il gruppo Art. 1 – Movimento democratico e progressista ritiene incomprensibile la chiusura di questi importanti presidi, soprattutto perché viviamo sempre più in un mondo digitale.