Nella seduta di ieri (per chi volesse vederla http://bit.ly/archivio-sedute-cc) il consiglio comunale ha approvato la delibera “Recepimento della Dal n. 186 in materia di disciplina del contributo di costruzione e conseguente adeguamento degli elaborati dei Rue e Poc vigenti” con 21 voti favorevoli (gruppi di maggioranza e CambieRà, La Pigna, gruppo Misto, Ravenna in Comune) e 1 astenuto (Lista per Ravenna).
Alla delibera era collegato un ordine del giorno dal titolo “Per la rigenerazione e incentivazione delle politiche abitative del Comune di Ravenna” presentato da Marco Turchetti (Pd) che lo ha illustrato; il documento, sottoscritto da Chiara Francesconi (Pri) e da Mariella Mantovani (Art. 1- Mdp), è stato accolto con 21 voti favorevoli (gruppi di maggioranza e CambieRà, La Pigna, gruppo Misto, Ravenna in Comune) e 1 voto contrario (Lista per Ravenna).
Ha illustrato la delibera l’assessora all’Urbanistica Federica Del Conte che ha spiegato l’importanza innovativa della riforma introdotta dalla Regione con la Delibera dell’Assemblea Legislativa (DAL) 186 che raccoglie in un unico testo, coordinato e coerente, l’intera disciplina di dettaglio del contributo di costruzione; la Dal è stata approvata il 20 dicembre 2018, è entrata in vigore l’11 gennaio 2019 ma è stato dato tempo ai Comuni per il recepimento fino al 30 settembre. Ha quindi rappresentato la rilevanza del recepimento entro la data prevista che consente ai Comuni di apportare modifiche stabilendo il grado di riduzione del contributo per gli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria, che sarebbero maggiori se si lasciassero operative le tabelle regionali. L’amministrazione ha quindi seguito il criterio di definire gli oneri di costruzione, riducendo il contributo, tra gli altri e ad esempio, del 70% per gli interventi di ristrutturazione urbanistica ed edilizia e per quelli di addensamento o sostituzione urbana; del 100% per interventi di recupero o riuso di immobili dismessi o in via di dismissione; è stata consentita la massima riduzione per gli interventi sugli immobili nelle frazioni del forese al fine di contrastare lo spopolamento e la fragilità di queste ultime. Per promuovere la riqualificazione di strutture e servizi per l’assistenza e sostenere le categorie sociali più deboli, si è applicata la massima riduzione anche agli interventi relativi alle residenze per anziani e strutture socio-assistenziali sanitarie ed educative così come per gli interventi di edilizia residenziale sociale; al fine di promuovere le attività industriali e artigianali si sono applicate le massime riduzioni previste nei vari campi di intervento, ad esempio, per quelli collocati in aree ecologicamente attrezzate e per la realizzazione delle tettoie destinate a depositi di materie prime, semilavorati e prodotti finiti poiché le stesse sono funzionali, e talvolta necessarie, per il rispetto di normative e requisiti igienico-sanitari ed ambientali, in modo da contenere la dispersione di inquinanti negli ambiti produttivi.
La ratio del provvedimento va ricercata nella volontà di andare incontro alle esigenze di cittadini, attività produttive e imprese nell’ ottica di incoraggiare e sostenere la ristrutturazione e il riuso evitando o riducendo il consumo di suolo e le nuove costruzioni. La disciplina infatti prevede costi molto diversi se si interviene in ambiti già edificati invece che in aree ancora agricole.
Sono intervenuti nel dibattito: Marco Turchetti (Pd), Marco Maiolini (gruppo Misto), Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna), Mariella Mantovani (Art. 1 Mdp), Michele Distaso (Sinistra per Ravenna), Massimo Manzoli (Ravenna in Comune).
Il gruppo Pd ha sostenuto che l’amministrazione ha fatto un lavoro lodevole per favorire i cittadini, con l’intenzione di stimolare alcune attività legate all’edilizia residenziale e sociale; ha rappresentato l’intento rafforzativo dell’ordine del giorno a favore della rigenerazione e del riuso con obiettivi di sostenibilità e contro il consumo di suolo.
Il gruppo Misto ha criticato l’operato della Regione che da 20 anni non aggiornava le tabelle parametriche degli oneri di urbanizzazione e la disciplina regolamentare del contributo di costruzione aumentando tuttavia gli oneri senza abbassarli. Per questo ha ritenuto importante la delibera comunale che consente delle riduzioni che altrimenti non ci sarebbero stati.
Il gruppo Lista per Ravenna ha evidenziato lacune e contraddizioni che a suo avviso avrebbero potuto essere superate; tra gli altri, ad esempio, ha rilevato la mancata estensione delle riduzioni alle costruzioni nei nove lidi ravennati che, a suo avviso, non si trovano in migliori condizioni di mercato. Per questo ha motivato il proprio voto di astensione alla delibera.
Il gruppo Articolo 1 Mdp ha dichiarato il proprio voto favorevole sia alla delibera che all’ordine del giorno.
Il gruppo Sinistra per Ravenna si è detto soddisfatto e favorevole sia alla delibera sia all’ordine del giorno.
Il gruppo Ravenna in Comune ha espresso il voto positivo a entrambi gli atti, delibera e ordine del giorno, con il piccolo appunto di ritenere ridondante la scrittura di quest’ultimo.
Si riporta su sua richiesta, intervento fornito dal consigliere Alvaro Ancisi, capogruppo Lista per Ravenna
Oneri di costruzione
Certamente è saggio ed anche urgente ridurre le tasse comunali sulla costruzione delle case, data la crisi edilizia da troppo tempo in atto a Ravenna, aggravata anche dalle scellerate lottizzazioni compiute a man bassa su tutto il territorio. Si è reso tuttavia necessario un voto di astensione da parte di Lista per Ravenna per il mancato accoglimento di due importanti sue richieste.
1. Si concede uno sconto del 30% sugli oneri di urbanizzazione in tutte le frazioni di Ravenna, negandolo a tutti i 9 lidi di Ravenna, alcuni dei quali (Lista per Ravenna lo ha dimostrato) versano, ad esempio Casalborsetti, Porto Corsini e Lido di Dante, in una crisi residenziale anche maggiore di altre frazioni non litoranee, specialmente di quelle collocate nei dintorni della città:
2. Non si è voluto estendere all’edilizia residenziale sociale (ERS) lo sconto del 50% sugli oneri secondari di urbanizzazione che si è concesso alla costruzione delle strutture socio-assistenziali, non considerando che Regione e Comune hanno ridotto questo settore nella crisi più totale, da cui può riemergere faticosamente solamente abbattendo i costi di costruzione. Esso offre infatti strutture residenziali destinate a categorie sociali disagiate (anziani, giovani coppie, nuclei monogenitoriali, single, disabili, ecc.), in condizioni di difficoltà socio-economiche, che non ricevono la casa popolare a cui avrebbero diritto: dunque, strutture da considerarsi “socio-assistenziali” a pieno titolo.